Opera Barga, al teatro liriche cinquecentesche con Deborah York; al Santa Elisabetta l’ensemble Le Musiche

-

Nella giornata del 29 luglio saranno due gli eventi del Festival OperaBarga:

Alle 18.30 al Chiostro S. Elisabetta sarà nuovamente presente l’Ensemble Le Musiche di Simone Bernardini, il quale presenterà il quartetto in do maggiore e in la maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart e il quartetto per archi in fa maggiore di Dmitri Shostakovich.

Alle 21.30 al Teatro dei Differenti verranno eseguite in anteprima a Barga le Rime amorose e teologiche della Nobilissima Signora Zerina Samietz di Sebenico, raccolta inedita di liriche cinquecentesche messe in musica per orchestra da camera dal polistrumentista e compositore veneto Antonello Privitera, in quest’occasione negli inusuali panni di voce recitante.

La serata avrà un cast internazionale d’eccezione: al canto, il soprano inglese Deborah York, splendida interprete dell’ultimo concerto di Claudio Abbado, con il quale quest’anno ha vinto l’International Classical Music Award; al pianoforte e alla direzione d’orchestra, Stefano Salvatori, maestro alla Scala di Milano; agli archi, il consort di viole dell’Accademia Strumentale Italiana, fondata e diretta da Alberto Rasi e qui presente nelle persone dello stesso Rasi alla viola soprano, di Claudia Pasetto alla viola tenore e di Paolo Biordi alla viola bassa; ai movimenti coreutici di Ghislaine Valeriani, già prima ballerina dell’Arena di Verona, e della sua giovane allieva Paula Lepa; con la supervisione del berlinese Derek Gimpel, carismatico direttore d’opera che si occuperà della regia.

In accordo col titolo, le Rime si dipanano su due poli, quello dell’amor sacro e dell’amor profano. Zerina è una vergine fanciulla che vive nel mondo monacale delle fanciulle del suo tempo: educata all’amore di Dio, quando incontra, o si scontra, con l’amore di un uomo è contesa tra educazione e istinto, tra volere e disvolere e, non avendo altre armi, usa le parole per guerreggiare con l’uomo che la richiede, respingendolo prima con paura poi con grazia, poi senza volerlo veramente respingere, inventandosi una fratellanza—anzi una gemellarità— fittizia, che se da una lato testimonia il suo sentimento dall’altro la mette al riparo (o almeno così pensa) dai pericoli amorosi. La splendida ambiguità di questa fratellanza è la cifra delicata di tutto il Canzoniere, anche perché frater et soror era in antico l’appellativo degli amanti, usato anche da Abelardo ed Eloisa nel loro epistolario.

Tag: ,

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.