Il mio ricordo del Giovannino di Val di Vaiana

- 2

“Sono il Giovannino di Val di Vaiana”

Oggi 6 gennaio 2023 è trascorso un anno esatto da quando il Giovannino ci ha lasciato ed ancora forte è il suo ricordo.

Il Giovannino di Val di Vaiana (come si presentava lui quando porgeva la sua forte mano) era un “personaggio’. A volte discusso o discutibile, ma comunque una persona con una forza fisica e mentale non comune. Ed è proprio questa sua forza che ogni tanto lo portava ad eccedere in certi comportamenti e prese di posizione che lo hanno sempre contraddistinto.

Quanti ricordi, quante avventure…. lo che ho sempre abitato vicino a lui, comincio a ricordarlo quando, io bambino, ammiravo quest’uomo imponente che parlava dei mondiali di calcio di Messico ’70 con i miei fratelli.

Parlavano di Pelé e della famosa partita con la Germania. Lui che aveva lavorato lì ed era rientrato dopo alcuni anni, e dove raccontava di aver conosciuto anche il grande calciatore tedesco Franz Beckenbauer che era intervenuto alla premiazione dopo una partita tra una rappresentativa di lavoratori italiani (di cui Giovannino era il massaggiatore) contro lavoratori tedeschi.

In quegli anni in pochi in montagna avevano il televisore e mi ricordo le sere dove tutti riuniti davanti alla televisione assistevamo agli incontri di pugilato di quei tempi, di Benvenuti o di Arcari, e con il Giovannino seduto sua sedia che scricchiolava ad ogni mossa che lui faceva, immedesimato com’era a colpire l’avversario dei nostri pugili. Noi più piccoli ci divertivamo un sacco ad osservarlo quando sembrava anticipare i colpi a destra e a sinistra.

Era anche uno. sportivo ed aveva fondato negli anni ‘70 e ‘80 diverse squadre di tiro alla fune (Catagnana e poi Val di Vaiana) di cui lui naturalmente era il Presidente, il Capitano e l’allenatore. Partecipavano a tutte le sagre paesane e dopo aver gareggiato (a volte anche per ore) finivano sempre tutti intorno al tavolino con grandi Mangiate e Bevute dove era invitato anche chiunque passasse nei dintorni.

Avevano partecipato anche ai Campionati Italiani di Tiro alla Fune (a Piacenza) dove si erano egregiamente comportati (mi sembra terzi assoluti).

Memorabile fu anche la partecipazione alla trasmissione televisiva della Rai “Portobello” dove presentava Enzo Tortora. La storia racconta dell’arrivo a Milano in pullman della squadra del Giovannino;  pensavano di andare a tirare la fune nei campi, con i soliti scarponi (misura anche 47, 48 o 50), ma vennero avvisati che si sarebbe dovuto gareggiare in uno studio esclusivamente con le famose scarpe da “ginnastica”. Si parla allora di una  affannosa ricerca di scarpette di misura nei negozi di Milano e che poi qualcuno dovette indossarne anche di misura più piccola perché quelle adatte ai “marcantoni” della squadra del Giovannino non si trovarono per tutti…

Un’altra volta Il Giovannino fu invitato con altri sportivi della zona a Roma alla trasmissione “Domenica In” di Pippo Baudo dove non ebbe remore a sollecitare, davanti al grande presentatore, la ricezione del segnale Rai nella zona della montagna barghigiana dove la Rai si vedeva 1 giorno si e 5 no…

Quando poi si metteva a sedere davanti al telefono e incominciava a chiamare politici, amministratori e funzionari per esporre qualche problema della montagna poteva starci anche ore, finché non lo avevano ascoltato…

A modo suo era un grande animatore e comunicatore, amava invitare a casa sua intorno al lungo tavolo e davanti al grande focolare parenti ed amici ed intrattenerli con la sua verve” comunicatoria o con la recita di una poesia che lui aveva scritto per l’occasione (magari dopo aver “bacchettato” un po’ l’Ademara per qualcosa che secondo lui non era andato bene durante il pranzo o la cena).

Giovannino era così. … o prendere o lasciare .. ma stai certo che se eri un amico ….. lui a quelle tavolinate prima o poi ti avrebbe invitato! E se qualcuno aveva bisogno e chiedeva un aiuto, stai pur certo lui si faceva “in quattro” magari lasciando indietro le sue cose.

I ricordi e gli aneddoti da raccontare sarebbero ancora tanti, quel che è certo, è che il Giovannino mi manca.

Manca ai familiari, ai parenti, agli amici e passare su da Val di Vaiana e non vederlo lì fuori (magari sulla sedia com’era negli ultimi tempi) pronto a fermarti per poi accoglierti in casa a prendere qualcosa da bere e da mangiare, mi rattrista.

Mi mancano le sue battute argute e le sue riflessioni a volte un po’ complesse e che facevo fatica a comprendere.

Mi mancano le interminabili partite a “canasta” che io e Ademara affrontavamo contro di lui e il su’ “omo” (il Doriano) dove all’inizio partivamo sempre forte per poi perdere quasi sempre a ridosso del traguardo (la fatidica quota 2000).

Sono certo che se non ci fosse stato il Covid, ai suoi funerali un anno fa ci sarebbe stato una marea di gente che avrebbe riempito Renaio perché in tanti avrebbero portato l’ultimo saluto a quell’omone conosciuto dappertutto… il Giovannino di Val di Vaiana….

 

P.S.

Mi sono sentito di scrivere queste poche righe perché grande è la sua mancanza; lo immagino lassù… che legge e ci guarda insieme ai nostri cari, ai tanti conoscenti ed amici che come lui sono già saliti oltre le montagne lassù nel cielo.

 

Emanuele Renucci

Commenti

2


  1. …..tutto vero..e bravo Emanuele…👍❤


  2. Grande Ema, un bellissimo ricordo…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.