Giovani che si fanno onore: la storia di Gianluigi Di Giangirolamo

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Un giovane di Mologno si sta facendo onore nel panorama culturale nazionale, trovando consensi per la sua attività di ricerca storica che, ormai, lo vede spesso fuori non solo da Barga, ma anche dall’Italia.

Per Gianluigi Di Giangirolamo, 35enne di Mologno, è senz’altro un momento magico, che lo ripaga dei tanti sacrifici di questi anni. Oltre ad aver conseguito proprio in questi giorni il dottorato di ricerca in Storia Contemporanea all’Università di Bologna, per lui è arrivata la consacrazione come uno dei migliori talenti sfornati dall’ateneo felsineo. Un riconoscimento che ha radici in Toscana, visto che, partendo da una tesi di laurea su Vergemoli, Gianluigi è arrivato via, via ad essere considerato uno degli emergenti storiografi contemporanei. Il giovane studioso, figlio del serigrafo Giuseppe Di Giangirolamo (docente presso l’Accademia delle Belle Arti a Urbino) e della titolare della G4 Pubblicità di Mologno, Giustina Casotti, ha dovuto, come tanti, “traslocare” altrove, cercando e trovando apprezzamenti anche dai più qualificati storici del panorama italiano.

Il suo ultimo lavoro, che gli è valso il dottorato, è intitolato “L’evoluzione delle politiche culturali in Italia tra centro e periferia con uno sguardo alla Francia (1959-1975)”. Lavoro che, giusto per non smentire le origini, è stato realizzato col contributo e la collaborazione della Fondazione Spadolini di Firenze (l’ex presidente del consiglio fu il fondatore e primo titolare del dicastero dei Beni culturali), e dipanatosi tra Bologna, Firenze e Parigi, dove Di Giangirolamo ha vissuto per tre mesi cercando nuovi spazi storiografici finora poco considerati. Relatore della tesi, un’istituzione come il professor Angelo Varni, di recente confermato presidente dell’Istituto dei Beni artistici dell’Emilia, che ha voluto seguire personalmente le gesta del ragazzo, dimostrando interesse per gli sforzi compiuti su un fronte “inedito”.

Una grande soddisfazione, che di fatto completa un lungo ciclo di studi che, dal 2005 ad ora, è valso a Gianluigi Di Giangirolamo decine di pubblicazioni di libri. Partito con tante aspettative e tanti sogni alla volta del Polo Universitario di Rimini, il 35enne molognese è stato uno degli artefici della nascita del laboratorio ImaGo, un archivio online di foto che racconta, attraverso le immagini e recensioni, come è cambiata la società italiana dagli anni ’30 ad ora.

Dal 2007 al 2009 è stato tutor di Presidenza per il Corso di laurea in “Culture e Tecniche del Costume e della Moda” della facoltà di Lettere e Filosofia al Polo universitario di Rimini. Contemporaneamente, poi, in concomitanza col trasferimento a Bologna, Di Giangirolamo ha prodotto le sue pubblicazioni su riviste di settore e volumi universitari: La politica per i Beni Culturali in Italia tra centro e periferia nella prima metà degli anni Settanta nel 2014, L’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali tra immobilismo politico e modernizzazione della gestione del patrimonio culturale sempre nel 2014, La costruzione di una città turistica. Walter Ceccaroni amministratore pubblico nel 2013, Le “anime” di Rimini tra città e marina (2011). Assistente sul campo dei docenti Daniela Calanca e Fiorella Dallari, con le quali ha svolto anche il ruolo di commissario esaminatore negli appelli universitari presso la facoltà di Storia, nel 2013, ha conseguito la laurea specialistica in Storia Contemporanea con 110 e lode. Risultato che gli è valso, subito dopo, l’ammissione al dottorato di ricerca in Storia, dove ha concluso mercoledì scorso un percorso che, partendo dalla nascita del Ministero dei Beni culturali italiano, ha voluto rappresentare uno spaccato di storia degli ultimi quarant’anni. Uno spaccato che passa, quindi, anche da Barga. E un po’ di orgoglio patrio non guasta mai, in una comunità come quella barghigiana, che sente la storia come una seconda pelle e che la vive ogni giorno.

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