Consigli non richiesti per chi parte e per chi resta

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Ingoiare gioia.
Sputare noia.
Scrutare, spiare, sprecare bellezza.
Cercare il sole.
Chiudere gli occhi e pensare ai vecchi.
Cercarsi nell’ombra allungata del meriggio.
Non rinunciare al miraggio.
Sognare ad occhi aperti il prossimo viaggio.
Guardare le cose piccole.
Fare attenzione alle azioni minime.
Rispettare confini.
Sconfinare solo per andare oltre e altrove, altrimenti fare un passo indietro.
Guardare sempre negli occhi le persone che amiamo.
Ringraziare sempre.
Chiedere scusa quando si sbaglia.
Andare senza sapere dove.
Viaggiare come un viandante (e non come un turista).
Sentire le differenze tra sé e sé,
farsi a pezzi, riunire i cocci.
Interpretare i ruoli con l’audacia degli artisti.
Cercare la gioia.
Spogliarsi.
Leccarsi le ferite.
Aprire le finestre.
Respirare.

Vedere tutte le cose che chiedono di essere viste.
Chiudere gli occhi tutte le volte che piccoli misteri chiedono di non essere svelati.
Andare oltre l’abitudine.
Dire una parola audace, oppure tacere.
Guardare le cose piccole con grande attenzione.
Custodire segreti, scoprire nuove identità.
Affinare i sensi: annusando, spiando, succhiando miele, leccando il sale, toccando cani, gatti, fiori e cuori.
Accarezzare capelli, pensieri e desideri fin dove si può.
Perdonarsi.
Affidarsi.
Brillare un po’ di più nella superficie dello specchio e arrendersi all’inganno della vanità.

Ricordarsi di mettere in valigia tutti i venti che ci hanno attraversato.

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