La storia della chiesa nuova a Fornaci

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Il primo parroco che si adoperò per una nuova chiesa, – “per la quale vivo, lavoro e mi sacrifico”, scrisse in un biglietto indirizzato al comm. ing. Luigi Orlando nel giugno 1929 – dopo che quella piccola e malridotta in Fornaci Vecchia fu danneggiata dal terremoto del 1920, fu don Silvio Scali. L’idea era quella di intitolarla “Tempio della Rimembranza”. Don Scali si impegnò per molti anni in questo progetto, ma, forse, nonostante che piano piano Fornaci stesse crescendo come popolazione, i tempi non erano ancora maturi.

Per questa sua idea spese molte delle sue capacità ed energie, ma nel luglio 1929 dovette desistere: il terreno dove sarebbe dovuta sorgere, e per il quale da tempo era in contatto con il proprietario per giungere ad un accordo sul prezzo, fu acquistato dalla SMI.

Da quel momento in poi, e fino alla sua morte avvenuta nel febbraio 1931, si prodigò per ingrandire quella esistente. La ditta che vinse l’appalto per i lavori di ampliamento fu quella di Oreste Ghiloni e Figli di Barga.

Molto tempo passò, prima che l’idea perseguita da Don Scali si concretizzasse. Infatti, la presa di possesso del terreno sul quale costruire un nuovo edificio religioso, una vasta area donata dalla Direzione Generale della SMI, alla presenza di autorità e molti fedeli, avvenne soltanto l’8 luglio 1962.

L’incarico di redigere il progetto, dopo la comunicazione del Ministero dei Lavori Pubblici di aver stanziato un contributo per la costruzione dell’edificio (1° aprile 1967), fu affidato all’arch. Egisto Pierotti di Pietrasanta, docente alla facoltà di Architettura dell’Università di Roma. Il progetto fu presentato il 5 marzo 1968.

Dopo vari esami e la richiesta di nuova documentazione, con l’approvazione del Provveditorato alle Opere Pubbliche di Firenze, il 27 ottobre 1970 fu indetta la gara d’appalto. Delle 30 ditte invitate dal Genio Civile, nessuna si presentò. La gara era andata deserta a causa del continuo aumento dei prezzi… Un ulteriore invito alle 30 imprese, più altre 12, fu per il 2 dicembre 1970. La gara fu esperita regolarmente e l’impresa costruttrice S.A.S. Giacchini Giuseppe di Giacchini Antonio & C. si aggiudicò l’appalto. La direzione dei lavori fu affidata all’ing. Ildo Barsanti.

Il nome da dare alla nuova chiesa fu deciso con un “referendum” tra la popolazione locale e la scelta, con 203 preferenze, cadde su “Cristo Redentore”.

La prima pietra, benedetta dall’Arcivescovo di Pisa Benvenuto Matteucci, fu posata sabato 22 maggio 1971, giorno in cui, glorificando l’avvenimento, nella stessa area furono cresimati diversi ragazzi della locale Comunità cristiana. Fu invece il 19 giugno 1973, se pur in una chiesa ancora spoglia, che nello stabile appena eretto vi si tenne la prima celebrazione ufficiale: l’amministrazione del sacramento della Santa Cresima. Un anno dopo, il 27 settembre, lo stesso Arcivescovo poté inaugurare solennemente il nuovo fabbricato. Promotore di quella realizzazione, che fu possibile anche per il generoso contributo dei residenti e dei fornacini all’estero, fu l’Arciprete Mons. Lido Ferretti.

La copertura del tetto in rame fu realizzata grazie ad una do-nazione della SMI, così come, inaugurate il 21 ottobre 1990, le tre campane. Quel giorno si tennero anche i festeggiamenti per i 40 anni di vita in parrocchia di Mons. Ferretti.

Un evento di prestigio per la comunità ci fu domenica 16 dicembre 1990: quel giorno, dalla chiesa di Cristo Redentore, RAI 1 effettuò la diretta televisiva della Santa Messa.

Per solennizzare la festa del titolare della parrocchia, che si svolge in concomitanza con il Corpus Domini, si realizzano la “infiorata” di via Mozza e una partecipe processione che, partendo dalla vecchia chiesa, procedendo per Via della Repubblica, giunge fino a quella nuova.

Per la inaugurazione e la benedizione delle sale parrocchiali, evento avvenuto il 19 giugno 1988, dagli Stati Uniti giunse il cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia, nipote di emigrati fornacini all’inizio del secolo scorso
La copertura in bronzo del portone principale della chiesa, in ricordo dell’Anno Santo Giubilare del 2000, fu realizzata dal maestro Franco Pegonzi.

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