L’attualità di Elena Guerra, Apostola dello Spirito Santo

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Una riflessione per la Pasqua si può trarre dalla vita di Santa Elena Guerra, canonizzata il 20 ottobre da Papa Francesco. Ma, prima, dobbiamo soffermarci su un episodio che ce la fa sentire particolarmente vicina e che dobbiamo a Giulio Simonini, storico corrispondente de La Nazione dalla Media Valle del Serchio. In un suo libro A tu per tu con 40 Lucchesi Illustri , edito da Mara Pacini Fazzi, riferendosi a Elena Guerra, racconta: “Durante una delle sue viste all’Istituto Zitine di Gallicano, a mia madre Evelina, che si complimenta con lei per le sue opere, risponde: ‘Non sono io che scrivo, ma è lo Spirito Santo che guida la mia mano’.”

Una risposta lapidaria ma che esprime la fede e la tenacia con cui Elena Guerra si dedicò alla realizzazione del culto del Divin Paraclito. Un percorso non facile, come sempre accade nella vita dei santi, ma che lei seppe affrontare senza mai venire meno ai suoi intenti. Nata a Lucca del 1835 cesserà il suo transito terreno l’11 aprile 1914, un sabato santo, alla stregua della sua alunna di scuola, Santa Gemma Galgani. Di censo abbiente, la famiglia di Elena era molto religiosa. Lei, fin da piccola, si sentì portata a frequentare la Chiesa e pregare. Ancora ragazza, andata a Roma col padre per un pellegrinaggio pasquale, visitata la tomba di S. Pietro, ebbe modo di toccare la mano a Pio IX. Evento che le dette una forte emozione. Durante la giovinezza fu affetta da una strana malattia, che la teneva inchiodata nel letto. Ma non si perse mai d’animo. Di notte, al lume di gusci di noce pieni di olio d’oliva, leggeva testi religiosi e teologici. Un apprendistato sotto la mano di Dio. Infatti, iniziò a scrivere. A conoscenza della vita disagiata delle ragazze di campagna, comporrà La pia contadinella; pagine dove suggerisce consigli alle giovanette. Con alcune creerà l’associazione delle Amiche spirituali. Intanto inizia anche a collaborare con il Corriere Toscano, l’Esare e Il Monitore Ecclesiastico. Insomma, una santa intellettuale in anticipo sui tempi. Infatti, tra le sue iniziative non manca quella di educatrice scolastica, periodo in cui ebbe come allieva S. Gemma Galgani, con la quale soleva leggere pagine della Passione di Cristo, commuovendosi, entrambe, fino alle lacrime.

Nel frattempo, in mezzo ai tanti impegni, aveva avuto un’intuizione che si tramutò, presto, in desiderio: istituire il culto dello Spirito Santo. Riguardo al quale scriverà a Leone XIII per ben tredici volte. Fin dalla prima lettera il Papa le rispose che apprezzava questa sua proposta e il 18 ottobre 1897 le concede un’udienza privata, dove la incoraggiò a proseguire nei suoi progetti. Cosa che lei non mancherà di fare, affrontando anche non poche difficoltà, ma che sempre, grazie alla fede nello Spirito Santo, supererà.

Il 26 aprile 1959, a seguito di due suoi miracoli, Papa Giovanni XXIII la proclama beata nella Basilica di San Pietro. Ma ora, sebbene tralasci per motivi di spazio molto di quanto Elena portò a termine, veniamo al miracolo che ha contributo a proclamarla santa: un brasiliano, caduto da un albero mentre svolgeva lavori di manutenzione, finisce in coma all’ospedale. I medici diagnosticano che non si riprenderà. Ma parenti e amici pregano intensamente, chiedendo l’intercessione a Elena. Finché l’uomo non solo si risveglia dal coma, ma esce dall’ospedale con le sue gambe, senza bisogno di alcuna terapia riabilitativa. Non a caso il postulatore della causa di canonizzazione di Elena Guerra, Paolo Villotta, in una intervista a Vatican  News, ha tra l’altro detto: “C’è sempre un divino, un ordine verticale. Nella vita di Elena Guerra abbiamo la possibilità di vedere la sua grande voglia, le sue intuizioni, tutte però coronate dalla preghiera incessante”.

Questo l’esempio da cui dovremmo trarre la nostra riflessione. La preghiera incessante a Dio. Cosa che Santa Elena Guerra ha cominciato a fare, con coraggio e costanza, fin dalla tenera età, e che bene traspare dalla convinzione con la quale, nel lontano 17 aprile 1895, scrive a Papa Leone XIII dicendogli: “Santo Padre, si raccomandano tutte le devozioni, ma di quella devozione, che secondo lo Spirito della Chiesa, dovrebbe essere la prima, si tace. Si fanno tante novene, ma quella novena che, per ordine del Salvatore medesimo, fu fatta anche da Maria SS. e da tutti gli Apostoli, è ora quasi dimenticata. Si lodano dai predicatori tutti i Santi, ma una predica in onore dello Spirito Santo, che è quello che forma i Santi, quando mai si ascolta… Dunque, o Santo Padre, voi solo potete far sì che i Cristiani tornino allo Spirito Santo, affinché lo Spirito Santo torni a noi; abbatta il maligno impero del demonio, e ci conceda il sospirato rinnovamento della faccia della terra”.

Fu così che Santa Elena Guerra divenne l’Apostola dello Spirito Santo, e depositaria di un messaggio di pace e di rinnovamento, umano e spirituale, più che mai necessario e attuale.

Non per niente è stata proclamata santa mentre traversiamo uno dei momenti più difficili della nostra storia.

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