A proposito di soccorsi e ricerche in montagna

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Alle ore 2 di questa notte i tecnici della stazione di Querceta del Soccorso Alpino e Speleologico Toscano, hanno dovuto raggiungere, con condizioni meteo avverse, il rifugio di Mosceta per accertarsi della presenza di un escursionista di cui si erano perse le tracce.

Un caso di mancato rientro che fa sorgere però varie riflessioni.

L’uomo era partito in treno da Prato il 2 Luglio per compiere un trekking a più tappe sulle Apuane.

Ieri, Domenica, avrebbe dovuto effettuare il tragitto dal Rifugio Puliti (Arni) fino al Rifugio di Mosceta. L’uomo, 50enne, aveva chiamato la famiglia solamente la mattina stessa prima di mettersi in cammino. Da quel momento nessun altro contatto è intercorso per segnalare la propria posizione.

Arrivato al rifugio di Mosceta, dove la linea telefonica è fuori uso e dove la copertura del segnale della telefonia cellulare è garantita solamente all’esterno nei pressi della teleferica, è andato a letto.

La famiglia, non sentendolo dalla mattina, si è preoccupata ma non ha chiamato la sera stessa, ma a mezzanotte.

Alla fine i soccorritori hanno dovuto percorrere il sentiero di notte con condizioni meteo avverse cercando di evitare i boschi a causa delle forti raffiche di vento.

Arrivati nel cuore della notte al rifugio, ai soccorritori è stata confermata la presenza dell’uomo.

Da segnalare che assieme al Soccorso Alpino era presente a Retignano un gruppo di Vigili del Fuoco pronti a dare supporto alle operazioni.

Il Soccorso Alpino invita gli escursionisti e i frequentatori della montagna a segnalare in anticipo ai familiari il percorso che si intende effettuare.

Inoltre, in caso di scarsa copertura telefonica, se l’ambiente lo permette, bisogna provare a cercare la linea più volte spostandosi, senza mettersi in pericolo.

Nel caso specifico, spiega il SAST, sarebbe bastato chiedere dove poter agganciare il segnale telefonico ai gestori del rifugio o comunque chiamare durante l’approssimarsi alla meta.

In caso di mancato rientro inoltre, i familiari non devono aspettare troppo tempo prima di allertare i soccorsi, per non mettere a repentaglio l’incolumità del disperso e dei soccorritori.

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