Da domenica 19 settembre riapre la caccia

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LUCCA – Così come previsto, nella terza domenica del mese di settembre, ovvero domani 19 settembre, apre la caccia sul territorio provinciale.

Per l’intera stagione venatoria la caccia è consentita tre giorni per ogni settimana, che il titolare della licenza può scegliere fra quelli di lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica.

Nel periodo dal 1° ottobre al 30 novembre di ogni anno, fermo restando il divieto di caccia nei giorni di martedì e venerdì, è consentito ad ogni cacciatore, per la caccia da appostamento alla selvaggina migratoria, di usufruire anche in modo continuativo delle giornate di caccia a propria disposizione per l’intera stagione venatoria.

L’apertura per il momento è riservata alla selvaggina stanziale e migratoria, ad eccezione di tortora, moriglione e pavoncella.

A fare il punto della situazione alla vigilia dell’apertura della caccia, è il presidente dell’ATC Lucca 12, Pietro Onesti che in particolare si è soffermato su alcuni aspetti.

Gli iscritti all’ATC Lucca sono grosso modo quelli dell’anno passato e la speranza, ci dice,  è quella di andare ad iniziare la stagione venatoria con meno problematiche dei mesi scorsi, dove tante attività sono state condizionate dal coronavirus:

“Nonostante il periodo del Covid stiamo comunque  continuando a portare avanti con lo stesso impegno il nostro lavoro per incrementare interventi e  azioni sul territorio di competenza e rendere possibile sia il ripopolamento faunistico che le attività della caccia.

Alla vigilia dell’apertura – continua – vorrei ora rivolgere la raccomandazione a tutti i cacciatori del rispetto delle regole e soprattutto della massima cautela ed attenzione sia per sé che per gli altri”

Una delle problematiche che sta seguendo ATC è naturalmente quella del proliferare delle scorribande degli ungulati, cinghiali soprattutto, ma anche cervi e caprioli, fin anche nelle periferie delle città, con danni notevoli alle culture ed alle produzioni agricole.

L’incremento dei predatori in montagna, che ad esempio in alcune zone della Garfagnana è stato importante ed ha portato questi animali a sportarsi sempre più verso le zone abitate con disagi e danni importanti.

“Sono aumentate lei richieste di interventi di contenimento (abbattimenti) a causa dei danni alle colture che riguarda tutto il territori; sono stati anche attivati altri interventi  relativi però alle catture, laddove esiste l’interdizione alla caccia, in particolare nelle zone prossime ai centri abitati. Tra i nostri obiettivi – continua – quello di sostenere il più possibile il settore dell’agricoltura  attraverso la caccia di selezione per gli ungulati ma non solo”.

“Per quanto riguarda i danni alle colture – continua Onesti, il bilancio è davvero negativo ed in crescita rispetto agli anni passati. Per questo prosegue anche la nostra attività di finanziamento dei cosiddetti miglioramenti ambientali (zone seminate con colture a perdere così da indirizzare gli ungulati verso queste aree).”

Tra le zone con le maggiori problematiche relative a questi danni il territorio del comune di Vagli dove peraltro è presente un folto branco di cinghiali incrociati con maiali che proprio per questo hanno meno timore ad avvicinarsi all’uomo ed alle sue produzioni agricole.

Circa gli abbattimenti degli ungulati,  rimane aperta tutto l’anno la cosiddetta “caccia di selezione” che serve al contenimento dei danni alle colture agricole. Dal primo di ottobre saranno poi per esempio permesse battute al cinghiale nelle aree segnalate più critiche per i danni all’agricoltura; ed inizierà anche la caccia al cinghiale nelle aree non vocate con la classica conformazione di uno e non più di tre cacciatori. Sono peraltro aumentati proprio gli interventi di selezione nell’ambito dell’articolo 37 gestiti, gestiti direttamente dalle guardie provinciali.

Per quanto riguarda l’abbattimento degli ungulati in selezione, tra le novità introdotte da quest’anno l’ATC si doterà a breve di un apposito “centro di sosta”, il primo realizzato in provincia di Lucca. Si tratta di un deposito in celle frigorifere della carne per effettuare anche un controllo che escluda problema di malattie degli animali abbattuti. Una volta certificata, la carne viene poi immessa nella filiera alimentare della carne, tramite le macellerie convenzionate, ma in parte anche destinata al banco alimentare.

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