LUCA BACCHETTI, UN DJ DI CASA NOSTRA FAMOSO IN TUTTO IL MONDO

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Luca Bacchetti, 34 anni italiano, DJ e produttore. Con gigs in tutto il pianeta è considerato uno dei più importanti ed innovativi dj italiani nel mondo. Hanno stampato i suoi lavori label come Wagon Repair, Tenax Recordings, Sci+Tec. Bacchetti ha ricevuto nel 2008 dal portale Beatport, una nomitation come migliore artista house minimal. I suoi dischi sono il più delle volte in vetta alle classifiche ed i suoi dj sets sono una coinvolgente miscela di house e techno. Lo abbiamo incontrato per scambiare con lui due chiacchiere. Una curiosità: è di Pieve Fosciana.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
I miei genitori non sono né artisti, né musicisti, ma sono riusciti a stimolare già da piccolo questo mio lato creativo. In questo devo tutto a loro. La creatività si esprime in molti modi, un bambino gioca, disegna, costruisce… loro si erano accorti che avevo un attitudine per il disegno e la musica.
A 8 anni ho iniziato frequentando la banda musicale del mio paese Pieve Fosciana, il primo strumento la tromba poi il clarinetto… come musicista ho sempre avuto un rapporto strano con la musica, un rapporto mai definito… sono dovuti passare anni per capire dove era il mio punto di contatto. A 18 anni ho iniziato a fare radio in diverse emittenti locali; lì mi sono avvicinato al djing ed ho iniziato a far girare i dischi. Fare il dj è come essere un direttore d’orchestra, è come gestire tutti gli strumenti, mescolare i suoni e creare un flusso… da lì a poco ho capito che il mio rapporto con la musica era da DJ e ben presto cosa avrei voluto fare da grande. A livello locale questo lavoro non è giustamente rappresentato… Spesso trovo persone che ancora mi chiedono cosa faccio.

Quali sono state le tappe importanti nella tua crescita artistica?
Ho scoperto l’energia della musica con l’hip hop nel 1988; la musica black ha realmente sconvolto la mia vita e sicuramente ne ha segnato la svolta. Come scuole ho fatto il liceo scientifico poi 2 di anni l’università, ma quella non era la mia strada, ho lasciato gli studi investendo e rischiando tutto in questo lavoro. Musicalmente ho sempre avuto un background vario… non mi sono mai costruito muri, sono sempre stato affascinato da diversi stili… per me è sempre stato un processo naturale, al contrario di molti dei miei colleghi, e questa è forse la cosa che con il tempo mi ha permesso di fare la differenza. Negli ultimi 15 anni mi sono fatto dei grandi viaggi musicali, black music, soul, drum’n’bass, house, techno, jazz, latin.. credo che tra John Coltrane e Carl Craig non ci siano molte differenze. Per me le barriere non esistono, penso che chi vive di musica, non può permettersele. Dopo 12 anni di radio nel 2002 ho iniziato a produrre musica propria.Un modo di dire la propria senza dipendere da nessuno… da li a poco ad essere richiesto dai clubs in giro per il mondo.

Cosa ti ha portato a diventare dj?
Essenzialmente la pigrizia del musicista che è in me, dentro di me c’è un musicista che vuole imparare mille strumenti, ma che non riesce ad approfondirne neppure uno. Allora il DJ, che di per se è una vera e propria figura postmoderna, riesce come in un collage ad incollare, mixare suoni diversi, mescolare musica altrui o propria e creandone di nuova..è un processo artistico diverso da quello del musicista, ma che necessita in molti dei casi della stessa sensibilità.

Quando hai capito che quello che volevi fare si stava realizzando?
Vivo il tutto in modo molto semplice, odio chi ha una superstar personaly… le moltissime gigs in giro per il mondo e la recente nomination ricevuta su Beatport (il portale di musica elettronica più famoso del mondo ndr) mi hanno certamente portato ad una conclusione piacevole, ma nelle arti la gavetta non finisce mai, come non deve finire il processo creativo e la continua ricerca… chi si ritiene “arrivato” spesso si chiude ermeticamente con il mondo esterno, non si confronta più ne con se stesso ne con gli altri e le energie cessano di scorrere, di conseguenze le idee. Le idee invece necessitano continui stimoli, il castello una volta costruito va ‘rismontato’.

Dato che hai la possibilità di suonare molto all’estero, quale è la differenza tra il nostro paese e gli altri?
Al contrario di quello che molti pensano, chi fa il mio lavoro ha un grande piacere a vedere riconosciuto il proprio lavoro nel proprio paese. Spesso non è così perché purtroppo l’Italia culturalmente in questo campo non è al livello di paesi come Inghilterra, America o Germania, per questa ragione c’è sempre un ritardo. Puo’ succedere di affermarsi prima all’estero e poi nel nostro paese… puoi quindi toglierti mille soddisfazioni in giro per il mondo, ma il massimo lo provi in Italia, il paese da cui tutto è partito.

Quali sono state le serate che ricordi con maggior piacere? e che rapporto hai con il viaggio?
Moltissime!!! Minimoo a New York, il Watergate di Berlino, Air a Tokyo, il The End a Londra… fortunatamente amo viaggiare… a volte vorrei fermare il tempo ed approfondire le culture dei paesi che visito, cerco sempre di farlo… a spesso mi ritrovo a fare tutto molto di corsa… Recentemente ho fatto un tour in Australia, Giappone, Londra e Mykonos, tutto in soli 12 giorni… è eccitante ma stancante allo stesso tempo.

Quale è il segreto del tuo successo?
Un certo intuito, poi lasciarsi percorrere da tutto, moltissima musica, arte in genere… essere un buon conduttore e mai precludere nuovi inputs… viaggiare…

Come si sta sviluppando la tua musica, come organizzi il tuo lavoro? quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho appena finito di remixare il nuovo pezzo di Danny Tenaglia; è stato incredibile ricevere la sua telefonata ed incontrarlo dopo soli 4 giorni a New York… ancora non ci credo, un’esperienza indimenticabie… tra l’altro a luglio ed agosto suonerò ai suoi parties allo Space di Ibiza. Al momento sto ricercando un contatto con suoni organici e in questo periodo sto collaborando con veri musicisti: Andrea Guzzoletti, Roberto Cecchetto e Stefano Onorati, grandi professionisti e soprattutto persone umili che hanno ben chiaro il concetto di “continua ricerca”. Con Antonio Pocai, porto avanti il lavoro di studio soprattutto durante la settimana, mentre i week-end ho le diverse date in giro per il mondo… poi c’è il lavoro di comunicazione e networking che è parte essenziale della mia professione. In definitiva ho veramente poco tempo libero, quel poco lavoro…

Quali sono i colleghi che maggiormente stimi??
Mi piacciono molto Wighnomy Brothers, Martin Buttrich e Ali Dubfire, una grande persona. Tra gli Italiani sono molto legato a Davide Squillace, Alex Neri, Marco Carola.

Dove suonerai questa estate?
Sono appena rientrato da un tour Australia e Giappone; la prossima settimana suonerò a Mykonos poi Ibiza, Londra, Berlino, Porto, Zurigo… avrò pure alcune date in italia… A fine settembre un tour in America: New York , Seattle, Honolulu, Toronto, Santo Domingo…

Pensi che il tuo mestiere possa permettere anche una tua crescita come persona o le esperienze fatte sono strettamente legate alla crescita professionale ed artistica?
Ogni professione ti fa crescere e ti da degli insegnamenti; la fortuna è che quello che faccio mi permette di viaggiare e viaggiare a suo tempo mi permette di aprire gli orizzonti e di vedere le cose sempre con nuove prospettive. Sono a contatto con moltissime persone, migliaia di vite, di storie, di esperienze… avere la fortuna di uscire dalla routine quotidiana ti tiene vivo, sveglio… ti fa capire molte cose… puoi stare bene ma anche male. Questa grande palla sembra un grande gioco e io mi ci trovo spesso nel mezzo ad osservare tutte queste figure.. quando mi trovo da solo negli aeroporti ho i migliori picchi riflessivi…

Quali sono i 5 dischi che porteresti con te su un isola deserta?
E’ una domanda classica che mette sempre in crisi….
Massive Attack ” mezzanine”
James Brown ” there it is”
Marvin Gaye “let’s ge it on”
Thom Yorke “eraser”
ed il best di Antonio Carlos Jobim, che sull’isola ha sempre il suo effetto!
Ma se porto l’ipod con tutto il resto fa lo stesso???!!

Per conoscere meglio Luca: www.myspace.com/lucabacchettiwww.lucabacchetti.com

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Commenti

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  1. voglio iniziare per diventare un dj
    salve sono un ragazzo ke vuole ventare un dj comunque sono di agrigento

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