Il pubblico fotografo a Barga tra i sec. XIX e XX (Seconda parte)

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Riprendiamo dopo il primo articolo che abbiamo pubblicato su questo sito, il nostro excursus sui pubblici fotografi a Barga, e oggi parleremo ancora di Valentino Bonaccorsi e vedremo anche come evolse in loco questa professione, con delle prime notizie, le più remote che siamo riusciti a trovare e che ben ci introducono a scoprire questo mondo che anche da noi ebbe una particolare evoluzione e un suo straordinario fascino.
Il primo ricordo scritto di un fotografo a Barga lo abbiamo tramite il giornale locale L’Eco del Serchio. Si tratta del primo anno di pubblicazione del periodico, esattamente sul numero 4 di domenica 14 marzo del 1880, dove compare una reclame fatta a un fotografo, certo Enrico Sormani, che già aveva lavorato in valle, nella cosiddetta Garfagnana: “Tra pochi giorni avremo fra noi il Fotografo signor Enrico Sormani artista capace già conosciuto anche a Castelnuovo di Garfagnana, dove ha lavorato con precisione e con soddisfazione dei suoi clienti.”.
Dal tenore della pubblicità è chiaro che a quella data già ci fosse un fotografo a Barga, come vedremo, altrimenti, se fosse stata una novità, si sarebbe rimarcato a chiare lettere. Ovvio pensare allora a Valentino Bonaccorsi.
Reclame del fotografo Sormani su L’Eco del Serchio, Barga, marzo 1880.

Infatti, ecco Valentino Bonaccorsi, certamente punto sul vivo, sempre su L’Eco del Serchio (n. 16 di domenica 6 giugno 1880), “rispondere” all’annuncio del fotografo Sormani con un suo articolo: “Fotografie”.Uno scrittocon cui si fa autore di una sorta di reclame che riguarda la sua attività, annunciando che ognuno, recandosi al suo stabilimento fotografico, potrà avere ritratti per lira una e centesimi cinquanta con il nuovo sistema Jankovic. Questi era il fotografo Jankovic Giovanni che aveva studio a Venezia in Campo San Zaccaria e negozio in piazza San Marco. Nel 1878 aveva partecipato all’esposizione di Parigi, ottenendo una menzione d’onore e nel 1880 pubblica un libro “Trattato Teorico Pratico del Nuovo Processo per Negativi di ritratti e paesaggi alla Gelatina Bromuro”.

Inoltre, Bonaccorsi, con lo scritto annuncia di avere un nuovo apparecchio inventato da Raffaello Landucci di Viareggio, che può ingrandire ogni foto, con una minima dimensione di cm. 19 x 24 eseguibile per Lire sei. Unica condizione che il sole sia libero e non nascosto dalle nuvole e che lui aveva l’apparecchio senza ricorrere ad altri fotografi. Il messaggio è sibillino, infatti, Bonaccorsi dichiara che questo strumento è segreto e non serve ricorrere ad altri fotografi, ora è chiaro che con il fotografo Sormani si è aperta una certa sfida professionale. Una concorrenza che s’innalza con quanto fa presente Bonaccorsi, ossia, che aderendo all’idea dell’inventore, non interessato a un basso uso da speculatore del suo prodotto ma solo illustrare con esso e al meglio l’arte fotografica, lui, lo stesso Bonaccorsi, ci dice che di quello strumento ne aveva anche da vendere per £ 500, rendendosi disponibile a spiegarne il funzionamento teorico e pratico.
Mi pare chiaro che l’annuncio del fotografo Sormani ha svegliato in Bonaccorsi le attenzioni alla sua professione e vedremo ora che i due entreranno in palese contrasto. Andando ai fatti, ecco che siamo al Teatro dei Differenti per uno spettacolo tenuto dal prestigiatore Mercinetti e figlio, cui partecipa anche la Banda Comunale di cui era presidente il Dottor Tallinucci, assente nel Teatro, filarmonica comunque rappresentata suo vice, il cognato Valentino Bonaccorsi che è anche uno dei suonatori di clarinetto.
Si arrivò alla fine dello spettacolo e il prestigiatore, magia delle magie, fece apparire dal suo cosiddetto “lampione da carrozza” che teneva in mano, dei “quadri dissolventi cromotropici” che, come vedremo, furono causa di un battibecco professionale tra i fotografi Sormani e Bonaccorsi. Questa storia si evince da una lunga cronaca sempre de’ L’Eco del Serchio (n. 18 di domenica 20 giugno sempre 1880).
Causa del diverbio fu che tra i quadri dissolventi che raffiguravano arlecchini, scimmie e corse di diavoli, ecco apparire il Dottor Tallinucci, come detto, non presente in Teatro. Ecco che all’improvviso si udì una voce che proveniva dal primo ordine dei palchi che si lamentava di ciò, adducendo ignoranza, brutta cosa aver messo così alla berlina Tallinucci tra tutti quei quadri strani, talché ecco uscir al proscenio il prestigiatore adducendo che in qualche misura aveva avuto il permesso.
 
Intanto, prima e dopo il pubblico applaudiva al Dottore, così dimostrando di esser stato piacevolmente sorpreso e quindi contento dell’accaduto, anzi, tutti reclamavano il bis a piena voce.
Ovviamente il prestigiatore aveva avuto il permesso di mostrare la foto dal cognato del Dottore, Valentino Bonaccorsi, essendo sua la foto, certamente per far vedere che lui era quel valente fotografo che qualcuno venuto da fuori voleva mettere in difficoltà.
 
Foto del Dottor Pietro Tallinucci nato nel 1820 e morto l’anno 1884.
Questa, però nel suo intero formato, potrebbe essere l’immagine che
Valentino Bonaccorsi aveva fatto al cognato qualche anno prima della morte e poi concessa  al prestigiatore Mercinetti per proiettarla al Teatro dei Differenti.

Infatti, chi protestava era proprio chi era venuto da fuori, ossia, il fotografo Sormani, che disse a chiare lettere “sono io il primo a fargli ovazioni … ma si doveva scegliere una negativa che il pregio artistico meglio spiccasse e fosse più degna di lui.”. Dall’orchestra, dove era allocata la Banda Municipale, si alza una voce, quella di Bonaccorsi, che protesta: “La faccia meglio lei, Sig. Sormani, la faccia.” … “Certo che la farò”.Dopo l’accaduto tutto tacque, sino a che non riapparve l’immagine del Dottor Tallinucci e tutti ripresero ad applaudirlo e qualcuno inneggiava a “Viva Valentino”. La cronaca di Pietro Groppi si chiude con delle parole che ben chiariscono l’accaduto “Cicero pro domo sua” ovvero, “Gelosia di Mestiere”.

Valentino Bonaccorsi però non gradì molto l’articolo di Groppi, veramente assai arzigogolato e in parte sibillino, infatti, rispose alla sua cronaca con una lettera che fu pubblicata sul giornale, chiarendo che aveva il permesso di mostrare la foto del cognato Tallinucci e che lo stesso Groppi facesse attenzione ai sinonimi di “Arte Professione Mestiere”.
Una bella foto di Valentino Bonaccorsi che ben dimostra la sua raggiunta professionalità.
Nell’immagine è ripreso il cavaliere Egisto Piacentini (Barga 1849 – 1933), che alla morte del governatore dell’Arciconfraternita di Barga, il Dottor Tallinucci, avvenuta l’anno 1884, lui ne prese le redini sino al 1927

Il direttore Groppi parrebbe che se la legasse al dito quell’allusione ai sinonimi detti sopra, rispondendo nero su bianco circa sei anni dopo, quando stilò e stampò l’Annuario Bargeo del 1886, dove alla voce Fotografia scrisse: Valentino Bonaccorsi dilettante. In effetti, guardando la foto di Egisto Piacentini qui a fianco, fu veramente allusione sibillina definire dilettante il fotografo Bonaccorsi, perché aveva una buona conoscenza del mestiere, tale da meritargli l’appellativo di professionista, anche perché quella era la sua principale attività. Intanto, di là dal merito di quanto detto, vediamo da quest’Annuario che Valentino sia l’unico fotografo di Barga e forse anche dello stesso comune. Inoltre che era consigliere comunale ed anche esperto di fuochi pirotecnici.

Andando avanti nel ripercorrere le orme di Valentino Bonaccorsi, eccoci a un’altra pubblicità, dove, seguendo la didascalia della foto tratta dal Giornale locale La Corsonna, vediamo che, come già accennato, ora ha studio e laboratorio fotografico in Via del Duomo n. 8. Questo, probabilmente, era situato nella casa che stava di fronte alla chiesa dello SS. Crocifisso, oggi non più esistente, avendo lasciato il posto alla piazza della chiesa.
Infatti, quella casa era del dott. Ezio Lucignani, marito di Nelly Bonaccorsi, figlia di Valentino.  Calcolando i possibili numeri civici di via del Duomo, abbiamo la certezza che lo studio fotografico di Valentino, dal precedente in piazza Garibaldi, fosse stato trasferito in questa casa.
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Dal giornale di Barga La Corsonna, primi anni del Novecento, ecco una reclame del fotografo Valentino Bonaccorsi:
“Premiato stabilimento fotografico V. Bonaccorsi – Via del Duomo N. 8 – Barga. Aperto al pubblico tutti i giorni festivi e di mercato. Stampa moderna al platino – Fotografia popolare. Riduzione di prezzo per i gruppi di famiglie – Ingrandimenti, Galleria in giardino e Camerino oscuro per uso dei sigg. dilettanti”.
Per meglio inquadrare chi fosse nella società di Barga Valentino Bonaccorsi va detto ancora che fece parte come consigliere del Magistrato dell’Arciconfraternita Misericordia dal 1889 sino al 1901. Nel 1880-81, quando la Misericordia voleva fare un suo cimitero, Bonaccorsi fu eletto far parte del comitato nominato a tale scopo sino agli accordi con il Comune per un quadrato dentro l’attuale camposanto. Come consigliere comunale di Barga aveva perorato, tra l’altro, la causa dell’erezione di un monumento a Giuseppe Garibaldi, questo subito dopo la sua morte che avvenne nel 1882, e quando l’idea partì lui fu uno dei segretari per seguirne l’iter, anche economico. Ebbe parte anche nell’erezione del monumento al cognato Dottor Tallinucci, idea nata subito dopo la morte che avvenne nel 1884. Da Vice presidente della Banda Comunale divenne poi il presidente, si dice nel 1883. Fece parte ancora della Triade che governava il Conservatorio Santa Elisabetta, almeno dal 1894 in poi si ritrova in questo incarico e per altri anni, con riscontri che ci portano sino almeno al 1907.
Nell’Annuario d’Italia del 1899, vediamo che a Barga Valentino Bonaccorsi era sempre l’unico fotografo. Similmente è ricordato nella Guida di Barga di Pietro Groppi del 1901, ma qui si dichiara che avesse il gabinetto fotografico, come già osservato, in Via del Duomo al numero civico 8. Un tale stato professionale si ritrova anche nella Guida del Touring Club del 1904; ripetiamo che Valentino si fosse trasferito lì da Piazza Garibaldi.
Un bel panorama di Barga sotto la neve. Fotografia realizzata da Valentino Bonaccorsi l’anno 1901

Nella reclame di Bonaccorsi vista in poc’anzi si legge della stampa fotografica al platino, un metodo nato alla fine dell’Ottocento. Era, allora, una tecnica innovativa nel campo fotografico che aveva la qualità di restituire alla foto un più ampio numero di toni rendendo le immagini più accattivanti, in pratica, più belle.

Altra notizia che interessa il presente lavoro sta nel fatto di apprendere, così pare di capire dalla stessa pubblicità di cui sopra abbiamo parlato, che volendo, recandosi allo studio Bonaccorsi si può fare pratica fotografica.
(Fine seconda parte – continua).

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