Proseguono gli incontri letterari

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BARGA -Per il ciclo dedicato agli “Incontri con la letteratura Italiana” promosso da Fondazione Ricci , Istituto storico lucchese sezione di Barga, Unitre Barga, Comune di Barga, ISI Barga si è tenuta venerdì 6 maggio nella sede della Fondazione Ricci a Barga la terza delle conferenze dedicate a Verga. Alla presenza della sindaca, dott.ssa Caterina Campani, delle rappresentanti delle altre associazioni barghigiane, di numerose insegnati, e del pubblico presente, il Prof. Berto Giuseppe Corbellini Andreotti ha esposto la relazione sull’opera  “Mastro don Gesualdo”, uno dei romanzi più celebri dall’autore siciliano che fa parte del ciclo dei Vinti ambientato a Vizzini, il paese natale di Verga. In Mastro Don Gesualdo, romanzo posteriore a I Malavoglia di circa 10 anni, edito da Treves 1890, Verga riprende il suo progetto letterario, già annunciato ne I Malavoglia,  di narrare il destino de “I vinti”. Se ne I Malavoglia  tema centrale è  la lotta per la sopravvivenza dei poveri, che tentano con poveri mezzi imprese per la sussistenza ( si pensi all’impresa dei “lupini”, per altro fallita), in Mastro Don Gesualdo tema centrale e’ la lotta per l’ascesa sociale che vede per protagonista una nuova classe rurale, di contadini-artigiani-commercianti che si arricchisce con il duro lavoro manuale e che riesce, questa volta grazie al progresso che avanza, ad accumulare una fortuna economica. Mastro Don Gesualdo ne è l’impersonificazione: un contadino che diviene manovale (ha mani grosse e corrose dalla calce, onta di vergogna per la figlia Isabella), che poi si mette in proprio, acquista terreni, si arricchisce ed estende così la sua influenza sulla società che lo circonda. La stessa nobiltà vi si rivolge per motivi economici. Dal canto suo Gesualdo, per entrare nel mondo dei nobili e dunque per dimostrare che ora può tutto, conquista quel ceto con la forza del denaro( si veda l’asta Comunale in cui i nobili furenti devono cedergli le terre) e con il matrimonio con la nobile Bianca della famiglia Trao, matrimonio che la stessa famiglia non vede di buon occhio ma che deve accettare. Un matrimonio infelice sia per Bianca che sarà sempre distaccata e sofferente, che per Gesualdo,  perché non amato se non dalla sola serva Diodata, sempre fedele e sottomessa. Anche dalla figlia Isabella,  sulla cui paternità cala una sorta di reticenza narrativa da parte di Verga( anche se non esita ad evidenziarne le caratteristiche dei Trao), Gesualdo non riceve né affetto né riconoscenza. Si dovrà invece fare carico di sostenere con una grande dote quel matrimonio riparatore con il Duca di Leira, dopo che la ragazza, fuggita con lo spiantato cugino Corrado, è rimasta incinta. Così la figlia ripete gli errori della madre e l’infelicità genera infelicità.  La fine del personaggio Gesualdo, lavoratore instancabile e imprenditore di se stesso, che ha sfidato il mondo per un miglioramento sociale, avendo un pò tutti contro( compreso il padre che non lo approva per niente), si conclude tristemente nel palazzo della figlia a Palermo, dove è accudito solo da una distratta servitù e senza affetti familiari. È dunque un’altra storia di vinti, dove il protagonista è un vinto non più nella fortuna economica ma nella vita. E Gesualdo capisce alla fine di aver fallito perché non è riuscito a dare un senso alla sua esistenza se non quello di arricchirsi. È evidente che Verga riconduce la causa della sconfitta umana al cieco progresso che da una parte crea le condizioni per cambiare l’ordine socio-economico ma dall’altra incrina e distruggere ruoli e valori.Come dalla vicenda di “N’toni” anche da quella di Gesualdo si evince che tutti devono stare al proprio posto: Gesualdo non avrebbe dovuto mischiarsi con la nobiltà  perché “il pesco non s’innesta sull’olivo” e forse non avrebbe dovuto neppure tentare l’ascesa sociale portatrice di contrasti. Per altro aspetto Gesualdo è anche un personaggio alienato, un precursore di Mattia Pascal di Pirandello o di Pietro in Tre Croci di Tozzi, un personaggio devitalizzato di spiritualità, un personaggio-maschera.
 Questo in sintesi quanto il Prof. Corbellini ha spiegato con grande capacità espositiva e ricchezza di informazioni, ben supportate dalla sua conoscenza della letteratura
Il  prossimo incontro è previsto venerdì 20 maggio sempre nella sede della Fondazione Ricci a Barga alle ore 17.00 dove sarà presentato dal regista Roberto Merlino il suo film “Donne, Pisa e Leopardi” che narra del soggiorno a Pisa di Giacomo Leopardi dal novembre del 1827 alla metà dell’anno successivo.

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