Un poeta a Barga: Enrico Croccolo

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Se Barga ha tanti poeti, tra questi si deve aggiungere Enrico Croccolo, che nato a Lucca il 3 aprile 1941, oggi vive nella stessa Barga, a Villa Pascoli. Una passione, la poesia, che allieta le sue giornate e pubblica anche in opuscoli, come quello che possiamo vedere in apertura dell’articolo: “Il cane con le ruote”, di questo 2016. Altri due sono i titoli delle raccolte dei suoi lavori poetici: “L’Arcobaleno” (2007) –“Poesie”“Un anno di Poesie” (2013), “Un anno di Poesie a Barga” (2014) “La Fonte di Cardoso”.

Prima di venire a vivere a Barga, nella sua qualità di laureato in ingegneria, ha svolto l’attività d’insegnante nelle scuole professionali, prima al Pacinotti di Pontedera, poi al Giorgi di Lucca. Dotato di una buona cultura, con passione frequenta la Biblioteca Comunale di Barga, dove ha l’occasione di approfondire le sue conoscenze storiche del territorio lucchese, tema a lui particolarmente caro, come aspetti della più vasta storiografia. Se interpellato, ben volentieri s’intrattiene con qualsiasi frequentatore, cui ha sempre da porre una domanda o chiedere un chiarimento, da buon insegnante, consapevole, che a ogni qualsiasi percorso d’apprendimento è sempre utile lo scambio delle conoscenze.

Al suo attivo non ha solo le raccolte di poesie ma anche lavori di un certo interesse a carattere musicale, che vedono in campo la sua Lucca, libri pubblicati quando viveva da vicino la sua città: “Notizie riguardanti gli Ebrei, tratte dal Monitore Toscano del 1851” (1983) –Donizetti a Lucca: storia delle opere di Donizetti rappresentate a Lucca dal 1827 al 1858” (1985) Come per gioco : la villa di Liszt : ein Kaninespass (1989) –“Orfeo all’Inferno: L’Operetta a Lucca tra dal 1877 e il 1900” (1992) –Impressioni dalle opere di Giacomo Puccini(1995) –Il restauro al Teatro del Giglio del 1870,mentre per l’Istituto Storico Lucchese ha pubblicato nella sua rivista di Archeologia, Storia e Costume, un saggio su “La tipografia Giusti di Lucca dal 1836 al 1917”.

Alla Biblioteca di Barga di Villa Gherardi, felici d’accoglierlo, si sono oggi alternate due Signore che hanno smosso il brio poetico di Enrico Croccolo: Lara e Mariaelisa, delle quali pubblichiamo il “poetico canto”.

Lara, la bibliotecaria.

La regina dei libri sta seduta

Davanti alla magica tastiera

Che dall’agili mani pizzicata

Sul video fa apparire la risposta

Alla domanda che le è stata posta.

Il viso bianco come neve al sole

Ed il capello è d’ebano splendente.

Ha un’aria furba, vispa e malandrina,

a tutti appare gaia e sorridente.

Per Elisa.

Il nome tuo ricorda quelle note

Lievi e gioiose come d’una bimba

Che corre spensierata sopra un prato

Da papaveri rossi ravvivato.

La mia città murata pur ricordi.

Volle Elisa aprir nuova porta

Verso quella città che fu nemica

E voglio dir non Pisa ma Firenze.

Queste son del passato rimembranze.

Ora volgi lo sguardo acuto e sorridente

A chi curioso pone le domande

E dai risposte e libri gentilmente.

Bella e cortese come una regina

Dispensi a tutti libri di poesia,

di storia vera oppur di fantasia.

Azzeccate le poesie? Pensiamo proprio di sì! Ma poi cosa importerebbe a fronte di un dato che si apprende dal loro “canto”: gentilezza, garbo, accoglienza; cose buone e belle, mai scontate in questo Mondo, qualità che come tutti, anche Enrico Croccolo ha colto del loro lavoro e rilevato con fine sensibilità. Terminiamo queste brevi note con un’ultima poesia, il ricordo di un compagno di tavola, amico dalle mani forti, utile per mescere a tutti l’acqua contenuta nella pesa caraffa:

In ricordo di Mario.

Ricordo quelle mani grandi e forti

Che strinsero la mazza e il piccone

Per spaccare la pietra nella cava

Dove col sole o l’acqua lavorava.

Ora al tavola la brocca ha sollevato

Per versare agli amici un poco d’acqua

Che la forza di alzare a loro manca.

Al mattino tutti quanti salutava

E della lor salute s’informava.

Or che hai lasciato questa dura terra

Di te memoria viva il cuor conserva.

È questa una piccola grande Poesia, in cui si può cogliere un tutto di presenza e rimpianto per l’utile e gentile amico.

Pier Giuliano Cecchi

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