Lago Santo: sabato 14 giugno 2025. Presso il rifugio barghigano dedicato ad Alberto Bertagni, si è presentato il libro “Un diverso modo di possedere – I beni comuni fra Emilia e Toscana dalla storia al futuro”. L’interessante pubblicazione uscita in questo 2025, è la raccolta degli atti del convegno, due giornate di studio, voluto almeno per Barga, dalla locale ASBUC e da Istituto Storico Lucchese, che il 10 e 11 ottobre 2020 si svolsero tra Barga e Riolunato. Allora l’idea fu subito appoggiata da Fondazione Ricci Onlus, che fu la sede del primo incontro, da Istituto Storico Lucchese sez. di Barga, mentre per la parte emiliana dall’Accademia Lo Scoltenna e dal Gruppo Studi Alta Valle del Reno, con Riolunato che accolse nel locale Teatro il ritorno dell’iniziativa.
La pubblicazione ha tardato a venire per le complicazioni che il disastroso COVID ha causato a tante iniziative italiane, così ha subito dichiarato Renzo Zagnoni, il responsabile del Gruppo di studi alta Valle del Reno APS, Porretta Terme (Bo).
Il primo intervento ufficiale è stato quello del presidente ASBUC Barga Omero Togneri, il quale si è vivamente complimentato per il bel risultato raggiunto. Un libro utile per capire anche i Beni Asbuc di Barga, presentandosi come un importante tuffo nella storia di quei nostri possedimenti, la più lontana, un excursus che ci porta a riconsiderare tutta una vicenda della nostra montagna, specialmente dalla parte toscana. La difficile vita di un tempo, i cambiamenti avvenuti tra il secolo passato e il presente, specialmente nella raccolta di quei prodotti che il sottosuolo, per fortuna, offriva alle tristi giornate dei nostri montagnoli, che ne traevano un vantaggio andando a venderle alla città di Barga. Ricordando ancora Togneri alcuni dati di un tempo, quando c’erano cinquantasette alpeggi per le pecore, mentre uno solo nel 2024 e quest’anno neppure quello. Inoltre confermando che oggi soffrono anche i tagli del bosco per una politica sociale fortemente contraria.
Dopo Togneri ha preso la parola Sara Moscardini presidente dell’Istituto Storico Lucchese di Barga, ricollegandosi a un suo articolo storico pubblicato su Il Giornale di Barga dello scorso maggio “Un caso di cronaca 200 anni fa sull’Alpe”, dove si rileva quanto non fosse facile la gestione dei Beni di Barga, con una guardia nostra aggredita nel 1828 da furfanti intenti al taglio abusivo di alberi. Infine congratulandosi con quegli scrittori di Barga che hanno apportato il loro importante contributo al libro, i cui nomi si vedranno più avanti. Ovviamente non sono mancati i ringraziamenti agli amici seduti a fianco a lei per il bel risultato raggiunto.
Il primo di questi è Renzo Zagnoni responsabile del Gruppo di studi alta Valle del Reno, che è tornato a parlare di aspetti che riguardano il contenuto del suo intervento raccolto nel libro “L’Abate di Nonantola concede i boschi dell’Appennino alle comunità della Montagna Modenese”. Ponendo poi il suo sguardo sull’idea di un diverso modo di possedere i beni, che ceduti a privati, dovrebbero tornare alle comunità, con diversi esempi di comportamenti storici sui possedimenti.
Infine è stato il momento di Livio Migliori, presidente dell’Accademia Lo Scoltenna di Pievepelago (Mo), che ha ricordato come alla metà degli anni ’80 del Novecento, circa i controbattuti Beni appartenenti a Barga, intercorse tra le due realtà un solenne accordo che vide il ritorno di molti ettari di terreno al pieno possesso della parte modenese. Altre ancora le sue riflessioni, specialmente rispondendo a una domanda di una spettatrice, Claudia Bilia di Barga, circa il perché del nome Santo attribuito al lago, cogliendo l’occasione per riferire che in merito a ciò si pensa a diverse leggende ma essendo tali non possono aiutare a rispondere alla domanda. Va detto, però, che Migliori ha colto nella domanda un punto di riflessione che comunque l’ha portato a rilevare che su ciò esiste un deficit comunicativo e che potrebbe rendere maggiormente interessante una visita al lago, quindi, dal punto di vista turistico sarebbe bene approfondirlo e divulgarlo.
Al termine della presentazione diverse sono state le domande e riflessioni dei presenti, incentrati, per esempio, sulla custodia faunistica e altro. Per finire il nostro articolo crediamo utile citare gli interventi pubblicati nel libro e iniziamo con l’introduzione a firma di Migliori, Moscardini e Zagnoni. A questa segue l’intervento di:
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· Riccardo Rao dell’Università di Bergamo: “I Beni Comuni tra indagine storica, tensione normativa e conservazione ambientale”.
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· Segue a lui Renzo Zagnoni con l’articolo già citato in precedenza.
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· Poi quello di chi adesso scrive, cioè Pier Giuliano Cecchi, con “Pierino Belli a Barga: l’apice di una storia sconosciuta”.
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· Manuele Bellonzi: con “La gestione dei conflitti nelle proprietà collettive: una controversia nella Garfagnana del Settecento”.
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· Giuseppe Nardini: “I Beni Civici della Comunità di Barga”.
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· Pietro Natale Capitani: “La proprietà collettiva di Frassinoro capoluogo, storia, vicende e potenzialità alla luce della legge n. 168/2017.
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· Infine Giorgio Pinzolo: “Beni comuni, natura, comunità. Il crinale che unisce”.
Nel complesso sono sessantatré pagine di storie molto intense e affascinanti, sperando che si possa riprendere in futuro quel filo dei racconti e d’idee, nella loro conoscenza e divulgazione, utili per migliorare l’esistenza delle nostre genti.
Per la cronaca davvero ricco al termine della giornata il rinfresco offerto a tutti i partecipanti da Asbuc Barga.








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