Francesca Duranti all’Isi di Barga, tra autobiografia e resistenza

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Stamani a Barga (Aula Magna del’ISI Barga) la scrittrice Francesca Duranti nell’ambito del Tra le righe winter festival, a proseguire quel percorso intrapreso alla scoperta dei generi di scrittura. Stavolta ci si è incentrati sul genere autobiografico. Oltre alla scrittrice lucchese, presente anche la saggista Anna Lisa Del Carlo, autrice di uno studio sul romanzo dell’autrice lucchese “La Bambina”. Un saggio uscito con Tra le righe libri e che a Barga è stato presentato per la prima volta.

Alla presentazione hanno preso parte anche la dirigente scolastica Catia Gonnella, l’assessore alla cultura del Comune di Barga Giovanna Stefani e la bibliotecaria Maria Luisa Livi, oltre al giornalista-editore Andrea Giannasi che come al solito ha brillantemente condotto l’evento.

L’incontro ha permesso di conoscere il libro della Duranti, “La bambina”, un testo autobiografico sulla sua esperienza della guerra vista dagli occhi di una bambina che dai 3 anni all’adolescenza ripercorre con la semplicità propria della visione fanciullesca della realtà; eventi che hanno toccato l’intera Italia e soprattutto la zona della campagna lucchese. Aleggia nel testo la resistenza fatta dal padre avvocato anti-fascista e partigiano, e la madre, donna forte e contro corrente per il periodo in cui visse, ma forse poco adatta a fare il mestiere di madre.

Anna Lisa Del Carlo, specializzata in beni culturali ha invece affrontato il ruolo del libro della Duranti e come sia possibile l’identificazione del romanzo autobiografico come Bene Culturale. Muovendo da un’analisi che non va a discordare con il concetto di bene così come è definito dal “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (art.10), ma che affianca ad esso un’altra considerazione, quella che estende il valore di Bene Culturale anche a quei beni che non sono giuridicamente e universalmente riconosciuti tali, che ne sono però strettamente legati e fondamentali per la loro conservazione. Nel saggio della Del Carelo, alla descrizione dell’autobiografia come genere letterario prima e bene culturale dopo, segue una esemplificazione di ciò che si studia attraverso l’analisi approfondita del romanzo di Francesca Duranti, “La Bambina”, secondo una visone che vuole rintracciare i molti elementi culturali che possono essere considerati parte del patrimonio della nostra collettività.

La Del Carlo, ha spiegato agli studenti presenti all’incontro, è rimasta affascinata da come testi autobiografici possono involontariamente riportare traccia di ricordi e di storie che debbono essere salvaguardate proprio come un bene. La sua passione per la scrittura al femminile e soprattutto testi come “Il mio paese inventato” di Isabel Allende l’ha portata a scegliere come base per la sua tesi proprio l’opera di Francesca Duranti, perché non solo parla della seconda guerra mondiale, ma anche perché si muove in un territorio a lei vicino come la campagna lucchese.

Nel corso della mattinata attenzione è stata posta anche sulla vita attuale di Francesca Duranti, che poi ha risposto alle domande dei ragazzi. Tra queste una merita di essere riportata. Alla questione: “Cosa ci porterà la modernità, ed i nuovi mezzi di comunicazione?” ha risposto che spesso ci porta a non saper distinguere se ciò che ci viene presentato sia veramente la realtà, e soprattutto a saper capire se ciò che stiamo leggendo veramente ci arricchisce oppure non ci interessa. Saper distinguere la realtà sono per la Duranti quello di cui le nuove generazioni hanno bisogno, e proprio per questo ha istituito un premio letterario “Volterre” che si tiene nella sua villa di Gattaiola, in cui vengono periodicamente presentati saggi su temi di attualità, politica ed informazione che come dice lei stessa “hanno il fine di formare nelle menti su un’idea sempre meno sfocata del presente.”

Tra le tematiche toccate ovviamente anche quella della Resistenza, intesa nel presente, per la Duranti, come il saper alzare la mano ed esprimere la propria opinione. Proprio come in passato facevano gli antifascisti come sua padre ed i partigiani della nostra zona; e sua madre che nella piena disorganizzazione dovuta alla guerra ha saputo gestire una famiglia e con essa un intero paese

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