L’Autore del Beato Felice cappuccino da Cantalice di Barga.

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Sul mensile Giornale di Barga del gennaio 2014, quello cartaceo, fu accolto un mio articolo che poneva in evidenza chi fosse in realtà quell’ignoto autore della pala del Beato Felice Cappuccino conservata presso la chiesa dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga, sino a oggi rimasta anonima.
L’articolo, corredato da notizie locali di un certo interesse attinenti al pittore per parte della moglie Virginia Lavelli, essenzialmente tiene conto di una pubblicazione pisana curata da Franco Paliaga: “Pittori, incisori e architetti pisani nel secolo di Galileo”, Felici Editore, Pisa 2009, nel cui testo si svela l’autore della tela borghigiana.
Tale notizia, com’era da auspicarsi, non è passata inosservata, infatti, in seno al Magistrato dell’Arciconfraternita, il governatore Enrico Cosimini ha informato tutti della novità, seduta stante deliberando di corredare la tela con una targhetta metallica in cui ritorni a essere conosciuto il suo autore che vedremo subito a seguire.

Il Beato Felice Cappuccino da Cantalice
Olio su tela del sec. XVII di:
Giovanni di Alfonso Navarretti o Navarrette (Pisa 1605- Pisa 4 marzo 1651)
Pittore, Architetto e Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano Martire.

La pala rappresenta l’allora beato, dal 1712 San Felice Cappuccino da Cantalice, che teneramente accoglie tra le braccia il Bambino affidatogli dalla Madonna durante una miracolosa apparizione.
La commissione della pala al pittore Giovanni Navarretti, da porsi all’altare Maggiore della chiesa, potrebbe risalire e coincidere con gli anni della fondazione del sacro luogo (1636-38), voluto dall’istituita Compagnia del Beato Felice, detta volgarmente dei “Cappotti”, ispirata al Terzo Ordine Francescano, così come indicano anche altri quadri esposti nella stessa chiesa, oggi di proprietà dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga: un San Francesco che riceve le stimmate di Autore Ignoto e un San Francesco di Paola di Giovan Battista Tempesti (1729-1804).
L’ipotesi della commissione è suggerita dalla constatazione che la pala è l’unica, tra quelle presenti, dedicata al Beato Felice e ragionevolmente da considerarsi il primo e ovvio arredo per una chiesa a Lui dedicata.

Bibliografia
Franco Paliaga, “Pittori, incisori e architetti pisani nel secolo di Galileo”, Felici Editore, Pisa 2009.
Pier Giuliano Cecchi, “L’Autore del San Felice Cappuccino di Barga”, Il Giornale di Barga, gennaio 2014, Anno LXV, n° 766.

Fra Felice da Cantalice, al secolo Felice Porri, nacque a Cantalice nel 1515 c.a. e morì a Roma il 18 maggio 1587, congiunto al Cielo nell’estatica visione della Madonna circondata da Angeli.
In vita fu amato per la sua strenua dedizione verso il prossimo, come per i miracoli, soprattutto nei confronti dei bambini e per questo ribattezzato il Santo dei Fanciulli. Celebre ancora il miracolo dei bachi da seta, che marciti per infestazione, con il suo intervento si rigenerarono e per questo invocato dai bachicultori divenendone il protettore, specialmente al tempo che tali allevamenti avevano aspetti economici di gran rilievo.
Subito dopo la morte Papa Sisto V lo avrebbe voluto santo, così ordinando si istruisse il processo di canonizzazione, che terminato il 10 novembre dello stesso anno 1587, non giunse all’agognato risultato. Nel 1614-16 fu ripreso l’iter, al tempo di Papa Paolo V, ma solo nel 1625 Papa Urbano VIII poté dichiararlo Beato. La canonizzazione, cioè l’ascrizione del suo nome tra i santi della Chiesa, avverrà per mano di Papa Clemente XI il 22 maggio 1712.

Pier Giuliano Cecchi

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