BargaJazz Festival rischia di chiudere dopo 30 anni

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Era il 1986 quando Giancarlo Rizzardi con la preziosa collaborazione del M° Bruno Tommaso propose al Comune di Barga di realizzare un Festival incentrato sulla composizione e l’arrangiamento per orchestra Jazz. Da allora, pur tra mille difficoltà, il Festival è cresciuto ed è diventato una tappa importante nella carriera di moltissimi professionisti della scrittura jazzistica per orchestra. Da Barga sono passati nomi importanti del jazz italiano e nella BargaJazz Orchestra hanno militato musicisti oggi tra i più apprezzati sulla scena nazionale ed internazionale: Paolo Fresu, Stefano Bollani, Pietro Tonolo, Marco Tamburini. L’orchestra vanta inoltre collaborazioni con personaggi di primo piano del mondo del Jazz: Enrico Rava, Lee Konitz, Giorgio Gaslini, Tiziana Ghiglioni, Kenny Wheeler, David Liebman, Tom Harrell, Steve Swallow.
La situazione finanziaria tuttavia negli ultimi anni non è stata facile e l’Associazione Polyphonia si è dovuta indebitare per poter mantenere l’alto livello qualitativo raggiunto. Il 2015 in particolare ha visto il taglio totale del finanziamento del Ministero Dei Beni e delle Attività Culturali mentre la Regione Toscana ha ridotto le risorse destinate al Festival del 25%. Ad aggravare la situazione il fatto che i risultati dei bandi (ministeriali e regionali) siano stati resi noti a festival ormai iniziato. L’Associazione avendo già stipulato i contratti con gli artisti e già pubblicato il programma ha deciso di realizzare il Festival per intero (19 concerti oltre che seminari e masterclass). Anche la risposta delle fondazioni bancarie e dei privati, pur con qualche fortunata eccezione, non è stata negli anni rispondente alle aspettative e questo nonostante l’innegabile ricaduta positiva in termini turistici della manifestazione.
La maggior parte delle risorse vengono destinate alla BargaJazz Orchestra. Il Festival è infatti incentrato sulla realizzazione di nuove composizioni ed arrangiamenti che è necessario provare e mettere a punto. Proprio la realizzazione di produzioni inedite rappresenta l’elemento qualificante ed originale del Festival, che si differenzia nel panorama dei tantissimi festival nati come funghi in Italia negli ultimi anni spesso realizzati semplicemente facendo qualche telefonata alle agenzie di artisti. BargaJazz ha tentato nei suoi trent’anni di attività di avvicinare alla musica jazz i ragazzi e di coinvolgere il territorio con iniziative nelle piazze, concerti itineranti, seminari divulgativi ed iniziative collaterali: il BargaJazz Contest concorso dedicato ai gruppi emergenti; la giornata di Barga IN Jazz, con il centro storico di Barga invaso da tantissimi gruppi di jazz; i concerti di qualità che si tengono a Barga e nei comuni della Valle del Serchio; i seminari e i Masterclass; il progetto transfrontaliero Sonata di Mare; le ormai mitiche jam session EnoJazz; il BargaJazz Club, nato nel 2002.
Ma proprio per il suo trentennale il Festival rischia di non realizzarsi con la conseguenza di disperdere un patrimonio che si è stratificato negli anni e che rappresenta, a detta di molti, una delle eccellenze culturali e turistiche della Toscana. La situazione è molto critica soprattutto per la mancanza di risorse certe e gli organizzatori non se la sentono di prendere impegni che potrebbero aggravare la situazione finanziaria irrimediabilmente. Anche il cofinanziamento del Comune di Barga pur essendo stato confermato non è sufficiente da solo a reggere un festival di respiro internazionale. E’ allo studio un progetto di crowdfunding on line ma non è pensabile che la risorse necessarie possano essere reperite esclusivamente da questo canale.
L’Associazione lancia quindi un appello agli enti che fino ad ora hanno sostenuto l’iniziativa, agli amministratori, ma anche alle fondazioni bancarie e gli altri enti territoriali, ad impegnarsi per trovare le risorse in tempi brevi. Il ritardo nella programmazione e nella pubblicazione dei bandi è già notevole ed un ulteriore rinvio renderebbe impossibile la realizzazione del concorso e del Festival 2016.
Alessandro Rizzardi

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