Crollo al muro della ripa: sopralluogo con il Soprintendente e il senatore Marcucci

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Colle del Duomo: cosa fare dopo la frana sulla “ripa”? Come accertarsi delle sue condizioni di salute, come trovare i fondi per mettere in sicurezza o per ripristinare le arcate di contenimento? E soprattutto, ciò che vi insiste sopra – il Duomo e il museo civico – è al sicuro?
A questi ed altri dilemmi si è cercato di dare risposta questa mattina per mezzo di un sopralluogo al quale hanno preso parte anche il sovrintendente per i beni culturali delle province di Lucca e Massa Giuseppe Stolfi e il senatore Andrea Marcucci, membro della commissione Cultura al Senato. Assieme a loro il sindaco Marco Bonini e il vicesindaco Alberto Giovannetti, l’assessore alla protezione civile e difesa del suolo Pietro Onesti, i tecnici comunali Fabrizio Ferrarini e Omero Togneri, il geologo Ferdinando Francia e don Stefano Serafini, ognuno impegnato, per sua competenza, nella comprensione e nella ricerca di possibili soluzioni a uno degli ultimi problemi causati dal maltempo.

Uno dei più evidenti, oggetto principale del sopralluogo, è proprio la frana che ha interessato la rupe su cui sorge il colle del duomo (da tutti intesa come “la ripa”) e che ha visto la distruzione di tre archi del muraglione di sostegno a causa del distacco di un grande masso.
Il motivo primario del danneggiamento è sicuramente da imputare alla tipologia di materiale con cui è composto il colle che alla base è fatto di materiale sabbioso sul quale poggiano strati ghiaiosi, più compatti.
Il materiale di fondo, più fine, è maggiormente sensibile all’erosione dovuta ai dilavamenti, e ciò, negli anni, ha portato alla formazione di grosse sporgenze sovrastanti composte da roccia. Almeno una di queste negli ultimi tempi deve essersi indebolita a causa delle infiltrazioni di acqua, andando a formare il grosso masso che si è poi schiantato sul muro di sostegno. Un muraglione composto da 12 belle arcate, il cui ruolo, sempre rimasto dubbio, questa mattina è stato riabilitato: lo scopo dell’opera, realizzata negli anni ’30, era sicuramente quella di proteggere dall’erosione lo strato di base, impedendo o per lo meno ritardando la formazione di strutture aggettanti che poi, come è avvenuto domenica scorsa, rischiano di crollare trovandosi prive di sostegno alla base.

Quindi il muraglione della Ripa (già interrotto da altri danneggiamenti) ha avuto ed ha la sua utilità e dovrà essere ricostruito per continuare ad offrire protezione al colle. Purtroppo, però, le stime (ancora molto sommarie) parlano di una cifra che va dai 500mila euro al milione per poter ripristinare completamente l’opera, non solo bella architettonicamente ma anche fondamentale per la tenuta a quanto è stato appurato.

Una somma non sostenibile per il comune di Barga che ha già preso contatti per poter ottenere fondi dal Governo centrale e che dovrà avere tutti i benestare per i lavori, compreso le indicazioni per gli interventi, proprio dalla Sovrintendenza.
A questo proposito il senatore Marcucci si farà portavoce della necessità direttamente presso il Ministero dei Beni culturali in sinergia con la sovrintendenza, nella speranza di poter reperire, tra i capitoli dedicati, la somma necessaria.

Intanto il comune si metterà a lavoro per capire cosa realmente è necessario fare a breve inviando tecnici esperti sulla sommità della roccia che forma il colle e stilando un progetto di massima che permetta di calcolare meglio i costi.

La visita del sovrintendente ai beni culturali è stata l’occasione per valutare anche la sommità del colle, sul quale insistono il duomo ed il palazzo pretorio che ospita il museo civico, entrambi percorsi da qualche crepa sulla quale adesso è necessario interrogarsi.
In entrambe le strutture, ma principalmente presso il museo, fessurazioni sulle pareti e sul pavimento paiono essere in leggerissimo movimento e soprattutto si trovano nei locali in corrispondenza del distacco del masso anche se sono comparse diverso tempo prima. Le crepe potrebbero quindi non dipendere dall’ultimo movimento franoso ma essere causate da un indebolimento del terrapieno su cui poggia la struttura (a inizio secolo fu smantellato una costruzione che univa palazzo pretorio e duomo, eliminando anche i locali sotterranei che potrebbero non essere stati consolidati e riempiti a sufficienza) o addirittura essere causate dall’espandersi del cedro secolare che si trova proprio tra il museo e il duomo. È comunque tempo di iniziare a valutare seriamente il problema, è stata opinione di tutti.

Sono già invece sotto controllo le fessurazioni che si trovano sull’arcata della cappella della Madonna del Molino, sul lato del duomo che guarda il museo civico. Qui a preoccupare, però, sono piuttosto le copiose infiltrazioni di acqua che insistono principalmente nel campanile: anch’esso, come tutto l’edificio sacro, è stato visitato dal soprintendente e dai tecnici comunali sotto la guida di don Stefano Serafini e dell’ingegner Elisabetta Lorenzini, con l’auspicio che ripa o non ripa, anche qui si possa trovare un rimedio definitivo ad un’annosa questione.

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