Finito il restauro del portone del Duomo

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Si sono recentemente conclusi a Barga i lavori per il restauro del portone principale del Duomo di Barga.

Il lavoro, seguito in tutte le sue parti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Lucca e Massa Carrara, attraverso il funzionario Claudio Casini e la direzione strutturale dell’Architetto Piero Biagioni di Castelvecchio Pascoli, è stato realizzato dal laboratorio di Restauro di Enrico Modena con la collaborazione di Guido Menichetti; e cofinanziato in parte dalla Propositura di Barga e in parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Il portone risulta adesso di un colore verde bronzeo che ben si intona con il resto della facciata del Duomo. Anche le ante delle porte interne sono state ripulite e riprese del colore ligneo iniziale; ora manca il poter intervenire anche sugli altri portoncini, alcuni dei quali necessitano di restauro, dando un unico colore a tutti i portoni del duomo.

“Ringrazio a nome di tutta la comunità, quanti professionalmente, operativamente e con il contributo economico hanno partecipato all’importante opera di restauro realizzata – ha commentato il proposto di Barga don Stefano Serafini – In questo anno del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco, sono state aperte le porte giubilari in varie Basiliche e in tutte le Diocesi del mondo; anche noi siamo invitati a passare attraverso questa porta per accedere alle celebrazioni della Sacra Liturgia la domenica e in tante occasioni e momenti della nostra vita per comprendere la misericordia del Padre e il suo amore per tutte le sue creature, testimoniando attraverso le opere di misericordia il dono della fede in Gesù e l’amore verso il prossimo”.

Il progetto di restauro

Il Portone a doppia anta con otto specchiature scorniciate con rosone scolpito a rilievo in legno di cirmolo, disposte in modo speculare, costruito con legno di quercia essenza di conifera, con alcuni assi verticali di essenza tenera ringrossate con essenza di castagno, con cornici modanate, è stato realizzato verso la metà del XX° sec. – 1934 – (probabilmente dalla falegnameria Pia Gianni di Barga, laboratorio in via del Pretorio).

Prima dei lavori iniziati nel novembre 2015, il portone del Duomo, presentava ridipinture risalenti a vari periodi, quella fatta dal barghigiano Angelo Pellegrini nel 1985 e ultima fra tutte nel giubileo del 2000. La struttura non era in precarie condizioni di stabilità. Tuttavia si rilevavano distaccamenti, fessurazioni e mancanza di porzioni di materia. Perfino l’attacco d’insetti xilofagi, anche se presente, non èra particolarmente accentuato e localizzato solo ad alcune zone. Gli elementi di cerniere, paletti e serrature presenti erano in ottime condizioni.

Prima di qualsiasi operazione il portone è stato esaminato accuratamente per mettere in sicurezza eventuali parti pericolanti. Una volta rimossi i detriti su tutto l’impianto, è stata nebulizzata su tutta la superficie della “permetrina in white spirit”, poi stesi dei teli a chiusura sigillando tutto per 30 giorni. Tolti i teli si è provveduto al consolidamento delle porzioni ammalorate, agendo sia sul fronte che sul retro. In seguito si è provveduto alla pulitura di tutte le superfici, dei vari strati di vernici presenti sul manufatto. Rimossi i riempimenti di gesso, sono state ricostruite le porzioni mancanti e chiuse le fessure, usando essenze lignee idonee ed attenendosi alle tecniche costruttive ed architettoniche inerenti al manufatto. Le parti ricostruite sono state posizionate nella loro sede.

Successivamente sul manufatto sono state chiuse le piccole lacune rimaste, ripulite le eccedenze e steso uno strato di sottofondo preparatorio alleggerito. Una volta perfettamente essiccato, si è provveduto ad una stuccatura leggera con gesso e colletta miscelata a pigmento idoneo. Dopo aver rasato le superfici e stata stesa una mano di sottofondo ed in successione, intervallate da rasatura, sono state stese alcune mani di vernice pigmentata (smalto a solvente).

Ad essiccazione avvenuta, sul manufatto è stata stesa una mano di “cera microcristallina miscela con white spirit e una bassissima percentuale di colofonia.

(d. Stefano Serafini)

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