(Ogni riferimento a persone, cose, o fatti realmente accaduti è puramente casuale)
In Barga Castello, quella grande casa con l’antico portone sormontato da uno stemma poteva apparire disabitata, con le persiane che davano sulla strada sempre rigorosamente chiuse. In realtà nella casa viveva l’anziana proprietaria della bella dimora, la signorina Albertina, con la sua fidata domestica Miranda da sempre a servizio della famiglia.
La nobile signorina, aveva un fisico alto e magro con i lineamenti del viso ben marcati e i capelli ormai grigi raccolti dietro la nuca.
Quell’anno, l’estate era finita presto e con l’arrivo di ottobre faceva già freddo; proprio in uno di quei giorni, con un vento che soffiava da ogni dove, mentre Miranda era intenta a cucinare squillò il campanello, una lunga scampanellata che non presagiva nulla di buono.
Miranda – chiamò la signorina – vai a vedere chi può essere a quest’ora; erano da poco passate le dieci e mezzo del mattino – Miranda si asciugò le mani al grembiule, andò alla finestra del corridoio e dall’alto vide il postino che con la mano, le fece cenno di scendere.
E’ il postino – gridò Miranda, intanto che scendeva le scale, e dopo pochi minuti era già bella e tornata con in mano una carta piegata; avvicinandosi alla padrona disse con tono sorpreso e greve – è un telegramma.
Un telegramma? Ripeté come un automa la signorina, e sollevando il busto dalla poltrona dove stava ricamando, allungò il braccio, fece per cercare gli occhiali, Miranda con l’indice le fece cenno che li aveva già sul naso, aprì la carta giallina, e sbiancando in viso si lasciò cadere all’indietro sulla spalliera della poltroncina rococò.
Allora? Chiese Miranda, con il piglio di un secondo che in balia dei venti prende il timone della nave.
Allora – e si fermò, poi prendendo fiato: arrivano tutti i parenti americani, mio fratello con i figli a trascorrere le vacanze di Natale a Barga, per potermi rivedere.
Ma quando arrivano?
Non lo dicono con precisione
Ma non siete contenta?
Zitta, zitta, lasciatemi sola, devo pensare, e dicendo questo la signorina chiuse gli occhi e si portò la mano alla fronte.
Poi all’improvviso si alzò dalla poltrona, ripose ricamo e telegramma e con passo deciso si diresse alla cucina dove la domestica aveva nel frattempo ripreso i suoi lavori.
Miranda, andate subito dal Franceschini, che porti il prima possibile ancora una ventina di quintali di legna, anzi trenta, tagliata, per stufe e caminetti, mio fratello dovrà trovare la casa calda come quelle americane, non deve pensare che qui siamo indietro all’America.
Passate anche dall’Amerigo, che venga in questi giorni per ripitturare l’ingresso e qualche altra stanza che ne abbisogna; quanto a voi, sarà vostro compito preparare le camere di tutto punto e mi raccomando che i vetri delle finestre brillino!
Mamma mia – disse tra sé e sé, l’anziana servitrice – questa proprio non ci voleva! Negli ultimi anni, lei e la padrona, si erano ritagliate solo un angolo di quella grande dimora, la cucina, un salottino e due camere; guardò le sue gambe un po’ gonfie, le sue mani con i segni dell’artrite e dubitò di farcela.
Nei giorni seguenti arrivò l’imbianchino, mentre l’ampia legnaia veniva stipata al massimo, la casa certamente importante ma ormai ingrigita come le due donne che l’abitavano, riprese calore e bellezza con nuove piante e tappeti di pregio.
Tutto questo movimento era diventato oggetto di curiosità, considerato soprattutto lo stile di vita “inamidato” della signorina Albertina. La domestica aveva ricevuto ordine di non parlare con nessuno dell’arrivo del fratello partito per l’America una ventina di anni prima, così quando qualcuna le si avvicinava con un Buongiorno Miranda; lei rispondeva pronta: Non so nulla, poi più forte di lei, aggiungeva piano: Questa sarà la mia fine!
Quando tutto fu sistemato, le stanze rinfrescate con la pittura nuova, abbellite le tappezzerie e gli ornamenti, anche le teglie di rame tirate a lucido nella grande cucina, era già dicembre inoltrato; le due donne erano in fermento: da un momento all’altro i parenti americani sarebbero arrivati.
Il giorno che avrebbe cambiato per sempre la vita della signorina Albertina, cominciò la sera prima con una copiosa nevicata, nel silenzio magico della Barga di un tempo avvolta dalla neve, fece ancora più scalpore lo scampanellio a metà della mattina seguente.
Sono loro! gridò la domestica ancor prima di affacciarsi, ma aprendo la finestra vide il postino che questa volta le fece cenno di dover salire.
E’ il postino
Il postino? Ripeté sorpresa Albertina. La porta fu aperta e insieme ad una ventata di aria gelida, entrò l’uomo con il berretto in mano e l’aria affranta.
Signorina Albertina, cominciò, tenendo gli occhi bassi, non so come è potuto accadere, le due donne lo guardavano mute e attente, quel telegramma che vi avevo consegnato, vi ricordate?
Come no! Rispose la signorina.
Praticamente c’è stata una confusione nei numeri della via, avreste tutte le ragioni per fare un reclamo ma con l’anno nuovo vado in pensione e… l’uomo non riuscì a dire altro.
L’anziana signorina, non proferì parola per qualche minuto che al pover’uomo sembrò un tempo interminabile, poi con tono controllato disse: Miranda, portate qualcosa da bere al nostro Luigi, che ha sempre svolto correttamente il suo servizio di consegna della posta e presto avrà il suo meritato riposo.
A pranzo mangiò poco evitando ogni commento ad alta voce sull’incidente che le aveva fatto mettere a soqquadro la casa seppure al meglio.
Nel primo pomeriggio, prese cappotto, guanti, sciarpa e cappello, la domestica che era rimasta anch’essa delusa dall’accaduto, le chiese dove andasse con quel tempo di neve A comprare il pane. Ci vado io che le strade son ghiacciate – disse la fedele Miranda – Appunto, voi Miranda siete messa peggio di me, e dicendo questo uscì.
Dritta di fronte al bancone, con deferenza la fornaia le si rivolse: Signorina Albertina dite
Che voleva quella donna? rispose Albertina, ignorando la richiesta ricevuta
Eh, sospirò la fornaia, povera ragazza, il marito, muratore, mesi fa è caduto da un’impalcatura ed è morto e ora lei e il bimbo non hanno più una casa, ma come si fa, io le ho regalato un po’ di pane … qualche attimo di indugio e poi una risposta secca: Non mi serve nulla; e detto questo l’anziana signorina si girò e si diresse con passo svelto alla porta, lasciando la fornaia di stucco.
Appena uscita guardò la direzione presa dalla giovane e cercò di raggiungerla prima che le sfuggisse alla vista; quando le fu abbastanza vicina apostrofò: Ho sentito che cercate un tetto.
La giovane si voltò: Sì, ma… e non proseguì intimorita dall’aspetto arcigno della donna E’ sola?
Con un bimbo di quattro anni
E’ proprio l’età che fanno più dannare rispose Albertina seria
Eh sì, vero, è assai vivace rispose la giovane.
Ancora qualche discorso e le due donne furono viste camminare una accanto all’altra a tratti sorreggendosi per non scivolare sul fondo ghiacciato della via che porta verso la Loggia del Capretz, i loro volti illuminati da un sorriso, presto sarebbe stato Natale.


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