Come il profilo delle Apuane

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Scatto una fotografia e la interrogo.

Mi mostra il profilo delle Apuane, ma non sa ritrarre esattamente questo momento di preziosa solitudine.

Sono tante le cose che contiene e nasconde, per esempio: la dolcezza del silenzio che mi abbracci; il mio profilo; il rumore dei miei pensieri che chiedono voce per riordinarsi; il ricordo di quando ero ragazza, suggerito all’improvviso dal profilo delle Apuane, che in qualche modo mi corrisponde esattamente. È forte e spigoloso anche il mio profilo e da ragazza mi sono fatta la guerra tante volte.

Volevo essere bella. Da donna ho scoperto che è bellissimo avere difetti, l’imperfezione avvicina alla viscere della terra e, forse, affina i sensi. In questo momento, scrivo seduta su una panchina, col sole negli occhi e spero che l’estate sia vicina. Non so se sarà un’estate calabra, come io la so immaginare, ma so che al tramonto, nell’attesa di tornare alle mie radici, verrò qui e mi lascerò impigrire dal sole tiepido.
In queste parentesi di ozio ritrovo sempre la mia pelle e i miei occhi. Oggi chiedo scusa a quella ragazza che odiava il suo profilo. Ho finalmente capito che il mio profilo è in linea con le mie contraddizioni e so che non avrei potuto essere nient’altro che questa.
Li dedico ai cuori giovani questi miei pensieri oziosi, perché da insegnante voglio che imparino la gioia dell’essere se stessi.
Siate liberi come il cielo, tortuosi e forti come il profilo delle Apuane.

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