La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (quinta parte)

-

Con la nostra ricostruzione delle vicende che portarono alla fondazione dell’Asilo Pascoli di Fornaci di Barga, ci si è lasciati sul finire dell’anno 1917, quando l’opera del neo Comitato Pro-Orfani è entrata nel pieno dell’iniziale funzionalità. Per ampliare un poco il panorama su Fornaci, intanto vediamo che sul finire di questo 1917, esattamente lunedì 31 dicembre, molti operai si sono costituiti ufficialmente in Club Sportivo per l’educazione fisica e intrattenimenti sportivi e il tutto a favore degli orfani di guerra. Su La Corsonna N.1 del 6 gennaio 1918 si dice che al primo appello risposero circa cinquecento persone, tra cui il Gen. Dallolio ministro Armi e Munizioni e l’ing. Luigi Orlando.

In questo incontro organizzativo si elesse il Consiglio Direttivo del Club Sportivo, preceduto però dalla lettura dei membri del Comitato D’Onore, che fu il seguente:

“S. E. Gen. A. Dallolio, Min. A. e M. –G. Uff. Comm. Ing. Luigi Orlando –T. Col. Avv. Cav. Giuseppe Cerrai –Ten. Ing. Augusto Baulina –Ten. Vincenzo Gasperetti –Ing. Corrado Scolastico – Riccardo Garetti –Luigi Orlando –Salvatore Orlando –Ing. Silvio Gregotti –Ing. Emilio Sinigallia –Umberto Cassinari –Giovanni Vercellotti –Giovanni Melidonio –Angiolo Angiolino –Giuseppe Ferrante –Silla Maestripieri –Tenore Dott. Ettore Sacchi.”

A seguire il Consiglio Direttivo e i Delegati Operai:

“Direttivo:

presidente, Ing. Gian Filippo Del Bono –Vice Presidente, C. Tecn. Benedetto Balletti. Direttori Sportivi: Armando Proni e Angiolo Mazzoncini. Segretario, Enrico Francioni –Vice Segretario, Ernesto Pucci. Cassiere, Umberto Picchi. Consiglieri: Cesare Fusco –Enrico Ballandi –Silla Gai –Guido Santalmasi –Nello Brancolini.”

“Delegati Operai:

Bernardo Alessandroni –Demo Badiali –Gino Ceccarelli –Carlo Ducceschi –Elda Ferrari –Pietro Fierli –Giuseppe Filoni –Florestano Frasanti –Quintilio Mazzoncini –Ausicola Montoni –Roberto Nesi –Gualtiero Nucci –Menotti Petrucci –Adolfo Ricci –Maria Salvi –Paolo Santini.”

Assieme a questa cronaca datata con l’ultimo giorno del 1917, anno funesto per tutta l’Italia in guerra, continua su La Corsonna l’elenco dei morti del Comune al fronte tracciandone un profilo biografico elogiativo e si prosegue anche a pubblicare le lettere che i Soldati inviano dal fronte. Inoltre si dà risalto ai contributi economici che dall’estero sono inviati al giornale, per poi essere destinati, secondo gli intendimenti dei donatori, a istituzioni o per bisogni locali: Ospedale di Barga, restauri al Duomo, come ai Comitati a favore delle famiglie che hanno un congiunto in guerra e vivono nella povertà. Soldi che lo stesso giornale fa avere anche ai soldati al fronte, che per il Natale hanno ricevuto una cartolina vaglia con 5 Lire. Oltre ai conterranei all’estero anche i più facoltosi in loco continuano a versare somme, come per esempio la Tipografia Sighieri e Gasperetti di Barga, che invece di offrire ai clienti i nuovi calendari 1918 destinano quei soldi, 50 Lire, alle famiglie dei Profughi dal Veneto.

Quello passato è stato veramente un Natale austero e così si racconta “trascorso con il cuore stretto per l’assenza di tante persone care. Alle sacre funzioni molti i fedeli accorsi e molte preghiere innalzate all’onnipotente per la conquista di Gerusalemme e per la vittoria delle nostre armi. Ammirati i presepi delle chiese del SS. Crocifisso, dei Frati e dell’Annunziata”, poi si penserà alla Befana per i bimbi poveri.In altra cronaca “La Veglia Sacra” si dice che lassù sulla linea avvampante del Piave è salita purificata la nostra preghiera della vittoria. Nessuno si è addormentato nella vigilia di Natale e il cuore è corso a loro, con ricordi e nell’immanente sperando, sognando la salvezza di ognuno e il Natale d’Italia.

Intanto il Comitato Resistenza della Fabbrica, sotto la guida dell’Ing. Orlando, continua il suo incessante lavoro con frequenti incontri. A questa data in Fabbrica si contano quasi 4.000 operai e tanti di loro si fermano anche dopo che il suono della sirena ha raggiunto ogni casolare della Valle circonvicina. Partecipano attivamente ai lavori del Comitato Resistenza diretto da Orlando, discutono, respingono alcune proposte, approvano, insomma sono ben decisi a dare un valido contributo alle sorti della grande e piccola Patria. Approvano provvedimenti per i profughi veneti stanziati a Fornaci, “il concorso al Comitato Pro-Orfani, l’acquisto di coperte per i soldati, la partecipazione a solennità patriottiche”.

Queste le notizie e altre, come del Comitato Pro-Orfani, che si diffondono tramite La Corsonna, con il N. 2 del 20 gennaio 1918, che ha aperto l’edizione con un titolo a tutta pagina “Due cerimonie patriottiche a Fornaci di Barga –Premiazione alla Metallurgica di un valoroso (l’impiegato sergente Mario Libano Vick) –Un discorso del Cardinale Pietro Maffi”, attuato durante la cerimonia per i morti di Padova nei bombardamenti del 28 dicembre 1917 e 5 gennaio 1918; già prima ma anche dopo si avranno altri simili bombardamenti aerei sulla città, in tutto diciannove.

Con queste due iniziative, con moltissimi partecipanti da quasi tutta la Valle, è chiaro che Fornaci di Barga sia divenuta il centro di tutta la Valle del dolore represso in mute lacrime ma anche della speranza presente nella finale vittoria e futura per l’occupazione lavorativa dei suoi abitanti. Alla premiazione del valoroso Vick, infatti, partecipano i sindaci di Barga, Castelnuovo e Coreglia, mentre quello di Gallicano invia un telegramma. Tutte le istituzioni del Comune di Barga sono presenti e con loro tutti gli impiegati e dirigenti della Fabbrica. Il Comm. Ferruccio Giorgi del Comitato Civile di Bagni Lucca ha fatto pervenire il suo messaggio, da cui stralciamo:

“Quale vecchio seguace del Generale Garibaldi mando all’Egregio Comm. Orlando, il cui nome è simbolo di democratico patriottismo e di fervente tradizionale lavoro, la mia alta riconoscenza pel risveglio effettivo industriale che ha dato alla Valle del Serchio”.

Tanti furono i discorsi per le due occasioni patriottiche, diversi i suoni della Banda della Fabbrica, su tutti la Marcia Reale più volte ripetuta, e il tutto allo sventolare della bandiera italiana e degli alleati. Un’immagine di quella doppia giornata patriottica apre il presente articolo, dove possiamo vedere la gran folla che v’intervenne e in particolare il Cardinale Maffi che sta parlando. Così descrive quel giorno e il luogo La Corsonna: “Il sole irradiava di bagliori accecanti la brulla nudità del bosco quasi ad affermare la solennità più bella della cerimonia che si stava per compiere”.

Di tutti i discorsi di questa giornata, forse le cose più interessanti si dicono proprio nell’intervento del Cardinale Maffi, parole trascritte testualmente dal cronista su questo N. 2 de La Corsonna, intervallate da considerazioni, come sui presenti alla cerimonia, nel caso anche alla Messa, cui seguì, appunto, il discorso ispirato alla resistenza italiana dopo Caporetto dell’autunno 1917.

Allora leggiamo insieme alcuni passi del discorso del Cardinale Maffi, come accennato, molto illuminanti sullo stato del Comune di Barga nel periodo della Grande Guerra. Uno spaccato della società che il presule venuto da Pisa racconta e al tempo stesso valorizza nei suoi veri aspetti e dove possiamo cogliere anche, oltre al suo evidente patriottismo, la genesi del Comitato pro Orfani di Guerra di Fornaci di Barga, per ora solo importante matrice del futuro Asilo o Istituto Giovanni Pascoli che prenderà inizio da qui a poco, consolidandosi e divenendo nazionale nel 1922. Non mancano anche importanti cenni su cosa stava divenendo per Fornaci di Barga la presenza della S.M.I., infatti, si accenna anche all’impegno dell’Ing. Orlando per le scuole; veramente uno spaccato di Fornaci molto eloquente. Prima, però, rileggiamo la frase che il Cardinal Maffi, arrivato in macchina, rivolge all’Ing. Orlando, così riportata da La Corsonna: “Ella, illustre Commendatore, riesce sempre ad ottenere ciò che vuole, anche il sole quando fa la pioggia!”. Il riferimento è alle precedenti giornate di forte pioggia ma certamente anche diretto alla volitiva personalità dell’Ingegnere. Ora leggiamo l’intervento del Maffi:

“Sono sempre venuto in queste bellissime montagne con tanto entusiasmo nel cuore e tanto affetto per i miei diocesani: in questa occasione da una ben più alta e nobile causa. Dove si esplica la carità in modo tanto lodevole e ammirabile non può mancare il Vescovo … Ringrazio con tutto il mio animo coloro che hanno avuto il soave pensiero di questa cerimonia, di questo convito di grazia e di carità.

E giusto a proposito di carità quante belle e mirabili opere sono state compiute in mezzo a voi! Sono state innalzate Scuole per i vostri bambini ed in questo momento di unione di cuori e di intenti mi è caro porgere il mio grazie al Comm. Ing. Luigi Orlando che con tanta generosità volle farla sorgere. Ho sentito dire che poi le Scuole non furono aperte ai bambini, perché i locali dovevano venire adibiti a rifugio dei nostri cari fratelli profughi venuti da noi a domandare asilo. Cari fratelli che non avete più una casa vostra, mentre voi e i vostri eravate travolti dalla bufera che ha imperversato sulle vostre sacre terre, qui sorgeva la Casa destinata a ospitarvi e sorgeva per il generoso impulso del benemerito uomo qui presente. In quella casa i bambini avrebbero imparato a leggere le parole della carità: essi vedono e vedranno invece come si pratica l’esercizio della carità, perché essi hanno veduto attuato un grande atto di generosa ospitalità …

E di altre carità vi ringrazio. Per voi, per la vostra benefica opera i nostri fratelli profughi hanno trovato casa e lavoro, aiuto, conforto e fratellanza: voi avete generosamente voluto dividere con loro il pane, lavoro, ansie. Per questo i vostri nomi saranno sempre ricordati e benedetti.

Quando i nostri cari fratelli faranno ritorno alle loro case –e Dio faccia che sia domani-, porteremo il dolce ricordo della bontà del vostro cuore. E questo non basta. L’opera ammirabile dell’Ing. Orlando e vostra non si è fermata qui. Avete voluto che le famiglie di coloro che sono al fronte non avessero soltanto parole di conforto e di consolazione: avete fondato un Comitato per aiutarle materialmente e moralmente con larghe e generose offerte. Comitato che è riuscito meraviglioso anche per il numero degli iscritti. Ogni giorno sentite la riconoscenza di tante e tante famiglie che debbono a voi se è loro evitato la profonda tristezza di sentirsi soli, se non sentiranno di essere abbandonati, se gli orfani di guerra si troveranno sostenuti e protetti.

E non basta ancora. Avete voluto estendere la bontà vostra e la carità vostra fino ai fratelli e sorelle che per un brutale delitto sono passati al di là dei confini della vita.

Sopra Padova il delitto brutale si compiva! Non considerando che trattavasi di una città aperta e indifesa e sopra Ospedali ben contraddistinti dalla Croce Rossa, aventi perciò il sacro diritto di essere protetti e inviolati, piovve il delitto assassino! … Nessun rispetto i nemici hanno avuto ai sentimenti sublimi delle tradizioni di arte e di umanità, della grandezza dei Templi. La cerimonia di oggi ha lo scopo di pregare per coloro che hanno perduto la vita in questo terribile attentato … ed è per questo che io sono intervenuto …

Il sole che oggi risplende meraviglioso dopo i piovosi giorni scorsi, ci deve far confidare che, passati questi turbini e questa raffica di desolazione, tornerà a splendere più glorioso il sole d’Italia.

In modo particolare voi, o operai, che tanti nobili sentimenti avete per i profughi e gli orfani di guerra, dovete avere un altro sentimento vivissimo e incrollabile: la carità per la patria vostra! Vorrei che le mie parole rimanessero scolpite nei vostri cuori!

Il momento che l’Italia attraversa è grave ma il valore dei nostri soldati ha saputo affrontare e vincere lo sconforto e lo sgomento, ha saputo convertirlo in sicurezza di vittoria. Le meravigliose schiere dei soldati italiani hanno tenuto testa al nemico ed anche sono andati ad assalirlo nelle trincee che aveva ardito scavare in terra nostra … Fate che giungano loro parole di plauso e di conforto; noi possiamo e dobbiamo fare per loro qualunque sacrificio; non ne faremo mai quanti ne fanno loro per noi tutti. Tutto dobbiamo dare a coloro che col proprio sangue riconsacrano le nostre terre violate dal nemico. Nessuno abbia sul labbro parole di sconforto e di abbandono che possono disgregare quella unità di cuori e di intenti che tanto è necessaria: nessuno porti la parola triste che sarebbe oggi come lama di acciaio dell’assassino. Siano tutti costantemente uniti i sentimenti di cooperazione alla difesa, alla grandezza della patria nostra.

Ieri si poteva parlare e discutere, in questo momento in cui la Patria è in pericolo, no! È il momento della riconquista, della vittoria!

A voi, operai, l’incarnare questo sentimento per il bene di tutti. … Tutti si deve concorrere alla maggiore grandezza della Patria e di essere perfetti, perché perfetta è la terra nostra benedetta dal Signore. ”

(continua –Pier Giuliano Cecchi)

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.