Torna a Barga dopo 70 anni un’opera robbiana. Era sparita nel 1945

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Dopo settant’anni Barga torna in possesso di un’opera d’arte misteriosamente sparita, quasi sicuramente trafugata, nel 1945.

Stamattina nella sala consiliare di Palazzo Pancrazi, la riconsegna dell’opera: un bassorilievo in terracotta policroma invetriata di scuola robbiana che poteva identificarsi con parte dello stemma del Podestà Rinaldo Nofri Rondinelli, a suo tempo presente (dalla metà del ‘500 fino al 1945 ndr) sulla facciata del Palazzo Pretorio di Barga, oggi sede del Museo Civico, così come riportato ed indicato anche in fotografia sulla pubblicazione di Arnaldo Bonaventura “I Bagni di Lucca, Coreglia e Barga” edita in Bergamo nel 1914.

Proprio quella foto, proprio quel libro hanno permesso di stabilire con certezza che quel pezzo all’asta in Germania fosse lo stesso sparito da Barga e da qui sono partite le indagini che si cono adesso concluse con la riconsegna al Comune di Barga dello stemma che presto sarà esposto nel palazzo Pretorio, sede del Museo Civico.

Alla riconsegna di stamani a fare gli onori di casa il sindaco Marco Bonini. Con lui il senatore Andrea Marcucci, presidente della Commissione Cultura del Senato, il soprintendente Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, Luigi Ficacci ed il comandante del Nucleo Tutela Patrimonio, capitano Lanfranco Di Sivio che ha consegnato al sindaco l’opera d’arte

Le indagini e la ricerca per il recuperop dello stemma hanno inizio nel 2013. Nel novembre di quell’anno. Fu allora che l’Ufficio Esportazione Oggetti d’Antichità e d’Arte dell’allora Soprintendenza Speciale al Polo Museale e Beni Artistici e Storici di Firenze segnalava che, presso una casa d’aste tedesca di Monaco di Baviera, era stato presentato per la vendita del 19 settembre dello stesso anno un bassorilievo in terracotta policroma invetriata di scuola robbiana che poteva identificarsi con quello sparito da Barga

Le verifiche condotte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze e le preziose indicazioni fornite dalla Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, permettevano di accertare che un manufatto artistico del tutto similare a quello segnalato, era effettivamente venuto a mancare dal Palazzo Pretorio di Barga nell’estate del 1945, dopo essere stato rimosso e trasferito in un magazzino nel corso dei lavori di restauro del Palazzo stesso, rimasto danneggiato dai bombardamenti del 1944.

Della sparizione si era allora accorta la studiosa Isa Belli Barsali che inviata appositamente a Barga dalla Soprintendenza per vigilare sulle opere che erano state rimosse per i lavori dal Palazzo del Podest, scopriva la sua scomparsa dandone comunicazione alla Soprintendenza, al sindaco di Barga ed al Prefetto di Lucca. L’opera insomma sarebbe stata trafugata dopo che era stata rimossa dalla facciata, ma esistono però anche altre ipotesi sulla sparizione. Ovvero che lo stemma sia scomparso prima del 1945, forse trafugato dalle truppe tedesche in ritirata.

La ricostruzione dei passaggi del bassorilievo eseguita dai Carabinieri ha permesso poi di appurare che il bene, prima di arrivare in Germania, era passato per le mani di commercianti, collezionisti e case d’asta di Umbria, Toscana e Marche. Proprio nelle Marche è stato individuato l’ultimo possessore. Secondo i carabinieri l’uomo, un antiquario, sarebbe stato all’oscuro del passato illegale dello stemma. Lo stesso peraltro si è poi adoperato spontaneamente per riconsegnare l’opera che veniva successivamente sequestrata.

Tanta la soddisfazione espressa stamani dal sindaco, ma anche dal senatore Marcucci e dal soprintendente Ficacci. Con l’anticipazione che presto, attorno al ritrovamento, nasceranno mostre ed iniziative legate alla riscoperta della storia robbiana di Barga e dei suoi legami artistici con Firenze.

Certo è che rimane e forse rimarrà per sempre il mistero circa il quando ed il come l’opera sia effettivamente sparita da Barga, ma comunque sia andata, parte di quell’opera è ora tornata, dopo settant’anni, a Barga. E non è escluso che si possa ancore risalire alle parti mancanti. Le indagini infatti sono ancora in corso e la pista aperta potrebbe portare a nuovi sviluppi.

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