I cacciatori sul piede di guerra

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E’ maretta negli ambienti della caccia in valle del Serchio.I cacciatori sono sul piede di guerra nei confronti dell’Amministrazione Provinciale. Il motivo sta nel denunciato fallimento dei lanci di selvaggina operati dall’ ATC Lucca 12.
A farsi portavoce della protesta sono i cacciatori del comune di Barga che hanno inviato alla stampa una lettera fatta pervenire al presidente della Provincia.
“I cacciatori del comune, come del resto anche quelli della Garfagnana e della Media Valle portano a conoscenza l’Amministrazione Provinciale, titolare de disciplinari per la caccia – scrivono i cacciatori rappresentati nella lettera da Ivo Pieri – che i lanci di selvaggina operati dall’ ATC Lucca 12 si sono rilevati un fallimento totale nel suo complesso; basti pensare che lungo il fiume Serchio dove sono stati immessi fagiani e starne ad oggi si contano solamente pochi supersiti, si parla di quote intorno al 2 /3 per cento.
Tale situazione rimarca anche quest’anno, come avvenne negli anni scorsi, anche se bisognava registrare un aumento di sopravvissuti: e cioè che le operazioni di scelta degli animali sono state frettolose e non di buona qualità, ma si è trattato di avifauna (pulcinotti) che sicuramente non aveva superato i 90 giorni, cosa che era chiaramente visibile perché gli animali erano solo in parte ricoperti di penne.
Vorremmo avere una risposta – continua la lettera – circa i motivi per cui la selvaggina immessa era di così scarsa qualità in considerazione che i danari versati per l’acquisto non erano scadenti.”
I cacciatori rimarcano peraltro il fatto che mentre nelle pubbliche amministrazioni in genere si tende a risparmiare sulle consulenze, all’ATC 12 sia stata richiesta una (perizia/consulenza) del costa di 9000 euro circa per l’individuazione delle zone di immissione di selvaggina. “Se questi sono i risultati – commentano i cacciatori – è bene che qualcuno restituisca quel danaro!”
Nonostante tutti i soldi regolarmente versati dai cacciatori, (concessioni governative, regionali e iscrizione ATC), il ritorno avuto sul’avifauna si è ridotto al solo fatto che solo dopo una diecina di giorni quasi tutta l’avifauna era scomparsa perché morta.
“Per quanto precede – conclude la lettera – richiediamo che l’amministrazione faccia accertamenti e che venga presa in considerazione la possibilità che coloro che hanno venduto gli animali, perlomeno diano un indennizzo, visto quello che è accaduto. Situazione per altro facilmente verificabile sia dalla dirigenza Politico/Amministrativa Provinciale che dai responsabili dell’ATC come del resto da coloro che hanno effettuato le vendite dell’avifauna”.

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Commenti

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  1. CACCIATORI MEDITATE
    Cari cacciatori, in questi giorni ho visto il bilancio dell’ATC 12, dal quale si evince che le entrate derivanti dal pagamento della tassa d’iscrizione ammontano a circa 480.000 euro mentre le spese sostenute per l’acquisto di selvaggina a solo 148.000 euro, la differenza e cioè 332.000 euro è servita per la gestione dell’ATC (compensi al comitato di gestione, consulenze, stipendi ecc.)Ora io mi domando: Ma non sarebbe meglio chiuderli visto anche che quella poca selvaggina lanciata muore di stenti e di malattie pochi giorni dopo il lancio?

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