Sul Fosso nacque il calcio a Barga (ultima puntata)

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Eccoci ora alla partita lasciata in sospeso tra C. S. E. Barga e U. S. Castelnuovo 3 a 3, disputata sul campo S. M. I. di Fornaci il 24 maggio 1920 e dalla cronaca non parrebbe, essere stato uno spettacolo molto affascinante, salvo la rimarcata e civettuola presenza di signorine “all’avanguardia del modernismo barghigiano” che con grazia animino anche un certo campanilismo, forse nell’incitare i loro beniamini e si chiosa nel racconto de La Corsonna che se le loro mammine fossero state come loro, senza tanti pregiudizi, ne avrebbe giovato la società … (Mah! Chissà!)

Johnny Moscardini inaugura lo Stadio di Barga

Le squadre sono in campo con queste formazioni e iniziamo dal Barga: Equi S. – Calloni E. –  Brucciani I – Pucci G. – Moscardini G. (Jony) (capitano) – Nardini C. – Poli A. (che ha segnato 2 goals) – Nardini A. – Da Prato A. – Cardosi Carrara (che ha segnato un goal) e Brucciani II.

Il Castelnuovo schiera: Gaddi I – Cassettari – Rossi –Lunardi – Turri – Pucci (capitano, che ha segnato un goal) – Rosa – Maccari – Gaddi II (che ha segnato 2 goals) – Angelini e Lera.

 

Il cronista seguita con il mettere in evidenza che la squadra di Barga è mancante di allenamento “se si fa eccezione del campionissimo barghigiano Moscardini”. Aggiungiamo noi a quell’usato superlativo: l’occhio del cronista era veramente buono! Per il resto, riprende il cronista, c’è stata l’invasione del campo e non è sportivo vedere le ammucchiate quando “un giocatore si abbatta sulla pelouse”, cioè, sul prato del gioco. Bellissima l’espressione con cui si definisce il gioco di Moscardini, che non era molto capito e dette, forse, motivo di varie proteste tra il pubblico, che non sapeva essere lecito usare le “eleganti e gioconde spallate tipo … Moscardini.”, comunque la partita finì senza incidenti, seppur si noti che non è lecito, questo sì, inveire contro l’arbitro o scendere sul campo da gioco. Termina la cronaca che la nostra squadra nei prossimi incontri sia un esempio per tutti in potenza e cavalleria.

Altro incontro tra la squadra del C. S. E. Barga e quella detta A. S. Apua Mater si ebbe in casa del Castelnuovo sul finire del giugno 1920 e il risultato, dopo una “partita movimentatissima”  fu a favore della formazione barghigiana che prevalse per 3 a 2.

Siamo quasi alla chiusura circa i primordi del calcio a Barga e lo facciamo, mostrando che il campo sportivo del Fosso, lo sterrato piazzale, lo sferisterio di Barga che ha visto nascere il calcio a Barga, in questa estate 1920 non è messo granché bene. Si è cercato di metterci mano con prelievi di terra alla costa del Bastione per tappare le buche, cosa che si rimprovera al Comune perché quella stessa costa ora mostra l’antiestetica scavatura. Si pensa allora che sia il momento di un campo sportivo nuovo che supplisca all’irregolare piazzale che sempre più serve, dopo anni di forzata trascuratezza sportiva, al rilanciato e antico gioco di Barga, il Bracciale. Il giornale La Corsonna lancia un appello tramite Alfredo Stefani, il presidente del C. S. E. Barga e qualcosa si è mosso, specialmente tra gli emigranti, ma per vederlo occorreranno ancora diversi anni; sarà attuato solo nel 1928 dal Comune di Barga.

 

Siamo ora alla mattina del 7 settembre 1920, i giovani giocatori del C. S. E. Barga sono lì alle prese con gli ultimi sogni, qualcuno sarà anche già uscito di casa assieme ai genitori per sbrigare le faccende agresti utili all’economia familiare. Breve il babbo, alzando gli occhi dal campo, ricorda a tutti: che botta di terremoto ieri pomeriggio alle quattro! E si guarda intorno come se dovesse sopraggiungere qualcuno che non si fa attendere oltre. Alle otto ecco arrivare il terribile ospite che già ieri si era presentato senza chiedere permesso. Barga traballa forte tra gridi di paura per ventidue secondi e alla fine il disastro si mostra.

Alle otto e un quarto tutta Barga vecchia era quasi disabitata, con solo qualche persona che si affrettava a uscire dal castello tra tegole nelle strade, calcinacci, sassi e brani di muri crollati, mentre l’ampio piazzale dello sterrato Fosso è ora colmo di gente: uno spettacolo pittoresco e commovente al tempo stesso. I forestieri turisti, ultimi della stagione, stanno facendo le valigie e prima possibile partiranno per le loro case di Lucca, Pisa e Livorno (LEGGI).

 

A Barga e per lungo tempo assai non ci sarà lieto modo di svagarsi in nessun gioco sportivo, anche perché il piazzale del Fosso di qui in avanti diverrà l’accampamento dei poveri barghigiani, che sotto le tende militari vivranno i loro momenti drammatici e come tutti gli sport anche il calcio si stoppa e c’è solo da pensare alla ricostruzione.

Siamo ora al novembre 1921, Barga ha ripreso il suo cammino sociale seppur tante cose legate al terremoto siano ancora da risolvere, ed ecco circolare la notizia che un ex giocatore e capitano del C. S. E. Barga, ora della Lucchese, il 6 novembre ha fatto una straordinaria impresa sportiva. Si tratta di Giovanni Moscardini, per i barghigiani familiarmente appellato Jony o Gioni, il quale ha indossato la maglia della nazionale italiana contro la Svizzera segnando anche il primo goal! La partita era finita 1 a 1.

Letta la notizia tramite i giornali, il presidente del C. S. E. Barga Alfredo Stefani non lascia tempo di mezzo e si adopera affinché ci sia il dovuto onore sportivo dei barghigiani. Allora andiamo a sfogliare La Corsonna di quel mese, la n. 11 del 13 novembre 1921 e lì possiamo vedere l’articolo che ha scritto lo stesso Alfredo Stefani e da lui posto in Note Sportive con il titolo semplicissimo ma efficace “Giovanni Moscardini”, molto utile per renderci conto di come e cosa fu fatto per onorare nella sua terra l’ormai grande Gioni.

È vanto nostro; è della nostra terra e sembra che le caratteristiche della razza si siano in lui rafforzate in vigoria e in semplicità, in gentilezza d’animo e in forza di muscoli. Ha il cuore ardente e i nervi saldi e un sorriso leale e franco come quello di un bimbo. Buono di una bontà francescana, si è trovato quasi inconsapevolmente a rappresentare una delle figure più ammirate nella vita calcistica nazionale. L’onore che gli ha arriso non lo insuperbisce, anzi quasi quasi ne è rimasto … sbigottito.

Scelto come centro avanti nella squadra nazionale dei calciatori, nella partita giocata a Ginevra, ha potuto far rifulgere la sua bravura e la sua agilità veramente eccezionali, ed è merito suo se fu segnato il primo goal contribuendo a quell’affermazione che è una vittoria sportiva delle giovani forze nazionali. … Il nostro Moscardini è una giovane forza, una grande speranza ed è con orgoglio di barghigiani e d’italiani che lo salutiamo al suo ritorno trionfale dal cimento in terra straniera.

La prova era ardua, gli avversari disciplinati e forti, ma gli undici nazionali che portavano casacca azzurra con lo stemma crociato e fra i quali era, nota simpatica di valore e di baldanza un figlio della terra di Barga, già reduce dai cimenti della guerra e coi segni delle ferite gloriose, seppero tener alto il nome d’Italia. Sia per essi il nostro saluto entusiasta, sia per il nostro bravo Gioni, tutta l’ammirazione e tutto il plauso dei concittadini. Urrah!

Venendo a come si svolse la giornata in onore di Moscardini vediamo che il C. S. E. Barga aveva fatto affiggere in tutta Barga un grande manifesto di saluto per il ritorno a Barga del suo eroe calcistico. Ad attendere che arrivasse da Lucca c’erano fuori da Porta Mancianella la Banda Comunale con i soci del C. S. E. Barga e molti cittadini. Arrivò accompagnato dal suo compagno nella Lucchese Ernesto Bonino, assieme ad una rappresentanza dell’Unione Sportiva Lucchese.

Dopo la musica e i primi urrah! Eccoci ora al caffè Capretz per un vermouth d’augurio cui seguì un animato banchetto alla sala Castelvecchi, certamente l’attuale Alpino al Giardino. Qui parlarono i dirigenti della Lucchese, Alfredo Stefani presidente del C. S. E. Barga, suo fratello Italo in rappresentanza del Comune di Barga che al tempo era retto dall’assente sindaco Dott. Domenico Lazzeroni, poi Dovichi come rappresentante dei compagni di squadra e l’allenatore Deutch, già nazionale ungherese; infine, il saluto degli amici barghigiani e lucchesi e poi la lettura delle molte adesioni scritte anche da parte di Società Sportive. Tutto finì con il canto degli inni sportivi e i ripetuti urrah! Finché a notte alta gli ospiti non lasciarono la cittadina di Barga.

Inutile dire che con Giovanni Moscardini il calcio a Barga sale nelle collettive attese e non è un caso che a lui s’intitolasse il nuovo stadio nel 1979, dopo che il celebre Gianni Brera, a Palazzo Pancrazi, ne aveva tratteggiate le gesta, con lui era presente anche l’eroe calcistico di Barga: Johnny Moscardini.

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