Alla riscoperta della storia di Barga con un viaggio tra le ville stile liberty e neo eclettico

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BARGA – La mostra e la realizzazione della pubblicazione “Lo stile liberty ed ecclettico a Barga. Architettura e arti decorative” vuol contribuire alla ricostruzione storica di questo periodo di cui la città conserva numerose e pregevoli testimonianze nelle ville e nelle palazzine che fanno da corona esterna al centro storico.

Una ambiziosa quanto interessante iniziativa quella che intende realizzare la Fondazione Ricci di Barga insieme alla sezione di Barga dell’Istituto Storico Lucchese e con il rinforzo anche dello storico locale Pier Giuliano Cecchi. E che ha bisogno anche dell’aiuto della popolazione

Il territorio di Barga ha tanto da offrire in proposito e questo lo si deve soprattutto grazie al grande patrimonio che hanno lasciato gli emigranti del comune che hanno fatto fortuna all’estero e che ritornati in Italia hanno deciso di lasciare testimonianza della posizione sociale ottenuta, realizzando soprattutto tra il 1910 ed il 1930 delle bellissime ville e villine liberty e di stile neo eclettico. Alcune oggi conservano ancora i loro preziosi testori sia esterni, le facciate e l’architettura, sia interni, le decorazioni, i pavimenti ed anche i mobili; in altre le modifiche apportate dal tempo hanno in parte ridotto la bellezza degli stili, ma c’è l’intenzione comunque di ricostruire in tutto e per tutto questa storia da parte degli organizzatori.

Fondazione e Istituto Storico sono già al lavoro da ben otto mesi su questo progetto; un progetto che richiede risorse, ed una notevole ricerca, spesso per trovare foto e documentazione sulle costruzioni, su chi le ha realizzate, sulla storia dei loro proprietari, che non è assolutamente facile. Proprio per questo si richiede alla popolazione barghigiana e a chi sia in possesso di qualsiasi tipo di materiale o informazione utile allo scopo, di collaborare con Fondazione ed Istituto Storico; tutto può essere utile e naturalmente di grande utilità è anche aprire ville, villine e palazzi e mostrare agli organizzatori i tesori che vi sono conservati; o anche solo raccontare le notizie di cui si può essere in possesso.

Le ricerche effettuate fino ad ora hanno permesso di individuare a Barga 25 costruzioni in Canteo, 16 nella zona del Giardino; 27 lungo la strada del Piangrande; 9 in zona Fosso; 3 a Castelvecchio Pascoli, 5 a Catagnana e dintorni, 1 a Filecchio, 9 a Fornaci, 4 in Bellavista, 3 a San Pietro in Campo, 1 ad Albiano ed una a Ponte all’Ania. Si va dalla vilal Moresca di cima Canteo a Villa Pieroni dell’Arsenale, per passare da Villa Moorings di Barga oppure il palazzo di Villa Buenos Aires alla Fornacetta... Un grande patrimonio architettonico e decorativo che merita di essere riscoperto e valorizzato secondo gli organizzatori, come spiegato questa mattina nella conferenza stampa che si è tenuta presso la sede della fondazione Ricci, con la partecipazione della sua presidente Cristiana Ricci, della direttrice della sezione di Barga dell’0Istiotuto Astorico Lucchese, Sarta Moscardini e di Pier Giuliano Cecchi.

L’esposizione che verrà organizzata  vuole  contribuire alla scoperta di un aspetto inedito nell’architettura cittadina dovuto a specifiche ragioni di tipo politico e sociale. Storicamente, infatti, con l’annessione al neocostituito Regno d’Italia iniziò un lento declino economico che portò una considerevole parte della popolazione barghigiana ad emigrare verso il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America per migliorare le loro condizioni economiche. Si pensi che tra il 1900 ed il 1930 dal comune di Barga emigrarono ben 9086 persone.

Non si trattò un’emigrazione definitiva per molti di loro, con morigeratezza e grandi sacrifici economici, riuscirono a inviare soccorsi alle loro famiglie durante l’emigrazione, ma molti, alla fine del secolo scorso, cominciarono a ritornare a Barga, investendo i loro risparmi in terreni e nella costruzione di ville nell’allora immediata periferia cittadina.

Sono proprio le moltissime ville e palazzine presenti a Barga di questo periodo, progettate e costruite in stile liberty e neo eclettico, che testimoniano il successo economico raggiunto dalla famiglie.

Proprio su queste nuove costruzioni si vuole focalizzare l’attenzione.

Sono infatti di questo periodo tra la fine dell’800 e gli anni 30 del Novecento le moltissime ville presenti a Barga, ricche nello loro tipologie costruttive, ricche di decorazioni architettoniche e pittoriche, marmi pregiati, ringhiere in ferro battuto, infissi di legno pregiato, cristalli molati e colorati spesso personalizzati, arredate con lampadari di murano, pavimenti che sembrano tappeti: tanto sfarzo e lusso dovevano provocavano meraviglia nell’osservatore e testimoniare il nuovo status sociale.

La mostra e il catalogo proporranno, attraverso un’indagine svolta attingendo a giornali e pubblicazioni dell’epoca, anche il clima culturale del tempo, sulle condizioni economiche, sociali e artistiche che determinarono lo sviluppo di questo tipo di architettura intorno al 1900. Una ricerca che è stata impostata inizialmente con un censimento degli edifici liberty ed ecclettici presenti a Barga, e che ora vuole proseguire con l’analisi delle loro tipologie, degli stili delle decorazioni e degli arredi interni, fornendo notizie sulla storia delle commissioni, dei progetti e dei loro rispettivi progettisti. Questa sarà l’occasione per scoprire i nomi dei progettisti delle architetture e quelli dei decoratori degli esterni con ceramiche e pitture. Numerosi furono anche gli artisti che decorarono con pitture a fresco gli interni, o realizzarono vetrate, mobilio, oggetti in ferro come ringhiere e balaustre che rappresentano la miglior rappresentazione di questo stile. Tra questi è già stata documentata anche la prtesenza dell’artista barghigiano Bruno Cordati, ma non mancano anche tracce di artisti della scuola fiorentina.

 

Lo stile liberty, che fiorì in Europa nel Novecento, prese il nome dal mercante londinese Arthur Lasenby Liberty (1843-1917), il quale commerciava ornamenti e arte di vario genere proveniente dall’estremo oriente. Nel nostro contesto nazionale questa nuova corrente, si affermò dapprima nelle maggiori città italiane, inizialmente come «arte nuova», rispetto alla tradizione accademica, ma in seguito assunse il nome di «stile floreale».

Pur, non consolidandosi mai in una vera e propria scuola italiana di riferimento, si affermò, seppur con un lieve ritardo rispetto ai maggiori paesi europei, vivendo il suo massimo splendore nei primissimi anni del Novecento.

Il termine eclettismo in campo architettonico è usato per indicare quella complessa serie di fenomeni caratterizzanti gran parte dell’architettura ad iniziare dalla seconda metà dell’Ottocento.

Lo stile eclettico, che si diffuse ulteriormente nei primi anni del secolo ventesimo, fu senza dubbio favorito dal fatto che l’architettura della seconda metà dell’Ottocento non seppe trovare un proprio peculiare linguaggio, atto a proporre nuove soluzioni funzionali alle esigenze edilizie del proprio tempo.

Gli edifici rappresentativi di questo stile possono essere di volta in volta in stile neo rinascimentale, neo romanico, neo gotico, neo egizio, neo orientale o moresco. Questa tendenza ad ispirarsi a fonti diverse, cogliendo in ciascuna di esse gli elementi ritenuti migliori, portò alla realizzazione di edifìci in cui si combinano elementi diversi.

Stili antichi accorpati con spirito moderno. Il riferimento al Medioevo il filone neo eclettico di fantasia con reintegrazioni in stile e ricostruzioni medievali (soprattutto di ispirazione toscana) si affermò in particolare dopo il 1910, nel recedere del liberty, accentuando i caratteri individualistici della ricerca del pezzo unico eccezionale, con forme irripetibili su larga scala. Il Medioevo divenne il periodo storico di riferimento e fu rivalutato come il regno della libertà estetica. L’amore di artisti e architetti per quest’epoca storica, soprattutto per i modelli tre e quattrocenteschi, occupa il posto principale del rinnovamento estetico di questo periodo.

Viene così comunemente definita “architettura eclettica” quello stile di costruzione che non segue un determinato sistema o indirizzo, ma sceglie ed armonizza “principi” di scuole ed indirizzi architettonici diversi, producendo edifici che, anziché rappresentare il frutto di un’ispirazione unitaria, appaiono piuttosto come la sintesi di stili diversi ecletticamente fusi.

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