Gli esami di maturità lasciano sempre una scia di inquietudine, il fiato sospeso, un nodo in gola, sollievo e rimpianto, rammarico o stupore. Io quest’anno non ho esaminato nessuno, sono stati esaminati i miei studenti e da lontano ho aspettato che la loro esperienza maturasse per potergli dire che ogni esame sarà sempre un poco bugiardo. Quello che si dimostra in sede d’esame quasi mai è l’esatto riflesso della strada percorsa. Essere esaminati crea tensione, fa sentire giudicati, ma insegna a misurarsi con l’estraneità di uno sguardo e da questa collisione si può apprendere tanto.
La scuola avvolge, abbraccia, contiene; gli esami spingono via, vi accompagnano all’uscita e vi presentano al mondo attraverso uno sguardo veloce, necessariamente veloce. Non sono un male, non sono un bene, sono un rito di passaggio. Necessario rito di passaggio dall’adolescenza all’età delle scelte e delle responsabilità.
Non misurano il vostro valore, sarebbe pretenzioso e assurdo. Misurano singole prestazioni.
Gli esami non finiscono mai. Farete tante cose, sarete giudicati tante volte, a volte con benevolenza, altre volte con maggiore severità. Sappiate accogliere ogni esperienza con la consapevolezza di non poter corrispondere mai esattamente alle aspettative di nessuno, eppure, certi del vostro valore, sappiate fare tesoro di questo rito di passaggio.
E ancora una volta “Buon viaggio”.
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