Al Presidente dell’Inter Massimo Moratti verrà consegnato il “San Cristoforo d’Oro”

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Premiato di prestigio quest’anno al “San Cristoforo d’oro”, l’ambito riconoscimento concesso ai cittadini meritevoli dall’Amministrazione Comunale alla vigilia della festa del Patrono.A sorpresa stamani è emerso che al “San Cristoforo d’oro” verrà premiato addirittura il presidente dell’Inter, Massimo Moratti.Un premio speciale voluto dall’Amministrazione Comunale e soprattutto legato all’iniziativa benefica di Inter Campus. Sabato pomeriggio il sindaco di Barga, Marco Bonini consegnerà al presidente dell’Inter al presidente Massimo Moratti, il prestigioso “San Cristoforo d’Oro”. Per lui un’edizione speciale del premio dato che gli sarà consegnata anche una preziosa scultura in bronzo e oro realizzata dallo scultore Bruto Pomodoro in occasione del
festeggiamenti del patrono.
Dunque un altro nome importante per il premio del Comune di Barga.
Il “San Cristoforo d’Oro” è stato consegnato, in passato, alla pop star britannica Paolo Nutini, allo scrittore statunitense di best sellers David Baldacci, allo scrittore James McBride per la sceneggiatura del film “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee ed al medico della nazionale campione del Mondo, Castellacci.
A questi nell’edizione 2010 affianca un nuovo nome: Inter Campus e Massimo Moratti. L’imprenditore sarà a Barga sabato prossimo, alle ore 18,00, per ritirare il premio che gli sarà consegnato ufficialmente dalle mani del primo cittadino nella splendida cornice del settecentesco Teatro dei Differenti.
Nella motivazione il senso del premio voluto dal Comune di Barga:
“C’è una squadra che non cerca star, ma solo i bambini che vengono dalle zone più disagiate del pianeta; c’è un campionato del mondo che non prevede finali, ma che premia chi vive in situazione di abbandono o di sofferenza. Un campionato che si svolge in 21 Paesi, dall’Angola alla Colombia, da Cuba alla Romania, dalla Bosnia all’Uganda, per restituire ai più giovani il fondamentale diritto al gioco.
Per questo il Comune di Barga ha deciso di premiare Inter Campus quale modello concreto di solidarietà e di cooperazione sociale ed interculturale, per le sue scuole che dal 1997 hanno coinvolto oltre 10 mila bambini tra gli 8 ed i 14 anni.
Il riconoscimento va al presidente dell’Inter Massimo Moratti, che fin dalle prime battute ha creduto ed ha sostenuto il progetto, restituendo così al calcio il senso di una missione fondamentale, ed esaltandone anche la sua bellezza come gioco di squadra praticabile da tutti”.

Commenti

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  1. Cardone Vincenzo


    A pensar male si fa peccato, ma…
    Non discuto i meriti del Presidente Moratti che, fra l’altro, appare come persona amabilmente disponibile il problema è un altro. In quanti in Italia si sono impegnati su progetti umanitari per migliorare le condizioni dei più deboli e svantaggiati? Un nome per tutti Gino Strada. Pongo una sola domanda, in verità piuttosto retorica:1) Se l’Inter non avesse vinto lo scudetto, coppa Italia e coppa dei campioni e se il Sindaco non fosse di conclamata fede interista il riconoscimento del S. Cristoforo d’oro sarebbe stato assegnato ugualmente al Presidente Moratti?Peraltro questa assegnazione mi dà lo spunto per risollevare il problema inerente alle modalità di assegnazione del massimo riconoscimento della nostra Comunità. In data 12.5.2005 chiedevo la modifica dello Statuto del Comune con l’aggiunta, fra l’altro, del seguente punto: “inserimento nel nostro Statuto dell’onoreficienza del Comune di Barga di S. CRISTOFORO quale riconoscimento a cittadini che con il loro lavoro, impegno ed opere hanno dato lustro alla nostra Comunità”.E questo era un primo passo per meglio strutturare le modalità per l’assegnazione affinchè la stessa non fosse ad libitum del primo cittadino, ma il frutto derivante da criteri oggettivi valutati da ben individuate figure rappresentative di tutte le realtà del nostro Comune.Per concludere: se il Milan avesse vinto lo scudetto, coppa Italia e coppa dei campioni e se il Sindaco fosse di conclamata fede milanista vi lascio immaginare a chi sarebbe toccato il riconoscimento del S. Cristoforo d’oro…


  2. Moratti e S. Cristoforo.
    Come dire: cosa c’entra il Culo con le Quarantore?Moratti, purtroppo per lui rappresenta una delle più inquinantiindustrie dell’Italia, e, che se da qualche soldo per Inter Campus, lo fa anche per un tornaconto aziendale. Non ho mai sentito dire che Moratti si sia opposto alla privatizzazione e alla mercificazione dell’acqua, che è molto più preziosa del suo petrolio con cui sovvenziona Inter Campus: che schifezza.Sono pienamente d’accordo con quanto scrive Vincenzo Cardone (come mai noi una certa parte ci firmiamo con nome e cognome?). Anzi mi sembra proprio fuori luogo dare l’onorfeficenza del POPOLO BARGHIGIANO ad una persona totalmente estranea alla nostra cultura, che ha fatto del profitto la maggiore ragione di vita, spesso a scapito dell’inquinamento provocato e delle vite perse dentro le cisterne.Tutto quanto sopra si rifà al ragionamnento di un mio intervento, che spero venga pubblicato, sulla trascuratezza che si da alle piccole cose, che poi sono quelle che contano se fatte e fatte bene, senza farle pesare, senza accampare scuse di bilancio comunale,ma proprio perchè è così naturale che un cittadino qualsiasi debba accontentato senza farla cascare dall’alto.Comunque io avrei qualche nominativo a cui dare il S.Cristoforo d’oro, gente che a Barga e per Barga si è sempre fatta un “culo così” ma viene snobbata dalla NomenKlatura ufficiale. Per il prossimo anno tenetemi in considerazione. Chiamatemi, non lasciatemi fuori dalla festa.

  3. Marco Tortelli


    Moratti e la Saras
    Moratti parla dell’Inter ma dimentica cosa succede alla Sarasdi Michela MurgiaMi si passi il cinismo, dopotutto sono appena sopravvissuta ai funerali di Stato a un presentatore di quiz, e non basta neanche la consapevolezza che in una videocrazia come la nostra probabilmente abbiano senso quanto quelli fatti a un premio Nobel per dirimere i dubbi di opportunità. Ovvio che anche questo modo di sopravvivere per considerazioni al ribasso abbia poi le sue controindicazioni, e la prima è che non resta niente che ti possa ancora sembrare innocente.Si resta vivi così davanti a tutto, con addosso il fastidio esistenziale di appartenere per sempre alla generazione di quelli dallo sguardo sporcato. Pensavo questo anche mentre leggevo la notizia dell’uscita di FAQ Inter, il libro confessione di Massimo Moratti sulla sua squadra, tutto quello che ha deciso di dirci sullo scintillante mondo nerazzurro.Non ho potuto fare a meno di avere pensieri cinici perché ho letto che il Moratti stesso ha motivato così questa fatica editoriale, di cui pochi invero sentivano il bisogno: “Per me scrivere ‘FAQ Inter’ è stato un fermarsi, mettere il punto e cercare di capire dopo un certo periodo perchè ho fatto determinate cose e come le ho fatte. Molte volte non hai il tempo di pensarci su, mentre l’obbligo di scrivere sul tuo lavoro ti mette in condizione di darti delle risposte che sul momento non avevi considerato”. Parole forti e profonde, che rivelano quale mole di introspezione ad un uomo occorra fare sulla sua coscienza per parlare di calcio definendolo il proprio “lavoro”. Parole tanto forti che uno quasi quasi si potrebbe persino dimenticare che il lavoro di Massimo Moratti in realtà non è il calcio, ma il petrolio. Solo che mentre del “lavoro” calcistico il presidente Moratti ha così tanta voglia di parlare da scriverci sopra un libro, dell’altro mestiere, quello vero, quello del petrolio, non solo non vuole parlare affatto, ma non vuole nemmeno che ne parlino gli altri.Infatti il 7 agosto scorso i fratelli Moratti si sono rivolti al Tribunale Civile di Cagliari per chiedere in tutta Italia la censura del film “Oil”, il lungo documentario di Massimiliano Mazzotta sulla Saras, gigantesco impianto di raffinazione che i Moratti possiedono in Sardegna a due passi da Cagliari, e che essi stessi definiscono “la più grande raffineria del Mediterraneo per capacità produttiva”. Il documentario non lo definirei esattamente una bomba, perché non contiene niente che non sia già noto a chiunque viva in zona; si limita giusto a mettere in fila una serie di interviste a lavoratori, loro familiari, dirigenti Saras ed esperti chimici e medici che raccontano, attraverso dati scientifici e vicende personali, il rapporto tra la presenza della Saras a Sarroch e l’aumento di tumori e malattie respiratorie nei dintorni dell’impianto, nonché il rischio sicurezza che corrono i lavoratori a contatto con le fonti inquinanti.Eppure è bastata questa semplice sequenza di interviste e dati per fare in modo che sin da maggio i Moratti sentissero il bisogno di minacciare azioni legali contro la diffusione del documentario. Sventuratissima casualità ha voluto che proprio in quei primi giorni di rivalsa giudiziaria si verificasse la tragica morte per asfissia da gas tossici di Pierluigi Solinas, Bruno Muntoni e Daniele Melis, tre operai di una ditta esterna che facevano manutenzione alla Saras in condizioni di sicurezza ancora da verificare; prevedibile che sull’onda di quella tragedia Oil sia diventato il film da vedere, proiettato nei festival e nelle sale parrocchiali, nei raduni politici e nelle rassegne estive dei cortili dei comuni di tutta la Sardegna. Insistere giudizialmente in quel momento di emozione mediatica ai Moratti probabilmente sarà sembrato brutto, e come dargli torto.Ma ora che l’estate è passata e i morti Saras sono stati coperti da tutte le altre morti sul lavoro intercorse nel frattempo, torna la carica degli avvocati, che chiedono non solo i danni materiali al regista, ma scrivono anche agli organizzatori del Festival Internazionale del Reportage Ambientale di Genova, dove il film è stato invitato a partecipare, per chiedere che non venga proiettato, non si sa mai che i danni poi li chiedano pure a loro. Al giovane regista di Oil auguro un avvocato che possa competere con la squadra dei legali di una famiglia di petrolieri. A Massimo Moratti auguro di ricordarsi che lavoro fa veramente, cioè quello che gli permette di spendere i miliardi per comprare i giocatori all’Inter. Hai visto mai che gli venga l’idea di scrivere anche un libro intitolato “FAQ SARAS”, e allora tornino ad avere un senso cose come “mettere il punto e cercare di capire dopo un certo periodo perchè ho fatto determinate cose e come le ho fatte.” 14 settembre 2009 http://notizie.tiscali.it/articoli/michelamurgia/09/09/moratti_inter_saras_999.html

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