Per le cave medicee del diaspro di Barga

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Il consigliere capogruppo di Progetto Comune Francesco Feniello fa sapere di aver effettuato, insieme a Nicola Fontanini del club motociclistico di Barga e con la guida di Emilio Lammari, la pulizia dell’antico percorso per raggiungere le cave medicee del diaspro di Barga.

Feniello rende noto che è stato ripristinato un percorso alternativo in località Buvicchia per raggiungere la cava detta “Palazzetto”.

Il tracciato – scrive Feniello –  è situato nelle vicinanza del percorso della via del Volto Santo e quindi potrebbe rappresentare una tappa per i turisti che la percorrono al fine di riscoprire il grande valore storico-culturale che questecave rappresentano. Infatti, il Diaspro di Barga è stato utilizzato per decorare le Cappelle Gentilizie Medicee della Basilica di San Lorenzo a Firenze”

Come ha raccontato e scritto spesso proprio Emilio Lammari, grande appassionato di storia locale e scopritore delle cave del diaspro di Barga: “Fu Cosimo I de’ Medici a voler realizzare la struttura che sarebbe servita a perpetuare la memoria della dinastia dei Medici. Oltre che all’interno delle Cappelle Gentilizie, esiste ancora una discreta quantità di diaspro nell’Opificio delle pietre dure, sempre a Firenze. L’Opificio, voluto da Ferdinando I de’ Medici, era il laboratorio artigianale che si occupava materialmente di rifinire il diaspro per poterlo poi utilizzare nelle Cappelle Gentilizie. Grazie ad alcuni registri di consegna è possibile seguire idealmente il tragitto del Diaspro da Barga fino a Firenze.

La ‘Via del diaspro’ iniziava nelle cave lungo il corso del torrente Loppora di Giuncheto. Una volta estratti, i blocchi di diaspro venivano trasportati fino al fiume Serchio, l’antica via fluviale. Da qui a bordo di foderi (zattere fatte con tronchi di legno) raggiungevano l’Arsenale Marittimo di Pisa dove venivano semi-lavorati con l’impiego di schiavi turchi. Successivamente i navicellai si occupavano di risalire l’Arno con il loro prezioso carico fino al Porto Maggiore di Signa e da qui, via terra, il diaspro raggiungeva l’Opificio delle Pietre Dure a Firenze per la lavorazione finale”.

Attualmente, le cave di Barga sono ancora molto ricche di diaspro. Questo nobile materiale, si presenta in superficie con filoni che affiorano dalle pareti rocciose di varie inclinazioni, spessore, colore e qualità.

Feniello, insieme a Fontanini e Lammari, hanno faticato non poco ma sono riusciti a rimuovere le piante cadute ed i rovi  e la vegetazione che ostruivano il passaggio.

“L’impegno futuro – dice Feniello – è quello di installare idonea segnaletica per permettere ai turisti interessati di poter visitare detti siti. Viste le difficoltà del percorso sarebbe meglio effettuare visite guidate”.

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