La parità di genere nel linguaggio del mondo del lavoro

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La Commissione Pari Opportunità di Barga lancia per il mese di Maggio l’iniziativa “Parità di genere nel linguaggio lavorativo”. Le nostre giornate sono ricche di notizie e comunicazioni istituzionali, veicolate sia attraverso i mezzi tradizionali sia attraverso i social e mai come oggi l’informazione corretta e il parlare civile sono sempre più importanti nel nostro quotidiano. Pertanto, vista la ricorrenza del Primo Maggio, abbiamo deciso di porre la riflessione e l’attenzione sull’uso del linguaggio nelle professioni lavorative. Spesso accade infatti che la figura femminile sia nascosta, o quantomeno subalterna, rispetto
alla figura maschile nell’uso dei titoli professionali e per i ruoli istituzionali ad essa riferiti, generando così un linguaggio stereotipato, che non rispecchia l’evoluzione della nostra società. La lingua evolve insieme ai cambiamenti che si producono a livello sociale, ma molto spesso le nuove forme linguistiche ci
appaiono stridenti, sgrammaticate, non corrette, proprio perché non siamo abituati a sentirle o ad utilizzarle. Molte volte non siamo consapevoli che alcuni nomi indicanti professioni, a lungo utilizzati soltanto al genere maschile, hanno acquisito nel corso del tempo delle formazioni al femminile.

Per esempio è corretto dire “ingegnere” ma anche “ingegnera” e poiché l’accesso e l’affermazione delle donne in molte professioni e cariche è relativamente recente, è corretto dire “ministro” ma anche “ministra”. Meno frequente è il fenomeno inverso, ci sono comunque mansioni storicamente femminili
che prevedono oggi la versione maschile, come “ostetrica” che diventa “ostetrico”. L’uso dei termini femminili in ambito professionale nella lingua italiana si è finalmente allargato negli ultimi anni a seguito dei cambiamenti socioculturali avvenuti nel nostro paese. Il passaggio dal maschile al femminile non segue regole univoche: alcuni nomi richiedono il suffisso -essa, altri il marcatore -a, altri ancora l’aggiunta del nome “donna” davanti alla professione; si può avere anche il caso di nomi che rimangono invariati ma per i quali il genere femminile è specificato dall’articolo. Le forme, come si può ben capire, sono parecchie e forse qualche dritta linguistica in questo senso può essere utile per orientarsi nella zona fluida e in continua evoluzione che è la lingua italiana. Per tutto il mese di Maggio pubblicheremo una rubrica sulla nostra pagina Facebook “Commissione Pari Opportunità Barga”. A partire dal primo del mese con due appuntamenti settimanali, Martedì e Venerdì, condivideremo l’etimologia di professioni lavorative e la loro corretta forma al genere femminile e al genere maschile. Porremo l’attenzione su diversi settori lavorativi come Industria, Libere Professioni, Scuola, Artigianato, Agricoltura, Pubblica Amministrazione, Spettacolo, Sport, Cultura, Sanità, Forze dell’Ordine ecc…

Lanciamo questa iniziativa perché l’uso corretto e consapevole della lingua italiana è fondamentale per riconoscere alle donne il loro pieno ruolo nel mondo del lavoro e nella partecipazione alle decisioni istituzionali del Paese. Vi invitiamo a seguirci sulla nostra pagina Facebook e ad approfondire insieme a noi le varie sfaccettature della lingua italiana.

 

 Commissione Pari Opportunità del Comune di Barga

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