I custodi della terra: l’indotto economico della caccia allarma gli agricoltori in Garfagnana

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GARFAGNANA  – La presenza sempre più consistente di cinghiali, cervi e altri selvatici nel territorio della Garfagnana ha messo in ginocchio l’agricoltura senza contare l’incremento di incidenti stradali causati dagli ungulati e “le pressioni da parte di vere e proprie lobby di potere formate da cacciatori hanno assunto dimensioni non più tollerabili per l’agricoltura delle zone interne”. A sostenerlo sono “I custodi della terra”, gruppo di agricoltori professionali e non, che lancia un appello alle Istituzioni:

“La Garfagnana sembra sempre più una grande riserva di caccia, abbiamo a cuore il futuro del territorio, servono
urgenti provvedimenti per sostenere i danni causati al mondo dell’agricoltura e ai privati cittadini”.
Il gruppo I custodi della terra, infatti, sta sensibilizzando territorio e cittadini sui danni socioeconomici che derivano dalla cattiva gestione dell’attività faunistica venatoria in Garfagnana, che mette a rischio la tenuta di molte aziende e di privati. “Stiamo raccogliendo segnalazioni e richieste di aiuto sempre più frequenti che esprimono forte preoccupazione per la crescita esponenziale di ungulati selvatici. La caccia ormai è solo un hobby e non è più improntata sulla tutela dei campi come una volta e certi cacciatori arrivano alle minacce ”i cinghiali non si toccano, sono nostri. Ma quello che ci preoccupa è il totale immobilismo della Regione di fronte a una situazione ormai fuori controllo. Anzi, la Regione stessa afferma, nel nuovo Piano Faunistico Venatorio, La Regione Toscana vanta la più alta densità italiana di ungulati selvatici.”(PFVR pag 65-2025) e ancora sottolinea “l’importanza degli ungulati ai fini venatori ed economici per l’indotto creato dalla caccia.” (PVFR pag.66-2025), “…indotto complessivo stimato tra i 70 e i 170 milioni di euro” (PFVR pag11-2025).
Eppure, è risaputo, che l’agricoltura in Garfagnana tutela l’ambiente, il paesaggio e la biodiversità, preserva il territorio dal rischio idro-geologico, contrasta lo spopolamento di paesi e borghi montani e ne custodisce il patrimonio storico e culturale, offrendo una qualità della vita più sana a contatto con la natura, sostenendo il turismo e valorizzando il territorio in tutte le sue forme.
 Chiediamo di poter difendere i nostri diritti, i diritti inviolabili della Costituzione – è l’appello del gruppo I custodi della terra – il diritto di esser messi in condizione di lavorare con le nostre mani e dare un futuro ai nostri figli. Riteniamo fondamentale esser tutelati da un corpo statale specializzato, super partes, competente e numericamente presente sul
territorio, che intervenga tempestivamente nel controllo e contenimento della fauna selvatica, tutelando il territorio e l’agricoltura e vigilando su tutta l’attività faunistica venatoria della Regione”.

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