La storia della Valle del Serchio attraverso le sue carte: sabato 8 e domenica 9 si parla di Domenico Cecchi

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La storia della Valle del Serchio attraverso le sue carte. Sabato 8 ottobre alle 17 alla Fondazione Ricci Onlus incontro di studio sulla cartografia storica organizzato dalla Fondazione Ricci e dall’Istituto Storico lucchese, sezione di Barga, dal titolo “La cartografia storica in Valle del Serchio: il singolare contributo di Domenico Cecchi”.

Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione a cura di Cristiana Ricci e Sara Moscardini, parleranno Margherita Azzari (Università di Firenze) su “La cartografia storica della Garfagnana”, Pietro Paolo Angelini su “La Valle del Serchio, terra di confine” e Pier Giuliano Cecchi sull’argomento “Il cartografo Domenico Cecchi e i terrilogi barghigiani”.

Il pomeriggio, che ha il patrocinio dei Comuni di Barga e Castiglione di Garfagnana, della Pro Loco Castiglione di Garfagnana e realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è dedicato alla rappresentazione cartografica del territorio della Valle del Serchio nelle varie epoche storiche. La complessa situazione di quella che per molti secoli fu terra di confine, dove si fronteggiavano ben tre potenze (Lucca, Firenze e lo Stato Estense), ebbe dirette conseguenze sulla rappresentazione del territorio, dove la produzione cartografica storica assume aspetti di grande e multiforme interesse. Questo contesto ebbe diretto impatto anche sulle esistenze di coloro che di cartografia si occupavano direttamente: ne sono esempio le vicende di Domenico Cecchi (1678-1745), originario di Castiglione di Garfagnana.

Solo durante la giornata di studi saranno esposte due carte manoscritte originali: una del cartografo Domenico Cecchi che raffigura la fortezza di Castiglione Garfagnana nel 1725 e l’altra di Pietro Lunardo Cecchi (figlio di Domenico) che rappresenta la Garfagnana nel 1770, gentilmente concesse da un collezionista. Sarà inoltre riproposta nelle Stanze della Memoria (via di Mezzo, Barga) una mostra realizzata alcuni anni fa da Luigi Lucchesi e Mariano Verdigi: “Domenico Cecchi (1678 – 1745), cartografo agrimensore del secolo XVIII”, che rimarrà aperta dal 9 al 16 ottobre con orario 10-18.

Domenico Cecchi, nato in vicaria lucchese circondata dallo Stato estense, fu cartografo e agrimensore per la sua comunità: come autore realizzò una quarantina di terrilogi per chiese, opere laicali e comunità di quasi tutta la Valle e in terre modenesi di là dagli Appennini; inoltre, carte militari, le prime carte corografiche della Garfagnana (1718 e 1733) e diverse mappe di confini. Consigliere e poi Camerlingo Generale del Comune di Castiglione, da strenuo difensore degli interessi della sua comunità contro le autorità che la Repubblica di Lucca mandava a governare la Vicaria, fu accusato di aver tradito la stessa Repubblica per l’aver fornito informazioni e mappe alla confinante Modena, ed evitò la condanna riparando prima nella estense Castelnuovo di Garfagnana, poi nella fiorentina Barga. Per anni tessé inutilmente una rete di contatti con la Repubblica per ricevere la grazia, che mai arrivò. L’esperienza del Cecchi influì senza dubbio la concezione che egli maturò del proprio lavoro: attraverso i suoi scritti, come rilevano le studiose Roberta Martinelli e Margherita Azzari, pose l’attenzione su un aspetto fortemente innovativo del suo intendere la professione, consistente nell’idea “che il perito deve essere indifferente rispetto ai committenti”. Cecchi affermava la volontà di affrancarsi da uno stato di pedissequo servizio al potere per approdare ad una sorta di affermazione della libera professione.

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