BARGA – Nel pomeriggio di venerdì 10 ottobre 2025, nel giorno della nascita di Don Francesco Pockaj che avvenne centodieci anni fa e a trenta dalla morte, l’Unità Pastorale di Barga, l’Oratorio e Gli Amici del Sacro Cuore, tributeranno un devoto omaggio alla memoria del sacerdote tanto amato da chi lo ha conosciuto, poi impegnati nel tramandarne la memoria. Venuto a Barga nel 1950, da tutti era chiamato Padre, perché tanto si fece amare per la sua dedizione alla gioventù di Barga che frequentò lo stesso Oratorio e la Chiesa del Sacro Cuore.
Dopo la Santa Messa delle ore 17, 30 si avrà lo scoprimento della targa con la sua immagine posta su di un leggio, che sarà collocata vicino alla statua di Gesù che è nel parco del Sacro Cuore, iniziativa voluta essenzialmente nella ricorrenza del trentesimo anno dalla sua morte. L’immagine di Don Francesco è stata eseguita dal noto grafico Giuseppe Di Giangirolamo e realizzata nel suo laboratorio di Mologno.
Dal libro “Chiunque tu sia sei il benvenuto …” edizioni L’Ora di Barga, anno 2010, stralciamo la sua vita:
Chiunque tu sia, sei il benvenuto. Ti si chiede solo il rispetto delle persone e delle cose.
Pockaj Mons. Francesco di Giovanni e di Mozzina Giovanna, nato a Fiume il 10 ottobre 1915. Ha frequentato gli studi per prepararsi al sacerdozio nel Seminario Patriarcale di Venezia. Fu consacrato sacerdote nella Cattedrale di Fiume da S. E. Mons. Ugo Camozzo allora Vescovo di quella Diocesi, poi Arcivescovo di Pisa, l’8 aprile 1939.
Esercitò il suo ministero prima ai “Giardini”, quindi Parroco di Cantrida, una parrocchia balneare della Diocesi di fiumana.
Fu l’ultimo sacerdote a lasciare la città di Fiume al tempo della persecuzione comunista contro i cattolici da parte di Tito. Fu per lui un grande dolore.
Mons. Camozzo nel marzo del 1950 lo destinò alla Chiesa del Sacro Cuore di Barga, dove prese la residenza il 27 dello stesso mese.
E. Mons. Plotti lo nominò, e giustamente, Prelato d’Onore di sua Santità.
Si è spento come ospite a Villa Pascoli di Barga il 6 giugno 1995. Tutta la Città lo ha pianto perchè sacerdote degno di Dio.
Il suo corpo è stato associato nel cimitero di Barga.
Dal Bollettino della Diocesi di Pisa.

Ricordare Don Francesco è cosa doverosa per tramandare ai posteri la sua figura che è ben tracciata nel libro di cui si è fatto cenno sopra, pieno di ricordi, un testo che tutti i barghigiani e non solo loro, dovrebbe leggere e conservare nell’angolo più caro della propria libreria. Infatti, dentro si può leggere del suo impegno al Sacro Cuore, persona sempre presente e nessuno con lui si sentiva un estraneo ma una persona amica in Cristo.
Dall’indice del libro si ha il percorso umano, sociale ed anche spirituale di Don Francesco a Barga, che passa dai presepi meccanizzati, alla Befana, il carnevale, poi i Sepolcri con gli artistici allestimenti nella chiesa, la benedizione delle case, le Rogazioni. Poi l’Asilo, il Cinema, il campetto da calcio e il pallone da chiedere personalmente a lui, l’Oratorio con i giochi senza litigare, perché al primo grido lui arrivava e subito tutto rientrava nella normalità, perché lui ispirava serietà di comportamenti, il modellismo, la musica, l’osservazione delle stelle con il telescopio di sua costruzione e molto altro. Veramente merita di essere ricordato e che resti tra noi il suo esempio di vita.
Chiudendo questa presentazione dell’iniziativa va detto che anche il canonico Don Enrico Marcucci, ideatore di tutto il complesso Sacro Cuore, all’arrivo al Sacro Cuore di Don Francesco ne capì subito lo spessore umano e speriamo che il suo esempio possa trovare degli emuli.


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