Una storia lunga 500 anni. Note sul Molino di San Cristofano. (seconda e ultima parte)

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Assieme a Pier Giuliano Cecchi continuiamo con la storia della Madonna del Molino e poi passeremo al successivo soggetto riguardante il Molino di San Cristofano.

 

Ripartiamo da questa storica  notizia, ossia, che durante la Visita Pastorale al Vicariato di Barga, effettuata l’anno 1621 dal vescovo di Lucca Guidiccioni, lui osserva che la Madonna del Molino è posta all’altare della “Concessione” in cornu evangelii. A sinistra entrando nel Duomo, prima dell’attuale cappella della Concezione che allora non c’era, quindi l’altare nel 1621 era all’angolo finale del Duomo.

Prima di questa Visita Pastorale, la Madonna del Molino era all’altare di San Giuseppe, entrando in Duomo subito a destra, e di lì fu spostata al detto altare della Concezione, dove c’era un’immagine di Madonna Assunta, quadro di Federico Zuccari, che ricordano anche i cugini storici Pietro Magri e Pietro Groppi nei loro libri: Magri nel Duomo di Barga (1884), come da Pietro Groppi nella sua Guida al Duomo di Barga (1906). Il quadro della Concezione nella cappella opposta ha belli i progenitori e alcuni patriarchi ed altri personaggi dell’antica legge. (Magri)

Lo spostamento della Madonna del Molino risaliva all’epoca del pievano di Barga Camillo Manni, che dal 1583 rimase in carica sino alla morte che avvenne nel 1618, ma da una delibera dell’Opera di San Cristofano, anno 1594, sappiamo che la Madonna del Molino, con le sue copertine di vari colori, fosse sempre al quadro di San Giuseppe, quindi lo spostamento si attuò tra questi 1594 e il 1618.

Si chiosa nei testi della Visita Guidiccioni, che la Madonna del Molino sarebbe bene riportarla all’altare di San Giuseppe, perché da quando è stata tolta da lì, ciò è stato causa di disgrazie per Barga. All’altare della Concezione, che aveva in alto l’Assunta dello Zuccari, la Madonna del Molino era posta sulla mensa dell’altare. A quest’altare giurarono obbedienza l’anno 1673 i dodici Canonici della nuova Collegiata, erettisi “Sotto il nome della Santissima Concezione”.  

Abbiamo detto già detto che l’8 dicembre 1854, per bocca di Pio IX, ci fu il proferimento dogmatico circa l’Immacolata Concezione di Maria. Qui a Barga, come altrove, i festeggiamenti ebbero luogo il successivo 8 dicembre 1855. Proposto di Barga era Valentino Bientinesi e ne interessò il Comune di Barga che non mancò di concorrere con un contributo straordinario di £ 50 oltre alle consuete £ 16 di ogni anno. Cosicché la festa riuscì bellissima con tutte le campane delle sette chiese di Barga che suonavano a festa e con la processione della Madonna del Molino per la Terra di Barga, ossia, nel Castello.

L’anno 1879, 25° dalla proclamazione del Dogma, proposto di Barga Donnino Donnini, ci fu un solenne festeggiamento alla Madonna del Molino, parimenti nel 50° che cadde l’anno 1904. Nel quarto centenario dal trasporto in Duomo della Madonna del Molino, l’Arcivescovo di Pisa Cadinal Pietro Maffi, incoronerà la Madonna del Molino.

In seguito sia il proposto Della Pace, ma soprattutto il Lombardi, dedicherà alla nostra Madonna una speciale attenzione, cultuale e culturale. Nel dopo guerra 1940-45 si ha un ritorno anche alla Madonna del Molino che negli anni del proposto Baroni ebbe anche un suo inno, musicato dallo stesso proposto su parole del prof. Angelo Duilio Arrighi, il titolo Inno alla Madonna del Molino, di cui se n’è persa, purtroppo, la partitura.

Altro rilancio culturale e quindi anche religioso della Concezione si ebbe con lo scrittore barghigiano Gualtiero Pia, quando nel dicembre 1976, sul giornale parrocchiale L’Ora di Barga, pubblicò un dolce articolo, che nel successivo 1977 farà parte del suo libro “Il Placido e le sue campane”, il titolo è “Il lungo Doppio della Concezione”.

 Finendo, va detto che alla tavola di San Giuseppe, alla sua finestrella, in un certo periodo ci fu messa la Madonna del Carmine e ne resta anche un’immagine. Perché? Dove fu messa la Madonna del Molino? Per ora io non lo so.

 

Alcune note sul molino di san Cristofano da cui fu prelevata nel 1512 la Madonna del Molino.

Ancora oggi è in discussione dove potesse essere il molino di San Cristofano, certamente ubicato sul fiume di Barga, la Corsonna. Quest’opificio prendeva nome dall’Opera di San Cristofano cui faceva preciso riferimento per esserne la proprietaria.

Dai documenti conservati nell’Archivio Storico del Comune di Barga, sappiamo che lo stesso Comune, nel corso del Cinquecento, dava a livello ai maggiori offerenti l’uso delle acque e le ristrette adiacenze del suo fiume Corsonna, diviso in tre precise parti. Dalle scritture conservate vediamo che il primo tratto in vendita, col metodo della candela accesa, quando si spengeva chi aveva offerto di più si pigliava il livello e ora cito il documento: il primo tratto era “Dalla Fornace al Fiume”; il secondo tratto “Dalla Fornace al Molino della Paschaglia”; la terza parte “Dal Molino della Peschaglia al Ponte del Molino di San Cristofano”.

 

Altro documento, più tardo di circa venticinque anni, siamo al 1575, parla della solita divisione seppur cambiati i riferimenti, eccetto la Pescaglia e il Molino di San Cristofano che era, si faccia attenzione, il termine ultimo salendo la Corsonna verso la sorgente.

Prima parte: dal Molino di San Cristofano fino alla Pescaglia.

Seconda parte: dalla Pescaglia sino al Molino di Giovanni Totti (Toti).

Terza parte: dal Molino di Giovanni Toti sino al Serchio.

Il fiume Corsonna, prima del Molino di San Cristofano, però usiamo il forse, non era da darsi a livello perché, data la pochezza delle acque che in lunghi periodi dell’anno ancora oggi lo contraddistingue, probabilmente era poco appetibile.

Mons. Lino Lombardi, attento storico locale, in un suo articolo: “La festa della Concezione”, pubblicato sul giornale locale La Corsonna l’anno 1938, descrivendo il miracolo della Madonna, tra parentesi, dà la sua indicazione per chi avesse voluto vedere e visitare il molino: “È noto come la pia immagine, dipinta su tavola del XII secolo e che si trovava nel molino di S. Cristofano (il primo sopra il ponte di Catagnana) sudasse miracolosamente il dì 5 Settembre 1512.” Resta da dire che una simile ubicazione ha ancora oggi le sue testimonianze orali e segni di devozione alla Madonna del Molino. Si faccia attenzione che allora la Corsonna, sino al 1550 dell’incameramento nel Comune di Barga di Sommocolonia, era il fiume che faceva da confine tra i due comuni, religiosamente, come parrocchie, rimasto per certi tratti anche nei tempi successivi. Quindi il molino di San Cristofano era dalla parte di Barga e l’anno 1512 fu prelevata la tavola dalla parrocchia della stessa Barga senza ledere i diritti di Sommocolonia, che aveva nel suo lato confinario, però chissà dove, il molino dell’Opera di San Frediano.

Per quanto riguarda il Molino di San Cristofano, ecco che nel 1700, anno e non secolo, lo studioso e il semplice curioso, possono averne una descrizione. Si tratta di una stima complessiva attuata da esperti muratori di Barga e dal perito stimatore dell’Ente, certamente attuata per qualche operazione d’interesse economico; probabile indice di una volontà di venderlo da parte dell’Opera che faceva capo in tutti i sensi al Comune di Barga, oppure, soggetto a qualche idea di un cambio o scambio di proprietà. Nei fatti, nella perizia dello stimatore Jacopo Bonanni, si descrive con chiarezza in quale posizione fisica si trovasse, tanto palese da poterlo immaginare quasi raffigurato con le parole, nell’attuale molino detto dei Gasperetti ma leggiamo attentamente il documento, che è quello successivo al sottostante, dove lì si dice che i beni sono posti: “In Terreno balzoso e grottoso e spinoso e iarato”.  

 

1700 – Stima del mulino dell’Opera di S. Christofano.

A dì 19 settembre 1700

Trasferiti noi M° Domenico Dante e M° Martino Alberti, muratori nella Terra di Barga, essendo stati chiamati dal Sig. Claudio Antonio Rimbotti per S.A.S. cancellieri della Comunità di Barga, a fare la visita e stima del mulino dell’Opera di S. Christofano di Barga posto sul fiume Corsonna. E quello, havendo visto e bene considerato, li habbiamo trovato che detto mulino e a tre palmenti andanti, dove era già il frantoio da olio e il detto mulino, essere in numero 8 stanze fra grande e piccole, compreso dove sono poste dette 3 macine, stalla e capanna dalle bestie, quale li habbiamo stimato, con tutte le sopra dette cose nominate, Scudi 250 di moneta di Lucca e per essere del tutto la verità, ne abbia fatto la detta relazione et havere ordinato a Christofano Nardini, che per noi facci la detta relazione et io Christofano Nardini ho fatto la detta per ordine e commissione delli suddetti Dante e Alberti, scritta e sottoscritta di mia pugna mano, quanto di et aver sopra detto.

 

1700 – Stima degli agi ed attinenze di mulino dell’Opera di S. Christofano.

 A dì 19 settembre 1700

Essendomi io sottoscritto, come stimatore della Comunità di Barga, trasferito per ordine del Sig. Claudio Antonio Rimbotti, per S.A.S. cancellieri di detta Comunità, a visitare e stimare li agi che sono adiacenti al mulino di S. Christofano di ragione delli operai di detto S. Christofano, posto sul fiume Corsonna, e quelli havere trovato consistenti li detti agi, in Terreno balzoso e grottoso e spinoso e iarato, e sopra a detti agi vi è posto un batte canape e uno pezzo di muro dove era il frantoio da olio, adiacente al detto mulino, confinati i detti agi dal fiume Corsonna e la via che va a Somocolonia e la via che va verso Ronchi e beni di detta Opera di S. Christofano e quelli dico che ascendino al valore di Scudi 6 moneta di Barga, dico Scudi 6.

Io Jacopo Bonanni stimatore di mio propria mano tutto per tutto.

 

Offro solo questi documenti all’attenzione di chi vorrà esaminarli e capirli nella loro verità. Ringrazio tutti dell’attenzione e spero che la Madonna che si dice dal Molino di San Cristofano, illumini il nostro cammino.

 

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