Ricordando il magistrato barghigiano Emilio Biondi (1888 – 1960) (Prima parte).

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Quando uno a Barga arriva in fondo al Ponte Lombardini, oppure ha finito di salire Ponte Vecchio, eccolo al Largo Emilio Biondi, il personaggio di cui parleremo, cui fu intitolato quell’importante slargo stradale che anticipa il Centro Storico. Questo luogo un tempo molto lontano ospitava il complesso di una Porta di Barga, questa era detta di Borgo, composta di tre protetti e consecutivi accessi all’antico Castello. Allora era unicamente raggiungibile dal ponte di Borgo, che poi sarà detto Vecchio quando si costruì l’altro che da subito fu appellato Nuovo, attuato sul finire del secolo XIX e inizi XX.

Perse nel tempo le porte, definitivamente anche l’ultima circa la metà del secolo XIX, perché alienata e venduta dalla Comunità tra il 1834 e ’35, dall’acquirente fu smontata e da allora, pian piano fu sistemato quel vuoto. Definitivamente e specialmente quando fatto il Ponte Nuovo, su cui fu dirottata la via provinciale per la Garfagnana, che prima passava sul più angusto Ponte di Borgo, quest’ultimo e da questo momento, come detto, sarà appellato Vecchio. Ecco che da allora quel largo, importante per storia e spazio, rimase senza un nome e solamente definito negli anni trenta del Novecento e anche dopo, come l’inizio di via Marconi, quella strada che da lì conduce al Piazzale del Fosso o Vittorio Emanuele II.

Alla morte del magistrato Emilio Biondi, avvenuta l’anno 1960, pian piano tra i barghigiani sorse l’idea di intitolare quel largo al più importante personaggio che aveva abitato quel palazzo, affinché restasse viva tra la gente la sua memoria. Probabilmente la scelta del luogo mosse da una chiara evidenza, ossia, che lì, come detto, si affacciava il palazzo che suo nonno Agostino Biondi, proveniente da San Marcello Pistoiese, volle acquistare, così finendo per rendere appellata quella costruzione, ben definita nel prospetto panoramico di Barga, quale palazzo Biondi.

 

Vecchia immagine del palazzo acquistato da Agostino Biondi

Va detto però che c’è di più ancora, infatti, quale curiosità storica si rileva che nella perizia della vendita e abbattimento dell’ultima Porta di Borgo, eseguita dall’Amministrazione comunale di Barga a favore del dott. Antonio Corazza l’anno 1834, si trova citato anche l’orto del palazzo di Agostino Biondi, che allora era proprio confinante con quella porta, pressappoco nello spazio di fronte alla facciata del palazzo, di qualche metro spostato in avanti, perché direttamente sul prospetto dello stesso palazzo passava una strada castellana. Certamente una casualità, però, la famiglia Biondi, avendo perso con il tempo a seguire la proprietà di quell’orto modificato in una più ampia strada, ecco che senza una diretta volontà, che forse nessuno ricordava al tempo dell’intitolazione di quel largo, idealmente si potrebbe affermare che nel nome di Emilio Biondi, si è mantenuta la memoria dell’antica padronanza. Si faccia attenzione che quanto detto è una novità che evidenzia quest’articolo, cioè, l’orto del nonno Agostino Biondi, passando ai discendenti, tra cui il figlio Giovanni, nell’intitolazione del largo al nipote Emilio Biondi, possiamo dire che idealmente mantiene la memoria della sua origine.

A questo punto e lecitamente, uno potrebbe chiedersi: ma chi era Emilio Biondi? Noi con questo nostro articolo con cui cercheremo di ricordarlo, vogliamo rispondere a quella domanda e al tempo stesso rendere luce a questa figura che, tra l’altro, troviamo elencata tra le glorie di Barga in varie guide alla Città, senza che di lui, a nostra conoscenza, si abbia una ben che minima biografia, eccetto le memorie che di lui si recuperano su Il Giornale di Barga diretto dall’indimenticato Bruno Sereni, che fornito di buona penna, lo tratteggia con rara maestria e che vedremo più avanti. Comunque non potremo dire niente dal punto di vista professionale, del suo importante curriculum, ma forniremo solo delle note biografiche colte nei ricordi locali e in ciò che un discendente, il sig. Gabriele Chiara, che di lui Emilio è il trisnonno, ha inviato al sottoscritto.

Intanto diciamo il perché e com’è venuta l’idea a chi scrive di ricercare notizie sul personaggio per poi esporle in quest’articolo? In parte si è già capito ma comunque è presto detto, infatti, in questo mese di luglio tramite il social network facebook, dove al profilo del gruppo privato “Sei di Barga se”, un iscritto, per l’esattezza il mentovato Gabriele Chiara, divenuti virtuali amici su quella piattaforma, ha fatto giungere un messaggio molto esplicativo e preso in seria considerazione dallo scrivente. Infatti, egli chiedeva se qualcuno poteva avere notizie circa il suo antenato Emilio Biondi e il sottoscritto, quale esperto del Gruppo citato e appassionato di storia locale, gli ha fornito e ben volentieri, alcune note che oggi cerchiamo di ampliare.

Da questo primo contatto, privatamente, ne sono intercorsi altri, con l’idea di avere da Gabriele Chiara, se possibile, foto del personaggio, perché, appunto, mi era scattata l’idea di dedicare a Biondi un approfondimento storico e, perché l’appetito vien mangiando, da dividersi in due appuntamenti, che si pubblicherà sulla presente testata online de’ “Il Giornale di Barga e della Valle del Serchio”. La positiva risposta non è mancata e oggi forniamo il risultato della ricerca, in parte già resa nota sul citato social network.

Intanto premettiamo che la storia di Emilio Biondi, lui ormai scomparso da dieci anni, era il 1970, ci riserverà un finale molto triste che vedremo nel momento in cui parleremo dell’inaugurazione del largo al suo nome, quando la gioia della figlia Giovanna, del marito e del cognato e cognata si cangiarono per tutti loro in un abbraccio con Dio.

Iniziamo allora a ripercorrere la vita di Emilio Biondi con note di famiglia che lui stesso lasciò per i posteri, scritte su lapide di marmo che fece porre sulla porta che dà accesso, quasi certamente al suo appartamento nell’omonimo palazzo di Barga. Sono delle note molto ma molto interessanti e chiariscono assai la storia familiare come del palazzo; leggiamole:

Questa casa, trasferitosi dalla Montagna Pistoiese in Barga e qui sposatosi con Anna Cecchini di Sommocolonia, acquistò Agostino Biondi nel 1819, e vi nacquero i suoi nove figli, fra cui Giovanni che fu mio Padre.

A grato ricordo dei nonni non conosciuti, nonché del padre, della madre Giuseppina Orlandi di Lecce e della moglie Carolina Iacopetti di Barga, tutti affidando alla devozione del nipote Angelo, figlio della sua unica figlia Giovanna moglie di Giuseppe Chiara di Paternò, pose Emilio Biondi nel 1951.

 

Intanto possiamo dire che Agostino, era proveniente da San Marcello Pistoiese e figlio di Giuseppe di Giovanni Biondi e di Agata Barsotti. Pare che Agostino giungesse a Barga all’età di circa ventisei anni e fosse già vedovo di certa Teresa (Marini?). Qui si sposa l’11 settembre del 1819 nella chiesa di San Frediano a Sommocolonia con Maria Anna del dott. Pellegrino Cecchini, nell’antico castello che dall’alto domina Barga e tutta la valle. Insieme, come visto dalla scritta, ebbero nove figli, tra cui Giovanni, nato a Barga nel 1838, che diverrà ingegnere e sposerà Giuseppina Orlandi di Lecce, dall’unione nascerà il 4 gennaio 1888 il nostro Emilio, però non a Barga ma a Lucca. Segno questo che la famiglia, per presunti motivi di lavoro o altre ragioni, in quel momento non stesse a Barga, comunque fosse stata la storia, potremmo vedere Emilio che in quella Città poté studiare, poi sino alla laurea in giurisprudenza ma oltre a quest’ovvio percorso, ravvisabile nella sua professione, chi scrive non sa altro.

 

Va da sé pensare che i legami tra Barga ed Emilio, per avere qui le sue memorie familiari, non si scindessero mai, e probabilmente, anzi è certo fosse così, qua venendo molto spesso con la famiglia d’origine o addirittura tornandovi a stabilirvisi e poi, fuori lui per motivi di lavoro, venendovi con la sua, dopo aver sposato a Barga il 24 novembre 1913, la barghigiana Carolina Iacopetti (Barga 1889- Firenze 1951). L’anno successivo, nel 1914, lo troviamo in una pubblicazione del Ministero Grazia e Giustizia, quale Addetto al Tribunale di Lucca, pensando che lì vi vivesse con la moglie Carolina.

Importanti momenti di vita che comunque non inficiano il pensiero di saperlo molto legato a questo luogo, che potremmo definire, dell’anima e del cuore, una connessione testimoniata in varie foto di momenti sociali di Barga, specialmente del secondo dopoguerra, quando la sua persona era ricercata per rendere più belle e interessanti diverse iniziative popolari, questo per l’importante ruolo assunto nel campo della giustizia, e localmente citato sui giornali quale S. E. Emilio Biondi.

Per dire ancora del suo attaccamento a Barga, va detto che qui erano tanti dei parenti più prossimi, due sorelle, ma anche il cugino prof. Cesare Biondi (1867-1936), che fu sindaco di Barga, abitante nella bella villa di Pozza e figlio dello zio Enrico Pompeo, la cui storia si può leggere su questo sito, un articolo che scrissi nel 2011: “Il 75° della morte di Cesare Biondi”.

Altri parenti di Emilio, questi i più stretti, erano i Salvi, grazie a sua sorella Anna (1876-1933), che aveva sposato a Barga l’avv. Giuseppe, avendo due figli: Renzo e Elvira. La famiglia abitava nel bel palazzo che si trova a sinistra quando s’inizia a salire al Duomo dalla cosiddetta “rampa”. Altra sorella fu Rosetta Biondi (1883-1955), che sposò l’avv. Ettore Donetti di Genova, insieme avendo quattro figlie.

Qui per ora ci fermiamo, dandoci appuntamento alla prossima puntata.  (Fine prima parte)

 

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