Questo ricordo ha avuto inizio nel riprendere dalla biblioteca quei fascicoli che ancora oggi parlano del Gruppo Ricerche Storiche Archeologiche Barga, operante in loco dal 1969, anno di fondazione, sino al 1993, definitiva inaugurazione del Museo Civico del Territorio. Istituzione voluta e sorretta da un gruppo di persone composto di gente, in parte allora giovani, molto attaccata alla storia di Barga, consapevole che il passato dell’antico Castello avesse molto da raccontare, soprattutto a chi veniva da fuori ma anche ai paesani, sempre avidi di lontane notizie che dessero e sapessero rendere una voce ai mille misteri.
Quelle pagine del Gruppo Ricerche Storiche Archeologiche, frutto di una buona e fattiva volontà a favore di un’evoluzione culturale di Barga, ormai sono consegnate alla storia, raccolte in memorie, utili per chi volesse rendersi conto, per esempio, di come sia nata ed evoluta in Barga l’idea di un Museo a Palazzo Pretorio, effettivamente realizzato nel suo nucleo costitutivo, l’anno 1979 (1). Questo se fu il momento culminante di un impegno associativo, evoluto a comporre una pagina importante a favore di Barga, ve ne furono molti altri, certamente di minore impatto emotivo ma comunque importanti per non disperdere certe memorie nei meandri del tempo. Serpeggiamenti della mente che sfociano sempre in un mare che ingolla ogni cosa ma che possono tornare alla conoscenza pubblica, però a un unico patto e solamente se un gruppo di persone in quel mare vi s’immerge e ognuno, da buon palombaro culturale, scendendo a scandagliarlo, quelle memorie possono essere riportate a galla.
Da quel reale archivio di memorie ecco che di quel meritorio gruppo storico arriva alla mano un Consuntivo dell’attività- svolta nel biennio 1983-84 e parte del 1985, roba di quarant’anni fa, dove possiamo apprendere di ciò che allora fu fatto, al tempo in cui era presidente lo scrivente.
Sfogliando quello scritto ecco apparire, tra varie cose, l’allestimento di una mostra di vecchie foto, macchine fotografiche, e altro, dedicata al fotografo e fisico barghigiano prof. Michele Bertagna, che però nacque a Lucca il primo giorno dell’anno 1867, quando la famiglia vi si era trasferita per motivi lavorativi. Comunque la stessa famiglia mantenne sempre la sua residenza a Barga, nella casa avita, il palazzo su più piani che si trova a destra uscendo dalla chiesa di San Rocco, allora abitato anche da alcuni parenti Bertagna. Il titolo della mostra fu “Omaggio a Michele Bertagna” e vide l’esposizione di foto di Michele Bertagna tratte da un articolo che scrisse l’anno 1962 il barghigiano Antonio Mordini per la rivista La Provincia di Lucca(2), poi macchine fotografiche e foto d’epoca. All’iniziativa del Gruppo Storico collaborò con materiali fotografici anche il fotografo Pietro Rigali (Barga 1902 – 1992).
Tornando a Bertagna, questi svolse il suo ruolo d’insegnante di fisica e scienze nelle scuole superiori, almeno in tre città: Potenza, Massa e Pistoia, dove all’improvviso morì il dodici dicembre 1908 a soli quarantuno anni. Oltre alla professione, come accennato, sappiamo che fu un grande appassionato di fotografia, che affrontò e visse, oltre che con un senso d’arte, certamente con il piglio del vero scienziato. Infatti, studiò e realizzò nel suo tempo un vero primato circa la fotografia a colori su carta, ricavandone un pratico metodo per ottenere delle belle foto, così immortalando, correva l’anno 1905, in due pose e nel suo vivido carnato, anche l’amico Giovanni Pascoli, si dice che ritrasse anche la sorella Maria.
Il nostro Bertagna, apprestatosi l’anno 1908 a portare in seno alla Società Italiana di Fisica, cui da anni era associato, la sua pratica idea circa la realizzazione della fotografia a colori su carta, all’improvviso, il dodici dicembre di quell’anno, lo colse la morte. Qualcosa di quella sua esposizione apparve postuma sulla rivista “Il Nuovo Cimento”, che era l’organo a stampa della detta società, in uno dei primi numeri dell’anno 1909.
Il primato di Bertagna, così come ci racconta Michelangelo Castaldo in un suo articolo per Il Tirreno dell’anno 1958(3), certamente redatto in omaggio allo scienziato in occasione dello scadere del cinquantesimo dalla morte, “fu quello di avere risolto, fin dai primi anni di questo secolo (N.d.R. il ventesimo), quando la fotografia non era ancora uscita da una fase sperimentale, il problema di ottenere direttamente sulla <carta> una stampa a colori.”. Castaldo, che di Bertagna già aveva scritto qualcosa l’anno 1955, continuava osservando che lo stesso riuscì a realizzare la foto a colori su carta con formule di cui solo lui sapeva il segreto. Alla morte, precoce rispetto all’evoluzione della pratica riuscita delle sue idee, non lasciando diretti discendenti cui affidare la sua scoperta, la madre era morta nel 1904, il padre assai prima, il tutto dei suoi pratici studi e materiale accessorio, non sappiamo che svolta prese. Probabile che da Pistoia le sue prove e foto, con gli appunti, diremo le note circa il “metodo Bertagna per le foto a colori su carta”, arrivarono a qualche parente a Barga ma siamo all’oscuro delle mosse, e da qualcuno di loro posto nelle mani di personalità della stessa Barga. Le tracce ci portano alla famiglia Mordini, a Leonardo figlio del defunto patriota Antonio, altre ci portano a Morando Stefani, nei modi e tempi, appunto, che non sappiamo. Resta il fatto che per fortuna, almeno hanno conservato le foto realizzate a colori, così contribuendo in maniera decisiva a mantenere il ricordo dello scienziato. Tra alcune cose di Morando Stefani che furono donate al Comune di Barga sul finire degli anni ’80 del Novecento, c’erano anche alcune foto e prove fotografiche di Michele Bertagna, altre erano in possesso del fotografo Pietro Rigali, che presto entreranno per donazione dei discendenti, Elena e Giuseppe Biagiotti, nel patrimonio della Fondazione Ricci di Barga.
Le postume fortune che ebbe in Barga Michele Bertagna, oltre alla sua memoria, che maggiore si fa nell’archivio di Casa Pascoli, dove si conservano le sue non molte ma significative missive, altre le citazioni pascoliane contenute nelle lettere che il Poeta scambiò con l’amicissimo Alfredo Caselli, dove ogni tanto si parla di lui, oltre ciò, ecco cosa si fece nel pratico affinché non si dimenticasse la sua scienza fotografica.
Nel 1952 usciva una prima guida turistica di Barga, curata dalla Pro Loco di Pietro Marroni, e vediamo che lì si fa un elenco delle belle figure storiche di cui la Città ne va fiera e tra queste il Prof. Michele Bertagna, specificando chiaramente i suoi meriti; fu questo un piccolo segno di grande importanza. Dopodiché, certamente, il più importante messaggio, quantomeno quello che ebbe una maggiore forza divulgativa, diretta a non dimenticare l’ingegno di Bertagna, pervenne dall’impegno giornalistico di Michelangelo Castaldo, che il 3 giugno 1955, sul Giornale dl Mattino di Firenze pubblicava l’articolo cui si è fatto cenno poc’anzi, “Ricordo di Michele Bertagna. Uno scienziato di Barga pioniere della fotografia a colori” (4), altro il già ricordato dell’anno 1958, cui fece seguito quello del barghigiano Antonio Mordini figlio di Leonardo, l’anno 1962. Questi tre lavori giornalistici che, tra l’altro, entrano nel merito della scienza di Bertagna, sono di basilare importanza, perché senza questo rinverdire con cognizione e forza la sua memoria, probabilmente dello stesso Bertagna, usiamo il forse, si sarebbe, non dico persa, ma assai allontanata la memoria della sua scienza.
In Barga, specialmente l’articolo di Antonio Mordini del 1962, s’insinuò con forza tra gli impegni dei più attenti alle memorie locali, riuscendo oltremodo invitante per porre l’attenzione al grande concittadino. Infatti, negli anni successivi, nei tempi nuovi della società italiana, che vide la fotografia in genere avere la sua rinascenza e questa che sempre più andava espandendosi tra i giovani di allora come attività meramente culturale mirata a cogliere e fermare in uno scatto il bello che ci circonda, ecco che degli appassionati locali, un gruppo di persone di Barga, sentì il bisogno di riunirsi insieme, per discutere, aggiornarsi e magari fare mostre a soggetto, così fondando il “Circolo Fotografico Michele Bertagna”.
Uno dei più indicativi impegni del ricordato gruppo fu il totale sostegno fotografico fornito al direttore de’ Il Giornale di Barga, Bruno Sereni, per la realizzazione della Guida di Barga edita poi dal Comune di Barga l’anno 1980.

Dopo questi momenti di attenzione alla memoria del nostro Bertagna, eccoci al 1984, quando in concomitanza con il periodo estivo, il Gruppo Ricerche Storiche Archeologiche di Barga, diretto dallo scrivente, decise di attuare una mostra di vecchie fotografie che essenzialmente ricordasse il passato della Città nei suoi abitanti, ovviamente l’intento era quello di concorrere a mantenere vivo il nome del fisico e nel caso del fotografo Michele Bertagna, uno dei pionieri della fotografia a colori.
La mostra vide l’impegno di diversi iscritti del Gruppo Ricerche Storiche Archeologiche e principalmente dalla ormai cara Maria Vittoria Stefani, che con l’ausilio di diversi soci condusse a buon fine l’iniziativa. Nel libretto di presentazione è ricordato chi dette il suo impegno: Pier Giuliano Cecchi presidente, Mrakic Stefano segretario, Maria Vittoria Stefani, Alfreda Verzani, Florio Biagioni, Marisa Desideri, Ralph Ercolini, Rolando Gonnella, Luca Luchini e Moreno Tognelli, che era il proprietario della galleria “Il Tarlo”, oggi defunto. Alla presentazione che si tenne sotto la Loggia del Capretz portò il suo saluto l’allora assessore del Comune di Barga Carlo Meoli, l’allora presidente della Pro Loco e socia del gruppo Alfreda Verzani, ai quali si unì, a nome dello stesso gruppo, Maria Vittoria Stefani.
Terminiamo quest’articolo con le parole che usò Il Tirreno, a firma di Nicoletta Frati, nel presentare la mostra: “Barga –La mostra omaggio a Michele Bertagna è stata aperta a Barga presso la galleria Il Tarlo situata in Piazza del Comune. Coordinatore e organizzatore dell’iniziativa è stato il laborioso Gruppo Ricerche Storico-Archeologiche, che ha messo a disposizione dei visitatori un nucleo di documentazione fotografica comprendente macchine fotografiche, cineprese e tantissime foto d’epoca. Ma il nucleo centrale di tutta l’esposizione è costituito dal materiale di Bertagna che seppur esiguo, ha un’importanza eccezionale non solo nell’ambito della cittadina ma della stessa storia della fotografia. … ”.
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