Ricordando Maria Vittoria Stefani (quarta e ultima parte)

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Riprendiamo il racconto della vita di Maria Vittoria, essenzialmente nella sua dimensione pubblica. Nella seconda parte abbiamo parlato del suo impegno per Giovanni Pascoli e da lì ripartiremo, seguendo ancora le linee tracciate nell’intervento augurale che eseguì in nome dell’allora Gruppo barghigiano Amici dei Musei di Lucca, in occasione dei suoi ottanta anni:

“Abbiamo parlato poc’anzi del suo impegno per Pascoli e sull’argomento dobbiamo fare un inciso: in lei è forte l’amore per il Poeta, la sua è una passione sincera e per di più ideale. Sincerità che ritroviamo in tutto le cose che riguardano Barga.

Il suo contributo per onorare il Poeta fu ricercato anche per il centesimo della sua venuta a Barga, nella compilazione del libro “Caro Giovanni”, Fondazione Ricci 1995, curato da un altro grande barghigiano, Gualtiero Pia, in cui trattò il capitolo “Il bel tempo del foco e delle rocche”.

Su Pascoli, correva il primo febbraio 1997, presso la sala Pro Loco di piazza Angelio, tenne anche una lezione per conto del locale Gruppo Amici dei Musei di Lucca. Il titolo era “Giovanni Pascoli e l’ambiente Barghigiano del suo tempo”, spiegando i rapporti intercorsi con il suocero Italo Stefani e il padre, la frequentazione da parte di Pascoli del caffè Capretz a Barga, oltre ai dolorosi momenti politici. Interessante anche la lezione che tenne sul Duomo di Barga presso la sede della Biblioteca Comunale di palazzo Giannetti il 7 febbraio 1996.

Altro importante aspetto dell’impegno intellettuale e culturale di Maria Vittoria fu il contributo dato al giornale dei socialisti barghigiani “Avanti Insieme”, che per anni la vide nella redazione. In quest’ottica va ricordato il suo intervento alla commemorazione di due espressive personalità socialiste borghigiane: Mario Da Prato e Giorgio Maiolani, che si tenne alla Pro Loco di piazza Angelio a Barga Domenica 10 marzo 1990. In seguito l’intervento fu pubblicato nel libro “Due pagine di storia del Socialismo Barghigiano”.

Altra importanza rivestì la sua collaborazione al giornale “L’Ora di Barga”, quando usciva a stampa tipografica.

Per ultimo ho lasciato le cose più sue: i libri. Il primo “Voci della Vecchia Barga” del 1979, che con queste parole introduceva:
“Un libro che non vuole essere soltanto un piccolo omaggio al mio Paese.”

Il libro occorre vederlo all’epoca della sua pubblicazione, quando la pubblicistica locale, a differenza di oggi, era molto meno praticata. La storia, l’emigrazione, il Pascoli, il terremoto del 1920, la Guerra 1940-’45, nel cuore della Vecchia Barga, le leggende, ecc, sono i suoi capitoli, il cui motivo conduttore è la memoria filtrata nelle parole del poeta barghigiano Mario Mazzoni (1898-1940):

“C’era (c’era una volta come nelle fole)

C’era una mamma che ci destava col sole

C’era il vestito delle feste ai piedi del letto

C’era in tasca due soldi

Per comprare le cialde

E tanta gioia nel cuore”

Altro libro è “Orme sulla Sabbia” del 1981. Un libro di poesie.

Maria Vittoria conosce il mio giudizio: è un libro in cui aleggia un fremito d’impotenza di fronte allo scorrere della vita, perché nel leggere quelle poesie si odono i rumori della ruota del tempo che gira e ci inghiotte struggendoci pian piano; nella coscienza del nulla?

Termino questo mio rievocare con il libro “Tre Secoli di Storia Barghigiana” del 1987, che è l’opera forse più impegnativa di Maria Vittoria (1998), la storia di Barga tra il Mille e gli inizi del secolo XIV, l’apice maggiore della storia a noi conosciuta di questa terra.

Ricordo che sull’argomento gli feci un’intervista per “Avanti Insieme”, impegnandoci per presentarlo al pubblico. Cosa che avvenne nell’aula consiliare il 26 marzo 1987, con l’autorevole partecipazione del direttore dell’Archivio di Stato di Lucca, prof. Vito Tirelli. Questi colse l’occasione per spiegare ai molti presenti la valenza e l’importanza di due documenti barghigiani tenuti in grande considerazione da Maria Vittoria, quelli che portano la firma di Federico “Il Barbarossa” del sec. XIII, testimonianti e dichiaranti l’importanza di Barga per la Garfagnana.

Cara Maria Vittoria, veramente ci onori tutti per la tua dignità, competenza, bontà e volontà di andare avanti, negli occhi e nel cuore, il sogno della nostra terra, delle sue cose, della sua gente, di oggi e di sempre. Tanti e tanti auguri da tutti noi”.

Con quest’augurio finiva il mio intervento del 28 marzo 1998, che nell’occasione del presente ricordo devo integrare con cose avvenute dopo il ricordato anno, parlando di altri omaggi librari che Maria Vittoria ci ha regalato.

Nel precedente articolo si è accennato allo Statuto di Barga del 1360, pubblicato nel suo testo in latino da don Lorenzo Angelini nel 1994, e del fatto che Maria Vittoria l’avesse tutto tradotto in italiano. Ebbene, il testo in nostra lingua Maria Vittoria, in accordo con don Angelini, desiderò pubblicarlo a sue spese nel 2003. La presentazione fu affidata a un allora quasi sconosciuto a Barga professore universitario: Stefano Borsi di origini barghigiane per parte di madre, oggi molto conosciuto in loco e apprezzato per i suoi approfonditi lavori sulla nostra storia.

La traduzione e pubblicazione dello Statuto di Barga, anno 1360, ha bisogno di una premessa. Infatti, il suo testo originale essendo giacente presso l’Archivio di Stato di Firenze, tramite il Comune di Barga, la Biblioteca Comunale, sospinti dal Gruppo Ricerche Storiche diretto da Maria Vittoria, fu possibile averlo in copia in loco. Con l’arrivo del testo e dato che Maria Vittoria con il marito Riccardo si era già ritirata nella sua casa di Viareggio, avendo bisogno del riscontro di brani dall’originale, su sua richiesta il sottoscritto in accordo con la Biblioteca Comunale provvedeva al caso. Va detto che a questo sforzo di Maria Vittoria concorsero anche altri di Barga, come Moreno Salvadori che lo preparò per la pubblicazione.

Prima di questo libro va ricordato un altro di altrettanto fascino “Barga al Suono delle Campane” del 2001, preparato da Maria Vittoria su espressa richiesta di Monsignor Piero Giannini proposto ed Enrico Cosimini in nome del Gruppo Campanari, per far sì che il 41° Raduno Nazionale dei Campanari d’Italia, ospitato a Barga, fosse degno dell’attesa. Così Mons. Piero Giannini nell’introduzione diretta ai campanari:

“L’idea di una pubblicazione sulle Campane è partita da loro in una delle prime riunioni tenute per preparare il Convegno Nazionale dei suonatori di campane a Barga il 5 e 6 maggio 2001 … Alla Dottoressa Maria Vittoria Stefani, a Pier Giuliano Cecchi e a tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione i più vivi ringraziamenti …”

Il libro raccoglie molto dell’antica tradizione campanaria di Barga e possiamo dire che colmò una lacuna molto sentita dai nostri campanari, che da secoli salgono le scale, essenzialmente del campanile del Duomo, per annunciare con il loro suono tanti momenti religiosi e civili di Barga.

Altri sono i lavori di Maria Vittoria che da Viareggio ha diretto alla sua Barga. Poesie, pubblicate anche nella sua pagina Facebook, intensi opuscoli come “Barga: paese del cuore” che definì “ un ultimo tributo di affetto alla mia piccola Città”, in cui definì certe situazioni storiche. Altro tributo alla storia di Barga fu “L’antica collocazione del pulpito del Duomo di Barga, dagli appunti storici di Maria Vittoria Stefani”, che pubblicai con una mia introduzione in un articolo per il Giornale di Barga.it nel 2009. Infine, fu “La croce lunga”, un giallo del 2011, come ancora sul nostro Poeta “Non muore il canto … a Giovanni Pascoli” del 2012.

La vita scorse ancora in lei con Barga nel cuore, sino al 6 aprile 2015, giorno rimarchevole per la storia di Barga, infatti, in quel giorno si spense a Bologna Giovanni Pascoli, che tanto sentiva vicino, per ideali ma anche per la storica vicinanza del Poeta con la famiglia del marito Riccardo Stefani.

(Fine)

Pier Giuliano Cecchi

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