Ricordi, voci ed emozioni

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Può capitare, a volte, di soffermarci ad osservare un panorama familiare, un quadro amico di ogni giorno e vederlo con occhi diversi, gli occhi del cuore che dalla realtà staccano immagini di vita vissuta, ricordi, voci, armonie e altro… Gli elementi che compongono l’insieme sono gli stessi: il Duomo e la Pania in primo piano, le case della “Fornacetta”, i giardini, gli archi della Ripa, ma c’è qualcosa che ci trattiene ancora per andare oltre. Lo sguardo si avvicina poi al prato circostante, punteggiato da margheritine e ranuncoli, più in là nuvole rosate si alternano ad alberi “ingemmati”. Un coro di coccodè si alza dal pollaio, come un richiamo e la chioccia esce dal covo, seguita da una scia gialla di batuffoli traballanti.

Ad un tratto il doppio delle Quarantore arriva ora amplificato e scandito, ora intervallato da silenzi. È la domenica delle Palme, gli impegni della Settimana Santa sono tanti, secondo la tradizione alla quale non vogliamo rinunciare: il giorno del pane, la preparazione delle torte di riso e della schiaccia, la visita al pollaio per scegliere la gallina e il pollo da sacrificare per il pranzo della festa; un momento che crea scompiglio nel pollaio, chi scappa da un parte e chi dall’altra, ma la scelta è fatta. La gallina rossiccia che non ha mai fatto le uova è adatta per un buon brodo e quel galletto che se ne sta sempre in disparte e che non attira la simpatia delle compagne di recinto, sarà un buon bocconcino per l’arrosto.

È il giorno del pane. Il coperchio della madia è sollevato, gli ingredienti sono pronti e, di buon mattino, la mamma impasta il pane, una fornata speciale per la famiglia e per gli amici. Mentre le pagnotte lievitano, al caldo, ben allineate sulla tavola, è utile accendere il forno; la legna è già stata preparata sul “portichetto”, gli stecchi per avviare la fiamma, le fascine ricavate dalla potatura degli olivi e gli attrezzi a portata di mano. Questa operazione richiede tempo ed esperienza perché il calore possa penetrare lentamente nei mattoni fino ad apparire sbiancati. Il forno rimarrà tiepido e basterà una “focatella” per cuocere le torte di riso, un dolce tipico che non ha uguali. La mattina di Pasqua sarà il turno degli arrosti e il forno accoglierà anche le teglie dei vicini, abituati a condividere momenti di lavoro e di svago, consueti di chi vive in campagna.

Una tovaglia di famiglia, tessuta al telaio, copre la tavola, apparecchiata con i piatti buoni, le posate e i bicchieri tenuti di conto per le occasioni importanti, i tovaglioli di stoffa e, vicino ad ogni piatto, un rametto di olivo benedetto e un uovo sodo, come segnaposto.

Siamo in tanti, basteranno le sedie? Questa difficoltà si presenta ogni volta che ci riuniamo a pranzo.

Oggi è cambiato il modo di essere e di pensare; i giovani preferiscono trascorrere le vacanze pasquali in gita, secondo il proverbio “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”. Chi rimane a casa prova il calore della famiglia riunita intorno a una tavola colorata e festosa, in compagnia dei nipoti e dei parenti più cari; gusta prelibatezze preparate con cura nell’attesa magica di spaccare l’uovo di Pasqua… e non buttiamo via la carta perché diventerà un bellissimo aquilone da librare nel cielo primaverile.

 

 

PS: consigli per il menù di Pasqua

Dal ricettario della nonna: “Costolette di agnello grigliate”

In una ciotola preparare un miscuglio di olio, succo e scorzette di limone, insaporire con erbe aromatiche (timo, menta, maggiorana…), sale e amalgamare tutti gli ingredienti. Tuffare le costolette e lasciarle insaporire. Avvolgere poi ogni costoletta in carta stagnola, conservando il liquido. Cuocere su una griglia preriscaldata, girando i cartoccetti di tanto in tanto. Versare il liquido sopra le costolette e coprire con un coperchio.

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