FORNACI – Mi hanno chiesto di scrivere un commento, relativamente agli ultimi spettacolari accadimenti che hanno coinvolto il paese di Fornaci, per il rione Centro.
Parto dall’inizio, quando in una Domenica dello scorso autunno (2024), alla fine della messa, mi avvicina Don Giovanni dicendomi: “C’è un progetto nuovo per la comunità. Ci ritroviamo una delle prossime sere per presentarlo, avrei piacere che tu partecipassi”.
A questo tipo di richieste non puoi dire di no, per cui accettai l’invito.
Ricordo la sera dell’incontro, non eravamo in tanti ma c’erano Marco, Paolo e Giannetto e chiaramente il nostro Don ed altri che però ora non riesco a mettere a fuoco nella mia memoria. Inizia Marco dicendo dell’idea di rispolverare i vecchi
Giochi senza Frontiere, venuta a lui e confidata a Paolo per trovare supporto e visto che anche Paolo era più che convinto dell’idea ne fanno partecipe anche Don Giovanni che vedendoci un possibile coinvolgimento di tutto il paese non si tira indietro. Da qui ad allertare Giannetto, ultimo organizzatore rimasto, fortunatamente, è stato un ‘amen’(non poteva essere diversamente visto le pertinenze).
Marco e Paolo mentre spiegavano ai presenti quanto detto, mostravano grande entusiasmo e convinzione. Io purtroppo avevo qualche dubbio sulla riuscita ma non li ho mai espressi per non rovinare questo entusiasmo. Mi sono detto però “Qui ci vogliono dei giovani a cui lasciare l’organizzazione e noi di supporto quando necessario” e così sono riuscito a coinvolgere Nicola e Marta confidando nel fatto che si portassero al seguito i loro amici. Cosa che fortunatamente è avvenuta.
Ma questo che c’incastra col rione Centro? Nulla, ma era doveroso fare questo preambolo per capire come è partito il tutto e dare i meriti a chi ci ha creduto da subito.
Ed è da qui che parte il mio personalissimo commento per il rione Centro.
Vuoi per la conformazione, vuoi perché a livello abitativo si è svuotato, ha accolto l’invito per la partecipazione ai giochi in modo un po’ sornione, quasi indolente. Quando poi si è accorto che le cose stavano diventando serie si è svegliato. Non farò nomi perché tanto qualcuno me lo dimenticherei senz’altro e non voglio far torto a nessuno perché per l’impegno profuso non lo meritano.
Dicevo che, appunto, si è svegliato e sono cominciate le corse alle bandiere rosse, agli addobbi di via della Repubblica con le catene di bandierine rosse, da qui il goliardico appellativo “Siete come la CGIL” ma con chiaro riferimento al solo colore, l’apertura di svariate “chat” sui “social” ognuna riferita alla singola attività in cui gareggiare. Piano piano l’entusiasmo ha cominciato a fermentare, a ribollire. Prima, se non per interessi personali, quando c’incontravamo per strada ci salutavamo con un furtivo buongiorno od un ciao. Dopo, ogni momento è diventato buono per fermarsi e fare capannelli di persone per discutere e studiare dove mettere le bandiere e le catene di bandierine perché fossero più visibili. Quasi tutti i proprietari delle abitazioni o dei negozi chiedevano la disponibilità di questi abbellimenti per decorare le loro facciate. E non solo chi si affaccia su via della Repubblica ma anche chi è più arretrato rispetto alla via principale chiedeva le decorazioni. Ed anche le vie limitrofe del centro sono diventate rosse. Gli organizzatori hanno dovuto fare i
“salti ribaltati” per accontentare tutte le richieste nel minor tempo possibile. Nel giro di una settimana o poco più tutta via della Repubblica, la via centrale di Fornaci, è diventata di 4 colori: venendo da Lucca si incontra il Blu, poi il Rosso, il Giallo per finire al Bianco. Con ogni colore che rappresenta un rione.
Ed ancora, quanto fermento nelle chat, create appositamente, per allestire le squadre che poi avrebbero partecipato ai vari giochi e quando il tempo cominciava a stringere, con l’avvicinarsi delle date in cui si sarebbero svolti, si coglieva negli sguardi, si percepiva dai discorsi, il desiderio di partecipare agli allenamenti per difendere la causa. Tutto questo affrontato con spensieratezza e la voglia di stare assieme, sapendo che poi l’esito finale avrebbe avuto un peso relativo perché la vittoria era stata già raggiunta con il ritrovarsi insieme per un obbiettivo comune. E voglio fare un plauso ai giovani di questo paese che si sono presi le proprie responsabilità guidando i gruppi, amministrandoli e gestendoli. Anche se non abbiamo vinto i giochi, possiamo dire che il 4° posto è un buon piazzamento perché ci siamo conosciuti un po’ meglio, ci siamo ritrovati dopo anni, abbiamo incitato, applaudito, rincuorato, tutti assieme.
Persone piovute da poco a Fornaci si sono sentite parte del progetto come chi era già qui da più tempo, come chi ci è cresciuto, perché la vera caratteristica del Paese, da quando è nato, è di accettarti per quello che sei, per quello che puoi dare, magari non ti fa grandi inviti ma se vuoi partecipare non ti chiude la porta.
E’ veramente un Fornaci senza frontiere.
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