I bimbi e la neve

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I bimbi, si sa, hanno un rapporto speciale con la neve e, anche se dormono di quel sonno profondo che appartiene solo ai loro anni innocenti, sono i primi ad avvertire quel particolare silenzio che li sveglia riempiendoli di un frenetico entusiasmo e li catapulta, nel loro pigiamino, a schiacciare il naso sul vetro della finestra incuranti del freddo.

Non è proprio un silenzio, è più un’atmosfera composta dai consueti rumori che, fattisi appena percepibili, arrivano morbidi e ovattati all’orecchio inconscio che nei bimbi vigila anche durante le ore del sonno.
È una cosa che non si può spiegare perché, semplicemente, non c’è niente da spiegare: quando nevica un bimbo lo sa e basta.
C’è una forza misteriosa che ogni volta lo costringe a cessare ogni attività e ogni gioco stia facendo perché quando nevica non esiste altro che la magia dei candidi fiocchi, scuri contro il grigio del cielo, che volteggiano lenti nell’aria.
Il tempo si ferma mentre lui s’incanta nel guardare le bianche farfalle e ne confronta accuratamente le dimensioni, le traiettorie, la velocità di caduta e le forme sempre uguali eppure diverse.
Con l’inespressa paura che la nevicata possa finire, volge di continuo lo sguardo al termometro per assicurarsi che la temperatura si mantenga al giusto livello e che i fiocchi non si stringano troppo diventando aghi di ghiaccio, né che si sfaldino in quella pioggia greve che corromperebbe un paesaggio immacolato e perfetto.
Osserva compiaciuto la bianca coltre che ricopre ogni cosa regalando nuove e morbide forme alla solita realtà e, di tanto in tanto, prende il metro e ne verifica lo spessore nella speranza che il manto sia cresciuto ancora un po’.
E poi diventa una questione di pupazzi col naso a carota e occhi di carbone, di battaglie a pallate con gli amici, di gote rosse, di capelli sudati sotto il pompon di lana e di mani che, da gelide e rattrappite, diventano paonazze e bollenti.
E quando, fatalmente, capisce che la nevicata volge al termine un senso di tristezza l’opprime, come quando un bel sogno svanisce sull’alba.
Poco importa che questo bimbo abbia, ormai, pochi capelli e una leggera barba brizzolata perché, ogni volta, la bianca signora lo trasporta in una dimensione incantata dove gli anni non hanno più alcun senso.

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