Nel nome di Benedetti il premio ai giornalisti di oggi e di domani

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È tornato stamani a Barga il grande giornalismo, con la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio Giornalistico Arrigo Benedetti.
Un’iniziativa nata nel 2010 per celebrare il centenario della nascita del giornalista lucchese che seppe portare, con la sua professionalità e soprattutto con la sua memorabile lezione umana e professionale, grande innovazione in quanto a forma e contenuti di un giornale. Si può sicuramente affermare che Arrigo Benedetti è stato il padre del giornalismo italiano moderno e che grazie ai suoi insegnamenti ancora oggi, per certi aspetti, la qualità del giornalismo italiano è di gran lunga superiore rispetto alla stampa internazionale.
Barga da anni ha un rapporto particolare con la memoria di Arrigo Benedetti. L’organizzazione di questo premio (in collaborazione con la Provincia di Lucca) è anche legata anche ad una importante donazione della famiglia lasciata in eredità alla biblioteca comunale dove sono conservati i 1400 volumi che appartennero al giornalista.
I giornalisti che sono stati premiati con la terza edizione del premio sono stati per la sezione premio speciale (che lo scorso anno andò a Nello Ajello ricordato con affetto anche stamani), il direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini. Con lui il premio Benedetti è andato al caposervizio della redazione di Lucca de La Nazione, Remo Santini.
A salutarli ed a consegnar loro i due riconoscimenti il sindaco Marco Bonini, il presidente della Provincia Stefano Baccelli, l’assessore alla cultura Giovanna Stefani e Arrigo Benedetti jr. Ma anche altre autorità come il Prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro ed il sen. Andrea Marcucci.
(continua…)

Sia Ermini, la cui lunga e brillante carriera giornalistica è iniziata negli anni ’70, che Santini, da undici anni alla guida della redazione lucchese della Nazione, hanno sottolineato il grande onore di ricevere un premio che porta il nome di un padre del giornalismo italiano.
Di lui Santini, sempre attento nel suo lavoro a rimarcare e raccontare il principale spirito della lucchesità, ha ricordato che Benedetti ha saputo coniugare il proprio senso di appartenenza al territorio di Lucca con una professionalità di respiro internazionale. Ma anche che la sua eredità è stata tangibile nelle successive generazioni di giornalisti che in Benedetti possono trovare un maestro sul piano dell’ispirazione, della scrittura, della tenacia, ma anche un punto di riferimento dentologico.
Santini ha dedicato il premio a tutta la redazione lucchese de La Nazione, elogiando il lavoro di tutti e ricordando le difficoltà che anche (e forse ancora di più) in una redazione di provincia, si hanno per garantire giornalmente una informazione libera e non condizionata dai poteri esterni.
“Benedetti sosteneva – ha detto – che il vero giornalista deve scrivere per cercare la verità. Diceva: più giornalismo e meno ideologia. Io aggiungo più coraggio anche nel giornalismo locale. Meno compiacenza nei confronti dei poteri e delle lobby, perché il nostro mestiere è quello di risvegliare la coscienza civile dei lettori.
Rivolgendosi soprattutto agli studenti presenti alla cerimonia Paolo Ermini ha invece affermato che tanto del giornalismo italiano moderno è frutto diretto del lavoro e della strada aperta da personaggi come Benedetti, che hanno saputo imprimere un’impronta profonda, con la forza delle idee e la capacità di incidere nella storia del paese: “Un personaggio del presente, Arrigo Benedetti, che proprio per questo ha tanto da dire ai giovani che sono il presente”.

“L’informazione – ha aggiunto Ermini – deve svolgere principalmente il ruolo di fornire una informazione veritiera all’opinione pubblica per permettere a questa di maturare le proprie idee”.
Una critica velata anche al mondo della rete, soprattutto all’improvvisazione che troppo spesso si trova nell’informazione online dove tanti, senza conoscerne regole e valori deontologici, si improvvisano giornalisti: “Fare il giornalista – ha affermato – non vuol dire comunicare genericamente informazioni; vuol dire comunicare soprattutto notizie attendibili. Per questo a volte il rischio è che nella rete ci si trovino di fronte informazioni non oggettive o condizionate da ideologie personalistiche”.

Prima dei riconoscimenti consegnati ai due giornalisti, la premiazione, come consuetudine di questo premio, dei migliori articoli giornalistici realizzati dalle scuole superiori. Una speciale sezione è infatti dedicata, come ha ricordato l’assessore Giovanna Stefani, proprio alle scuole superiori, nell’intento di avvicinare il mondo della scuola a quello sicuramente affascinante del giornalismo.
Tra gli elaborati valutati dalla giuria il primo premio per la sezione Licei è andato a Frida Susy Maria Morganti dei Liceo Classico “Ariosto” di Barga con il suo articolo “Mind the gap. Disinnescare con il dialogo il conflitto generazionale”.
E’ stato invece il pezzo dal titolo “Sono fuori: cronache di un superstite” di Lorenzo Toni dell’ITC Magri di Barga, il migliore per la sezione Tecnico-professionale.
Due lavori (che nei prossimi giorni pubblicheremo) che hanno particolarmente colpito il nipote di Arrigo Benedetti tanto da affermare convinto che giovani così arguti e profondi nei loro articoli, ma anche così diretti nelle loro parole, avrebbero sicuramente potuto lavorare a fianco del nonno.
Infine un altro riconoscimento che ci riguarda da vicino. Il Comune di Barga ha consegnato una targa al nostro direttore Luca Galeotti per i suoi venti anni di direzione de Il Giornale di Barga che, come è stato scritto nel riconoscimento, è il periodico locale sempre al servizio dei cittadini con una attenta e puntuale informazione.
Siamo onorati di questo riconoscimento per il quale ringraziamo la nostra amministrazione comunale e la Provincia di Lucca. E permetteteci di dedicarlo a chi ha permesso a questo giornale di arrivare fino ad oggi, con i suoi quasi 65 anni di vita, a quel giornalista che ha saputo nel suo piccolo lasciare a suo volta un segno ed un’eredità di civiltà (quale sa essere un buon giornale) per la sua comunità: Bruno Sereni.
Di Paolo Ermini e di Remo Santini potete ascoltare sotto anche le interviste realizzate prima della premiazione. Parlano degli insegnamenti di Benedetti e di quello che è stato ed è il giornalismo.

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