Correre verso il mare: strategie per sopravvivere al tempo

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Pensando alla parola “tempo” Martina Lauria – vincitrice del premio giornalistico Benedetti/sezione scuole tecniche-professionali – ci porta con se nella sua riflessione tra serio e faceto unendo con grande armonia ricordi di infanzia e letteratura classica: di seguito l’articolo integrale

Pensando alla parola “tempo” mi vengono in mente tante di quelle sensazioni che non saprei da dove iniziare. La prima cosa a cui penso, forse un po’ bizzarra, sono i fazzoletti tempo, a cui hanno dato un nome azzeccatissimo perché per far passare un raffreddore o una delusione d’amore ci vuole soltanto “tempo”. Oppure mi viene in mente l’infanzia, che è il periodo più bello della nostra vita perché iniziamo a sperimentare le prime sensazioni: i primi passi, i primi sapori, gli odori, gli affetti.

L’infanzia è il periodo in cui, grazie alla fantasia, riusciamo ad elaborare immagini trasformandone i soggetti e gli ambienti. Spesso penso che bisognerebbe guardare il mondo con gli occhi di un bambino, per staccare i piedi da terra e magari farsi anche due risate. Dovrebbe essere divertente immaginare il proprio professore o il datore di lavoro con delle buffe orecchie da elefante, un naso rosso come quello dei pagliacci, che invece di camminare salta come un canguro e parla come paperino della Disney, dovrebbe essere divertente perché durante l’infanzia le ore di gioco sembrano non finire mai, da adulti invece i momenti più belli durano un istante mentre la noia e l’orrore, prima inesistenti, durano secoli.

Mi vengono in mente anche le opere d’arte, come la poesia, il cui scopo è quello di fermare il tempo o superare i limiti umani spazio-temporali.

Poi ci sono i ricordi, come gite scolastiche o quegli eventi irripetibili a cui si cercano di attribuire le migliori sensazioni: un odore particolare, una canzone, un’immagine che è rimasta particolarmente impressa nella nostra mente, persone o frasi.

Ricordo di una giornata al mare, tanti anni fa, quando mio nonno mi prese da parte, e forse con uno scopo ben preciso mi disse: “La vita è breve, breve come un sogno. Hai presente quando la sabbia scotta ma tu te ne freghi perché tanto sai che stai correndo verso il mare?! Ecco, bisognerebbe vivere così!”. Passai tutto il pomeriggio a correre verso il mare perché me lo disse con un sorriso tale che pensavo che avrei potuto realizzare parte della mia vita insieme a lui e invece si spense pochi mesi dopo, ma è sempre rimasto nel mio cuore e grazie a lui credo di aver sfruttato al meglio le opportunità che ho incontrato fino ad ora nel cammino della mia vita.

L’ultima, ma non definitiva immagine che appare nella mia mente sono gli orologi di Salvador Dalì, i famosi orologi molli. Secondo me quegli orologi rappresentano la velocità con cui il tempo trascorre a seconda delle nostre sensazioni: il tempo che passa è lento a trascorrere ma il tempo già passato è trascorso in fretta. Perciò, come insegna Seneca, bisogna custodire il tempo, utilizzarlo in maniera adeguata per evitare delusioni riguardo gli obiettivi che ci siamo dati, perché è governando l’oggi che acquistiamo sicurezza sul domani e in questa ottica anche gli errori sono importanti nella vita perché studiando su di essi possiamo perfezionarci.

Credo che quest’ultima sia la migliore immagine da attribuire al termine “tempo” in quanto riassume in una sola visione il mio pensiero.

Martina Lauria
ISI “Luca Signorelli” – ITC “F. Laparelli” di Cortona – Classe IV A

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