Quarantena per figli positivi. Menesini “Chiedo indennizzi per le piccole attività”

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CAPANNORI – Coronavirus: lo ha annunciato sui social il presidente della provincia di Lucca nonchè sindaco del Comune di Capannori: scriverà al presidente del Consiglio perché siano introdotti velocemente i test salivari per i bimbi più piccoli e perché siano previsti indennizzi per le piccole attività a conduzione familiare o quasi, che non possono permettersi di stare in quarantena nel caso di un figlio risultato positivo al Covid-19.
“Oggi -annuncia –  manderò una lettera al capo del Governo per fargli presente due situazioni che oggi sono delle vere e proprie urgenze per i cittadini: la rapidità dei test e la non invasività degli stessi; il sostegno ai lavoratori non dipendenti che andrebbero in difficoltà economica se obbligati a stare in quarantena per la positività al Covid-19 del figlio.
Sono due elementi che, se risolti in tempi rapidi, rassicurerebbero le persone e rilasserebbero il clima in vista dell’inverno che, inutile non dirlo, sarà il periodo più complesso da gestire.
Gli italiani hanno dimostrato di avere un grande senso di responsabilità e di solidarietà: i comportamenti corretti tenuti dalla maggioranza delle persone ha fatto sì che l’Italia oggi sia un modello riconosciuto a livello internazionale nella gestione dell’emergenza.
Un risultato che non ci deve far abbassare la guardia, anzi. Ci deve spingere a continuare a fare bene, in modo da uscirne nel miglior modo possibile.
Perché la situazione sia gestibile nelle prossime settimane è indispensabile che siano introdotti i test salivari per i bimbi più piccoli – la loro sperimentazione è in corso in alcune regioni italiane – in modo che si possono avere risposte veloci in merito alla positività o meno di un bimbo e in modo che il test possa essere anche ripetuto più volte, visto che tosse e raffreddore nel periodo invernale sono all’ordine del giorno.
Oggi siamo nella situazione in cui per un bimbo con il raffreddore si paralizza la vita del bimbo e dei suoi contatti, spesso di intere classi e dei familiari, per circa 10 giorni: diciamolo, un tempo non sostenibile e – in vista dei mesi di dicembre e gennaio – assolutamente impensabile per la vita delle nostre comunità.
Il tampone, inoltre, risulta un po’ invasivo e pertanto ripeterlo per ogni sintomo simile al Covid-19 potrebbe creare un corto circuito al sistema di screening, utile invece a bloccare i possibili focolai sul nascere, soprattutto a scuola.
Accanto a questo, c’è la questione degli aiuti a chi ha una piccola o media attività, a conduzione familiare o quasi, che ogni giorno ha paura di dover chiudere perché obbligati alla quarantena loro o il figlio.
È una situazione non sostenibile, le persone non possono convivere così con l’ansia.
Occorre pensare a misure di supporto per questa tipologia di lavoratori, che costituisce il tessuto delle nostre città e del nostro Paese.
Bisogna dare velocemente un segnale su questo fronte, per dare anche a loro un po’ di serenità per affrontare i prossimi mesi.
C’è bisogno, come Istituzioni, di fare un passo ulteriore verso i cittadini in questo momento e penso che questi due elementi sarebbero aspetti molto importanti per ristabilire quel legame di fiducia indispensabile in un momento come quello che stiamo vivendo.
Voglio essere fiducioso che saremo ascoltati”.

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