Emergenza cinghiali in Garfagnana: le richieste della Cia Toscana Nord

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VALLE DEL SERCHIO – E’ emergenza cinghiali in Garfagnana: a lanciare il grido di allarme è la Cia Toscana Nord che raccoglie così le proteste degli agricoltori – ma non solo – che ogni giorno devono convivere con questi animali, divenuti fin troppo invadenti.

«I cinghiali non solo fanno danni inimmaginabili ai raccolti, ora girano tranquillamente in branchi di anche quindici animali in pieno giorno, nei pressi delle abitazioni e questo non può che creare un clima di preoccupazione e paura nelle persone che vivono la Garfagnana»: a dirlo è il direttore della Cia Toscana Nord, Alberto Focacci che sottolinea come ‘colpiti’ dalla furia dei cinghiali non ci sono solo gli agricoltori ma anche tutte quelle persone che coltivano orti personali, che non vengono risparmiati al pari delle coltivazioni ‘professionali’, ma per i quali, al momento, non è previsto nessun tipo di risarcimento.

 

«Il problema dei cinghiali e degli ungulati in generale – prosegue Focacci – non può più essere rimandato. Il numero degli esemplari è cresciuto in modo esponenziale e questo crea problemi non solo al mondo dell’agricoltura, ma anche, ad esempio, del turismo, poiché parte del fascino della nostra Garfagnana sta proprio nel suo territorio, ma se questo viene costantemente devastato dai cinghiali, non può certo dirsi attrattivo per il turismo verde».

Stando alle testimonianze che la Cia Toscana Nord ha raccolto, le reti elettrificate non sono un deterrente sufficiente per i cinghiali:

«E’ stato visto – spiega Focacci – che molto spesso il primo cinghiale si butta sulla rete e la distrugge, aprendo così la strada agli altri che entrano indisturbati nel campo e ne fanno scempio. Inoltre, dobbiamo pensare anche a tutte quelle persone che, vivendo in campagna, hanno un appezzamento che coltivano per uso personale, che certamente non usufruiscono di nessuna facilitazione per installare le reti elettrificate e per coltivare frutta e verdura per uso familiare: questi non fanno un investimento così oneroso e, quindi, diventano facile terreno per procacciarsi cibo per gli ungulati. Per ultimo, ma non da ultimo, c’è da considerare un problema ambientale a lungo termine: installare un numero spropositato di reti elettrificate, significa nei decenni futuri avere queste reti abbandonate a inquinare e deturpare il territorio. Forse anche questo aspetto andrebbe preso in considerazione adesso».

«Come Cia Toscana Nord – dice Focacci – intanto chiediamo alle istituzioni che si impegnino affinché i ristori vengano ampliati e chi subisce danni accertati da cinghiale o ungulato venga risarcito anche se non titolare di partita Iva. Poi, ovviamente, è necessario che l’Atc sia tempestivo nell’attivazione dell’articolo 37, quello cioè degli abbattimenti selettivi che restano al momento il modo più efficace per limitare il numero di cinghiali presenti sul territorio. Chiediamo un confronto fra le parti in causa e le istituzioni dove cheideremo che le squadre facciano il loro lavoro, eradicando i cinghiali dalle zone non vocate, come, appunto, quelle agricole.

Infine – conclude il direttore della Cia Toscana Nord – se dovesse proseguire l’attuale inerzia proporremo un’azione di responsabilità nei confronti dell’Atc e delle squadre, ovvero una vera e propria class action per i danni fatti sia all’agricoltura sia alla proprietà privata».

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