Cima Vallona, una strage dimenticata

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Ci fu un tuono secco però non pioveva / Un lampo di fuoco da terra veniva
E l’eco veloce si sparse lontano / Riempiendo di fumo le valli ed il piano
Ma il vento quel giorno era dolce e veloce / Portò via quel fumo ogni grido e ogni voce
E là sulla cima il silenzio tornava / E tutto tranquillo di nuovo sembrava
Tornò dell’estate il rumore leggero /Tornarono i falchi a volare nel cielo
Restarono i quattro che a terra straziati / Guardando quel cielo con gli occhi sbarrati
Guardando le nubi vicine lassù / Con occhi che ormai non vedevano più
L’odore di morte era in quella giornata / Soltanto una grande bestemmia insensata
Portate dei fiori, portate parole/ Portate canzoni, portategli il sole
Portate ogni cosa che serva per loro /A fare più dolce il sereno riposo
Portategli il vostro sincero rimpianto /Portategli il vostro ricordo soltanto
Che sappiano loro che sono partiti /Che noi tutti noi siam rimasti feriti
Portategli i fiori, portategli il sole / Un bacio di donna, un ricordo d’amore
Chi sa maledire o chi sa pregare / Quei quattro ragazzi dovrà ricordare
Voglio saper se la mano assassina / Che ha mosso la terra, che ha messo la mina
Sa stringere un’altra, se sa accarezzare / Se quella d’un uomo può ancora sembrare

25 giugno 1967

Questa bellissima canzone di Caterina Caselli, “Cima Vallona” scritta da Francesco Guccini, e mai trasmessa dalla RAI…ci racconta una storia d’Italia ormai dimenticata.

Comelico (BL); Italia, ma a fatica…

Località Cima Vallona, quasi Austria.

Il movimento separatista del Sud Tirolo “Befreiungsausschuss Südtirol”, il famigerato B.A.S., combatte la sua scellerata guerra. A colpi di tritolo.

E fa molte vittime, più che altro nei servitori dello Stato, il nemico. L’Italia.

La strage di Cima Vallona fu un attentato terroristico avvenuto il 25 giugno 1967 da separatisti sudtirolesi contro una pattuglia di militari italiani che indagavano su un precedente attentato dinamitardo, nel quale poco prima era caduto l’Alpino Armando Piva, investito dalla deflagrazione di un ordigno.

Quindi il Comando italiano aveva inviato sul luogo del primo attentato una “Squadra Speciale Antiterrorismo” per bonificare la zona e investigare sull’attentato; la pattuglia mista era composta dal Capitano dei Carabinieri Francesco Gentile del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti, e dal sottotenente Mario Di Lecce con i sergenti Olivo Dordi e Marcello Fagnani, provenienti dal Battaglione Sabotatori Paracadutisti.

Durante il sopralluogo, gli operatori individuarono e rimossero numerosi ordigni, ma nella fase di rientro, uno di questi esplose coinvolgendo tutti e quattro gli operatori.

Soltanto il Maresciallo Fagnani rimase, seppure gravemente ferito e mutilato, vivo.

Nella foto assieme a me.

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