Nel 2020 il credito ha sostenuto l’economia lucchese

-

LUCCA  Il territorio della provincia di Lucca appare adeguatamente servito dal sistema bancario, con la presenza di 187 sportelli al 31 marzo scorso, per n. 2.059 abitanti per sportello, nella media toscana e meglio dell’Italia, e con una buona diffusione degli sportelli postali.

La pandemia ha accelerato il cambiamento del modo di operare di famiglie e imprese nei confronti delle banche e dei sistemi di pagamento. La clientela ha fatto un crescente ricorso agli strumenti informatici, come i POS (Point of sale, uno ogni 12 abitanti in lucchesia), gli ATM (sportelli bancomat, uno ogni 1.271 abitanti), l’Home e Corporate Banking nonché il Phone Banking, per i quali Lucca presenta valori assoluti e pro-capite elevati rispetto alle altre province toscane.

In seguito a ciò, pur avendo registrato una delle maggiori riduzioni di sportelli in regione (-31,2% dal massimo livello del 2011), la provincia di Lucca appare presumibilmente ancora oggetto di una ristrutturazione della presenza bancaria, in un contesto di crescente concorrenzialità nazionale e internazionale.

Se ne è parlato alla Camera di Commercio di Lucca nel corso dell’annuale incontro sul credito. Dopo i saluti del Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Lucca Giorgio Bartoli, Giuliano Dini, già direttore della filiale di Lucca della Banca d’Italia, ha presentato l’analisi dei principali andamenti degli aggregati creditizi nell’anno 2020, elaborati a partire dalle informazioni statistiche ufficiali della Banca d’Italia.

La raccolta del risparmio è aumentata sensibilmente, confermandosi un elemento di forza del territorio, con Lucca seconda solo a Firenze in regione. Ciò sembra dovuto al clima di insicurezza e incertezza sul futuro da parte delle famiglie che hanno limitato molto le spese, nonché a una diminuzione degli investimenti delle imprese e ai sostegni ricevuti che hanno determinato un aumento almeno temporaneo della liquidità. I depositi e il risparmio postale sono cresciuti del +10,5% nel corso del 2020, portandosi a quota 10.820 milioni di euro ma con un indebolimento nell’ultimo trimestre per le esigenze collegate alle scadenze di fine anno. La raccolta indiretta (6.356 milioni di euro) è cresciuta del +5,3%. Il risparmio totale ammonta a 17.176 milioni di euro (+8,5%), nella fascia alta della Toscana.

Le imprese e i consumatori lucchesi hanno fatto ricorso al credito in misura mediamente prudente e contenuta. Con i sostegni erogati, le rinegoziazioni e le moratorie, vi è stato un travaso dal credito a breve verso quello a medio e lungo termine, con l’allungamento delle scadenze e un alleggerimento delle difficoltà finanziarie di famiglie e imprese. Pertanto, pur in un contesto di disponibilità delle banche e di tassi di interesse contenuti, gli impieghi vivi in provincia (9.468 milioni di euro, al netto di sofferenze e insoluti) sono cresciuti solo del +1,5% nell’anno, su livelli medio-bassi in Toscana.

Solamente per le unità produttive più piccole l’ammontare del credito (1.022 mln di euro) è risultato in deciso aumento (+8,9%), sopra la media toscana e nazionale. Il credito alle imprese più grandi (sopra 20 addetti: 4.343 mln di euro) ha presentato invece una flessione (-0,3%), al livello più basso in regione. I prestiti vivi al manifatturiero (+2,8%) e quelli alle imprese dei servizi (+0,4%) sono aumentati a tassi marcatamente inferiori ai valori della Toscana e dell’Italia, mentre per le costruzioni si è rilevato un calo (-1,3%) migliore del dato regionale. Le famiglie (3.813 mln di euro) hanno registrato un incremento del +1,7%, nella media toscana.

Sull’aumento degli impieghi hanno inciso i finanziamenti a medio e lungo termine, cresciuti del +9,7% nei dodici mesi (consistenza a fine dicembre: 8.513 mln di euro); le erogazioni nell’anno, in aumento del +17,6%, sono state pari a 3.044 mln di euro, con segno positivo solo per gli “investimenti finanziari e altri” (collegati a proroghe, garanzie e sostegni pubblici) che hanno presentato una consistente crescita (+52,1% le erogazioni nell’anno e +26,7% la consistenza finale pari a 3.990 mln di euro). Gli investimenti in “macchine, strumenti e attrezzature” sono diminuiti dell’8,8%, con le nuove erogazioni in calo del -28,5% nell’anno (dopo essere cresciute fino a metà 2019). In un contesto di tradizionale basso indebitamento delle famiglie lucchesi, l’acquisto di abitazioni è cresciuto come consistenza del +2,5% per effetto delle proroghe e rinegoziazioni, mentre sono diminuite le erogazioni nell’anno (349 mln; -9,4%).

Anche il credito al consumo (1.056 mln) ha registrato a Lucca un calo del -1,0%, tra i più bassi in regione e in parte destinato agli acquisti di “beni durevoli delle famiglie consumatrici” (consistenze 364 mln) aumentati del +4,2%, mentre le erogazioni hanno registrato un -12,6%.

 

È proseguita la diminuzione delle sofferenze provinciali, scese a 361 mln di euro (-37,6% nell’anno, con un rapporto sofferenze/impieghi pari al 3,8%) per effetto di ammortamenti e cartolarizzazioni. Il risanamento degli attivi bancari, ma soprattutto le ripetute moratorie e l’allungamento delle scadenze, hanno ridotto il tasso di deterioramento provinciale allo 0,828% (passaggio a sofferenza nell’anno, rispetto agli impieghi iniziali).

 

“Nella nostra provincia le attività bloccate da mesi per la pandemia sono in grande sofferenza, molte hanno già chiuso e molte altre potrebbero non riaprire, mettendo a rischio numerosi posti di lavoro – ha dichiarato Giorgio Bartoli, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Lucca. – Il sistema economico lucchese sembra però avere le potenzialità per una soddisfacente ripresa allorché l’uscita dalla pandemia consentirà al “complessivo motore produttivo locale” di tornare a pieno regime.”

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.