Le radici della crisi economica e le possibili soluzioni alternative

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L’attuale sistema monetario pare non essere più sostenibile. La sensazione di schiavitù dei lavoratori e la crisi economica ne sono due esempi lampanti. Come combattere queste aberrazioni? Se ne è parlato in un incontro sulla “Sovranità perduta ed i sacrifici economici per il debito inestinguibile”, un momento realizzato in collaborazione con l’associazione Sete di Giustizia e la scuola di studi giuridici monetari G. Auriti ed il supporto del GAS Barga tenutosi presso il cinema Puccini di Fornaci sabato 23 novembre.

Il ritorno allo scambio potrebbe essere la possibile soluzione, in modo da delegittimare la moneta, dotata di un valore arbitrario, per tornare ad utilizzare beni e servizi o semplice tempo per “pagare” quello di cui abbiamo bisogno. Sfuggendo finalmente alle manovre di banche, politica, operatori economici. (…continua)

Le persone hanno perso la loro libertà? Sono prigioniere di un sistema economico ormai aberrato? La crisi economica è l’ennesima ingiustizia che gli individui devono subire a causa di decisioni e “manovre” altrui? Come se ne può uscire?

Sono molti gli interrogativi ai quali si è cercato di dare risposta sabato 23 novembre durante l’incontro promosso dal G.A.S. Barga e realizzato in collaborazione con l’associazione Sete di Giustizia e la scuola di studi giuridici monetari G. Auriti dal titolo “La sovranità perduta ed i sacrifici economici per il debito pubblico inestinguibile, un incontro-confronto per indagare le cause della crisi economica e per vagliare le possibili soluzioni per uscirne.

Coordinato da Franco Santi e Catiuscia Ginestri, l’incontro è stato aperto dall’intervento di Mauro di Sabatino che ha spiegato la nascita dell’attuale sistema monetario, la sua storia e il suo sviluppo e soprattutto, indicato i suoi “padroni”, coloro cioè che hanno interesse acciocché resti tale anche se iniquo.

Iniquo perché “la materia non ha valore” e quindi l’intero sistema risulta relativo a quanto si vuole far valere un pezzo di carta o di metallo. Non solo le banche e i protagonisti del sistema economico hanno responsabilità in questo, ma anche la collettività, che accettando il sistema, lo alimenta e lo mantiene.

La crisi economica e le relative difficoltà per ogni individuo sono però innegabili e quindi merita cercare una via di uscita da questa schiavitù.

Come si può dunque uscire da questo impasse? Le possibili soluzioni sono state offerte da PaoloTintori, che ha individuato nelle transazioni non monetarie la via per la salvezza.

Gli scambi di beni o servizi, insomma dovrebbero tornare protagonisti, in modo da poter “pagare” quanto ci è necessario per compensazione, con lo scambio cioè di un altro bene, di un servizio, di semplice tempo (banche del tempo) o, in maniera leggermente più complessa, per mezzo dello scec, la moneta alternativa che potrebbe, almeno su piccola scala, sostituire l’euro.

Certo non sarà così facile: uno dei motivi per cui il denaro ha valore è che la collettività glielo riconosce: prima che lo scambio possa valere come nuova moneta,quindi, la comunità dovrà essere pronta ad accettarla. Ma viste le alternative (rimanere nell’ormai corrotto sistema monetario moderno) forse vale la pena tentare, ovviamente partendo su piccolissima scala.

Che sia davvero una strada percorribile? Non siamo che dei cronisti e non sta a noi dirlo, ci facciamo solo veicolo di questa visone alternativa.

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