Il presepe vivente è sempre il presepe vivente

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BARGA – La proliferazione nel corso degli anni di manifestazioni del genere in tutta la Valle del Serchio ha ormai da tanto tempo limitato in parte la presenza di visitatori al Presepe Vivente di Barga (la sera dell’antivigilia di Natale il 23 dicembre), che è la rappresentazione del genere più antica di tutta la vallata, ma non è certo cambiato il fascino di questa iniziativa che quest’anno, per i suoi 39 anni (ma non tutti concordato sugli anni effettivi dell’evento) si è peraltro presentata con una “veste nuova”. Giancarlo e Sara Cella, che per anni hanno rappresentato la Sacra Famiglia, sono andati infatti in pensione dopo 38 anni di onorato servizio a favore di una ricorrenza della comunità che è divenuta tradizione ed al loro posto quest’anno abbiamo visto per la prima volta il fratello Giorgio Cella, nelle vesti di San Giuseppe e la giovane e bella madonna Caterina Andriani. Sono stati loro tra le principali novità di questa edizione numero 39 e se la sono cavata molto bene, apprezzati in modo particolare dai barghigiani che sono stati convinti dal cambiamento; questa edizione si è caratterizzata anche per una serata non fredda, ma asciutta, che ha reso incredibile anche il panorama sulla cittadina e la vallata sottostante che si è ammirato alla fine dal sagrato e dall’aringo del Duomo.

Il percorso è stato in linea di massima quello dello scorso anno, con partenza da piazza Salvi e tante rappresentazioni degli antichi mestieri lungo via di Mezzo, Piazza Angelio, Piazza del Teatro, piazza dell’Annunziata, via di Borgo, via del Pretorio, via delle Mura, vicolo Pieracchi, piazza del Sargentone ed ancora via del Pretorio fino al Duomo. Un percorso anche ben segnalato, pur se abbiamo sentito più di uno lamentarsi per non aver capito il senso di questo tracciato (forse  più per distrazione personale)

Dicevamo dei visitatori. Non sono stati sicuramente ai livelli delle prime edizioni del presepe, alla fine degli anni ’80, come quelli che si sono potuti ammirare nel prezioso video realizzato in una delle prime edizioni della manifestazione dall’allora Tiesse poi divenuta Noi Tv e che è stato proiettato su iniziativa della sezione di Barga dell’Istituto Storico Lucchese in Largo Biondi nei pressi del negozio dell’Erina. Vedendo quelle immagini, almeno per noi barghigiani, forse negli anni si è un po’ perso l’intensità di quelle prime edizioni, forse anche per la novità di un evento di tale portata, come ci ha sottolineato anche iri sera Graziella Cosimini, una che di tradizioni e di emozioni legate al nostro essere di questa comunità se ne intende, ma resta comunque la partecipazione ed il trasporto che ognuno di noi vive in questa serata.

 

 

Per il resto il presepe vivente ha rispettato la sua proposta; tanti antichi o tradizionali mestieri del presepe più classico impersonati da tanti gruppi paesani, singoli cittadini, famiglie intere ed anche tanti giovani. La loro organizzazione, a cura del coordinatore Enrico Cosimini per il comune di Barga, ha funzionato alla perfezione.
Tanti antichi mestieri sono tornati a rivivere nell’antico castello di Barga dove a metà di un a serata non fredda e limpida  è passata la sacra famiglia che poi ha raggiunto il luogo della natività, come al solito sull’aringo del Duomo.
Dal campanile del Duomo di Barga è partito allora il razzo che rappresentava la stella cometa; il segnale per richiamare i Re Magi (Antonello Maggiore, Paolo Giannotti e Michele Mombellardo) ad adorare Gesù Bambino insieme a tutti i figuranti ed alla gente che si è fermata per aspettare la natività accompagnata dal suono, che non ci sta mai male, delle campane di Barga. Il piccolo Gesù bambino, nato nella capanna allestita presso il palazzo Pretorio era la  piccola Adele Toschi figlia di Silvia Bacci e Francesco Toschi.

Alla fine niente da dire, fascino o non fascino dei tempi passati e delle grandi folle di un tempo, anche quella del 2019 è stata comunque una bella serata, piena di magia e suggestioni.

Una piccola nota per l’organizzazione. Come ci ha fatto notare qualcuno, in Duomo c’era più gente verso le 21 che non alle 22,30 ed oltre, quando poi è arrivata la sacra famiglia (verso le 23). E’ comprensibile il fatto che tutta la rievocazione del presepe vivente non può durare pochi minuti, ma bisognerebbe comunque snellire un po’ i tempi di attesa della scena finale per evitare che alcuni, magari infreddoliti o arrivati sulla sommità di Barga troppo presto, se ne vadano prima del tempo

 

 

 

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