Quando i cassonetti divengono discariche di rifiuti tossici: eternit abbandonato al bivio di Renaio

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C’è davvero da sperare che l’Amministrazione Comunale metta in cantiere al più presto il piano per incrementare la raccolta “porta a porta” dei rifiuti ed elimini così, come già annunciato, l’80% dei cassonetti presenti sul territorio comunale. Già perché così si eliminerebbe almeno in parte un problema che adesso sembra non avere altre soluzioni e che è quello dell’inciviltà di alcune persone che presso i cassonetti della raccolta si disfano dei rifiuti più impensabili e spesso anche pericolosi per la salute.E’ il caso dei fogli di eternit, sicuramente residuo di qualche ristrutturazione, che sono stati lasciati presso l’area ecologica che si trova al bivio della vecchia strada di Renaio, lungo la provinciale che da Barga conduce a Pegnana e
nella montagna di Barg (una delle aree ecologiche dove spesso si trovano ammassati rifiuti di ogni genere dato che si trova in zona non popolata e quindi povera di testimoni). Ormai da circa una settimana si trovano lì, ma non sono stati ancora rimossi perché per far questo c’è bisogno di un’azienda specializzata e questo costa anche dei soldi. Non pochi.
La commercializzazione in Italia di tale prodotto o comunque della variante cemento-amianto, è cessata tra il 1992 e il 1994. L’eternit è pericoloso perché contiene l’amianto che è sostanza altamente cancerogena. Costose sono appunto le operazioni per rimuovere le coperture di eternit che debbono essere svolte da aziende specializzate.
Forse proprio per questo al bivio di Renaio qualcuno ha pensato di far da sé e di lasciare all’Amministrazione Comunale l’oneroso compito di disfarsi di questo materiale pericoloso.
C’è da augurarsi che il Comune possa almeno risalire a chi ha lasciato questi rifiuti pericolosi anche perché i proprietari degli immobili con eternit sono tenuti alla segnalazione all’ASL (articolo 12 della legge 257/1992, comma 5), che provvede ad un censimento dei siti con presenza di amianto e valuta la pericolosità del sito. La rimozione peraltro non è sempre necessaria, e i tecnici valuteranno la possibilità di fissare il materiale in modo da renderlo non pericoloso, oppure la necessità di una sua rimozione. Se i materiali sono danneggiati e pericolosi è obbligatoria la bonifica attraverso rimozione o fissaggio, anche in proprietà private. Il costo della rimozione è a carico del proprietario dell’immobile (articolo 12 della legge 257/1992, comma 3).
Ancora una volta torniamo a ripeterlo. Bisogna che anche noi cittadini ci diamo da fare e segnaliamo coloro che utilizzano le aree di raccolta come discariche personali. Se siete testimoni di azioni del genere non esitate ad informare i Vigili urbani ed i Carabinieri.

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