Iniziato il lavoro di raccolta e studio sulla toponomastica del territorio di Vibbiana (San Romano in Garfagnana) 

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VIBBIANA – La storia, anche quella locale, si è spesso basata sulle fonti scritte o sull’archeologia. Si è talvolta pensato che la memoria orale fosse una fonte secondaria e spesso poco attendibile. Per quanto riguarda invece la toponomastica, cioè lo studio della storia dei nomi dei luoghi, dobbiamo quasi sempre affidarci ai ricordi delle persone.

Sul territorio della Garfagnana, in ogni piccola comunità, ogni terreno o bosco, prima della costituzione del catasto moderno, era individuato da un suo nome, spesso in dialetto. Purtroppo gli anziani diminuiscono e le piccole comunità si spopolano, rischiando irrimediabilmente di perdere questa ricchezza orale di nomi che sono la mappa del territorio fin dalla notte dei tempi e un pezzo importante di storia locale.

Ecco quindi l’idea progettuale, a Vibbiana di San Romano in Garfagnana, di coinvolgere gli appartenenti alla comunità e iniziare una catalogazione, e poi uno studio, sull’origine e sul significato degli antichi nomi dei luoghi.

L’iniziativa è partita da Manuele Bellonzi, Roberta Gemignani, Claudio Marovelli e Romina Marovelli. Sono stati intervistati i paesani Oriano Crudeli, Mauro Marovelli, Virgilio Marovelli, Alda Pardini, Ilia Evelina Pardini. Un contributo alla metodologia della ricerca viene anche dal Brasile, grazie al coinvolgimento di Ricardo Crudeli, discendente di una famiglia locale e residente a San Paolo.

Le interviste hanno già portato all’individuazione di oltre 150 toponimi, che vanno dalla Riserva dell’Orecchiella fin sotto la Fortezza delle Verrucole. Alcuni luoghi sono ben interpretabili e comuni, dai Canipai (dove si coltivava la canapa), alla Cerreta (area boschiva vocata al cerro-quercus cerri), ma molti termini sono spesso misteriosi e risalenti alla notte dei tempi, forse ai conquistatori romani o più probabilmente ai successivi abitatori longobardi.

Fra tutti i toponimi si può ricordare, a titolo di esempio, il Prato del Santissimo Rosario, del quale è stato ritrovato il nome e anche riesumata la tradizione: durante il periodo estivo, quando la popolazione giornalmente stazionava negli alpeggi dell’Orecchiella, al rientro serale al paese tutti si aspettavano in questo grande prato iniziando a recitare il santo rosario. Appena tutti i paesani si erano riuniti, partivano insieme per raggiungere, discendendo lungo la via dell’Alpe, le loro case in Vibbiana.

 

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