Cinema gremito alla Prima di Natalino

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La magia di una sala di cinematografo piena all’inverosimile: bambini, genitori, adolescenti e anziani, tutti insieme e tutti lì con il solito entusiasmo e la solita meraviglia per quelle scene che escono dallo schermo e che vengono commentate una ad una, spesso ad alta voce. Senza considerare tutto il resto, il film di David Melani “Natalino”, prodotto dalla Albratoss Lead Production, ha avuto innanzitutto questo grande merito. Ha riportato la gente al cinema ed a me che qualche lustro sulle spalle ormai lo porto, ha fatto rivivere i tempi di quando il
cinema era un momento importante di aggregazione, di svago e di incontro. Di un’Italia cinematrografica che non c’è più, soppiantata da tv, dvd, home theatre e quant’altro, ma di cui mi rendo conto che sento tanta nostalgia. Se non fosse altro solo per questo ringrazio David e tutti i suoi collaboratori.
Riflessioni da ultraquarantenne comunque, che lascio immediatamente per passare alla critica di questo film che ieri sera è stato proiettato in prima assoluta al cinema Puccini di Fornaci davanti a centinaia di persone, ad una platea ed una galleria gremita ed a tanta gente in piedi per un’ora e mezzo ad assistere a questo vero e proprio evento cinematografico che ha riguardato tutta la Valle del Serchio così ben rappresentata in tante scene nella pellicola della Albratross.
Nato come progetto di un “corto” ispirato ad una storia vera illustrata nel libro a fumetti del giovanissimo scrittore Nazareno Giusti, “Natalino” alla fine di un anno di lavoro e di riprese è divenuto un film. Un lavoro difficile; per forza di cose divenuto impegnativo anche per le sue caratteristiche storiche (è ambientato durante il passaggio della seconda guerra mondiale in Valle del Serchio), ma che è stato portato a termine con convinzione.
Un progetto giovane e forse per questo acerbo, ma proprio per il medesimo motivo ancora più interessante in tutti i suoi risvolti: la partecipazione al film di non attori tutti del luogo, molti dei quali giovanissimi, la giovane età del regista e di tutto il suo staff, la meravigliosa freschezza giovanile di molte parti della fotografia del film.
Il tutto condito da un grande entusiasmo; proprio di David e di tutti gli altri protagonisti del film, che ha avuto giustamente l’appoggio anche delle istituzioni della valle del Serchio; di quell’entusiasmo che si leggeva negli occhi di tutti gli attori e le comparse del film; quasi tutti presenti in sala ieri sera a Fornaci.
Alla fine lo scrosciante applauso per David ed il suo film non può ripagare di un anno di duro lavoro, ma sicuramente serve ad indicare che la strada giusta è stata intrapresa e che David e questo mondo cinematografico che è nato intorno a lui, possono ancora fare tanto e fare sempre meglio. Sono una realtà artistica e culturale nuova di questa nostra terra e vanno seguiti ed incoraggiati.
Due note di cronaca: il film è stato brevemente presentato prima che si spegnessero le luci in sala dall’assessore al turismo della Comunità Montana Rolando Bellandi, insieme all’assessore al sociale del comune di Coreglia, Valerio Amadei (peraltro tra gli attori del film). Ha chiuso una breve ricostruzione storica degli eventi da parte del tenente colonnello della Brigata Paracadutisti della Folgore, Vittorio Biondi che ha ricordato la situazione di quegli anni difficili vissuti da una Valle del Serchio attraversata dalla Linea Gotica costruita dai tedeschi. Dove si tirava a campare con un pezzo di pane, ci si dava una mano come si poteva e si moriva o si rimaneva orribilmente mutilati mettendo il piede su una mina. La storia in due parole di Natalino e del dott. Mariani che se non lo avete ancora fatto potrete vedere il prossimo 2 marzo al cinema Roma di Barga.

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